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Questione antropologica - Life out of Balance!!! "I soggetti sono due, e tutto è da ripensare" (Laura Lilli, 1993).

GENERE UMANO: DONNE E UOMINI. 50 E 50. EQUILIBRARE IL CAMPO. DEMOCRAZIA PARITARIA, A TUTTI I LIVELLI !!! - a cura di pfls

Le donne sono l’altra parte del genere umano necessaria, affinché l’umanità possa essere intera, nell’identità e nella differenza.
sabato 21 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’Udi con questa Proposta intende aprire un dibattito dentro e fuori le Istituzioni perché la Democrazia paritaria venga riconosciuta come un aspetto fondamentale del vivere civile e politico nel nostro Paese.
Auspichiamo che questa Proposta sia accolta favorevolmente da uomini e donne di buona volontà, presenti in tutti gli schieramenti politici.
Questa Proposta si inserisce in una campagna complessiva che l’Udi ha promosso fin dagli inizi del 2006, denominata 50E50 ovunque si (...)

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> DONNE E UOMINI. L’"UDI": EQUILIBRARE IL CAMPO!!! 50e50: DEMOCRAZIA PARITARIA. Le donne sono l’altra parte del genere umano necessaria affinché l’umanità possa essere se stessa - a cura di pfls

giovedì 12 aprile 2007

"USCIAMO DAL SILENZIO": DEMOCRAZIA PARITARIA. L’ASSEMBLEA DEI PERCHE’ *

Un’assemblea a Milano

Il 4 aprile in Camera del Lavoro [a Milano], con una nuova assemblea di "Usciamo dal silenzio" su democrazia paritaria, 50 e 50, equa rappresentanza la’ dove si decide e dunque in Parlamento e non solo, ci siamo confrontate sulle ragioni, sui "perche’" della nostra adesione a questa campagna lanciata dall’Udi con una proposta di legge di iniziativa popolare.

Cosa significa per ciascuna di noi e per un movimento come "Usciamo dal silenzio" impegnarsi su questo tema, perche’ riteniamo che questa idea abbia un nesso forte con i temi che hanno motivato finora il nostro agire politico, il corpo, la violenza sulle donne, la nostra liberta’?

L’assemblea ha discusso di uguaglianza e rappresentanza dopo alcuni incontri in sede di laboratorio che hanno espresso un livello alto di dibattito e di confronto, mentre altre organizzazioni di donne stanno frequentando lo stesso sentiero e mentre la politica va pensando ad una nuova legge elettorale che non "vede" letteralmente il tema, o lo sposa, ancora una volta, in una logica residuale: e poi ci sono anche le donne.

*

Continuare a confrontarci

Come speravamo, l’assemblea di mercoledi’ e’ stata il luogo di un dibattito ancora piu’ aperto e piu’ condiviso, e contiamo di continuare a confrontarci anche attraverso questo blog sulla rappresentanza [www.usciamodalsilenzio.org], attraverso il quale chiediamo a tutte di contribuire a quello che abbiamo chiamato il "manifesto dei perche’".

Come sempre sul sito troverete i prossimi appuntamenti. Per il momento abbiamo discusso in assemblea e ci stiamo preparando alla campagna di raccolta di firme sulla legge "50e50" e a momenti di confronto tra le realta’ che fanno riferimento alla rete di "Usciamo dal silenzio". Ma non mancheranno altri momenti di dibattito sui temi che sono stati finora centrali nella nostra iniziativa.

* Riportiamo di seguito l’intervento di Anna Maria Spina che ha aperto l’assemblea e un riassunto dell’insieme degli interventi.

* Anna Maria Spina, intervento di apertura dell’assemblea Siamo arrivate a questa assemblea nella quale proponiamo il tema emergente e forte della democrazia paritaria 50 e 50, la meta’ esatta del tutto, dopo una serie nutrita di serrati incontri in sede di laboratorio sulla rappresentanza, nei quali ognuna ha indicato liberamente motivi di consenso e dubbio. 50 e 50, pari rappresentanza la’ dove si decide e dunque in Parlamento e non solo: cariche elettive, nomine fatte dalla politica, pubbliche funzioni, mondo del lavoro. Si e’ cercato di definire i nessi fra questa idea e i temi che hanno finora motivato il nostro agire politico: il corpo, la violenza sulle donne, l’attacco tremendo del funerale dei feti in regione, la questione dei Dico, la nostra liberta’ di decidere per esistere.

Cosa significa per ciascuna di noi e per un movimento come "Usciamo dal silenzio" impegnarsi sulla democrazia paritaria, sull’uguaglianza di rappresentanza, adesso che altre organizzazioni di donne si mettono in gioco?

L’Udi [Unione donne in Italia] presenta una proposta di legge popolare sul 50e50 dovunque si decida.

Adesso che la politica sta pensando a una nuova legge elettorale e vede solo le pagliuzze negli occhi altrui ma non la trave nei propri, tutte noi vediamo una trave gigantesca: la clamorosa assenza delle donne, ben oltre la sproporzione!

Semplicemente non solo non ci siamo ma non possiamo neanche sperare che potremo esserci’ la’ fisicamente, paritarie e democraticamente visibili, presenti.

L’"assemblea dei perche’" di "Usciamo dal silenzio", questo titolo, nasce dall’esigenza condivisa di esprimere e confrontare il pensiero e le motivazioni di ognuna e tutte insieme.

E’ la ratificazione del desiderio-bisogno di affrontare come persone, il piu’ possibile fuori da condizionamenti di ogni tipo piu’ o meno interiorizzati, la questione della politica delle donne e donne e politica, con determinazione e chiarezza.

Siamo tutte coinvolte qui adesso in questa assemblea. Ho provato a scrivere delle cose, dei perche’, in vari modi diciamo cosi’ tradizionali o tecnici e mi sono percepita a giustificarmi proprio io che sono la responsabile di questa cosa dei perche’.

Questo non va bene e mi fa pensare che se un’idea come quella del "50e50 ovunque si decida" abbisogna di giustificazioni, c’e’ qualcosa che non va.

Forse e’ solo che un diritto sancito, scritto e descritto nella nostra Costituzione, mai applicato nella sua interezza, mai neanche preso in seria considerazione dalla "politica", un principio di ovvia democratica uguaglianza merita dichiarazioni e impegno perche’ venga realizzato.

O forse invece perche’ percepisco l’urgente necessita’ di un linguaggio non omologato a modelli che avverto costrittivi, quindi ci provo, a togliermi le briglie di dosso.

I miei perche’ o meglio per chi:
-  per me stessa, e’ mio dovere e diritto, e’ il mio senso di me, uguaglianza, giustizia, onore, corpo riconosciuto, vera cittadinanza delle donne;
-  per mia nonna, che m’ha voluta libera lei che libera non e’ stata mai;
-  per mia madre, che mi ha insegnato il diritto al pensare, al parlare, a sapere, a lavorare, a decidere, a esistere, e anche per mio padre a dire il vero;
-  perche’ considero schiavistici i doveri di donna, i ruoli, il sacrificio ideologico o metafisico, i destini di accudimento perenne e generalizzato, la colpa, l’espiazione, il dolore connesso, facente parte dell’essere donna, come dire di default. Non ci credo non ci ho mai creduto e’ una menzogna storica, nel senso letterale del termine;
-  per mia figlia, che ogni giorno stupisce e indaga e cerca varchi di liberta’ e ogni giorno, non trovandoli, decide di riprovarci perche’ deve valere la pena, gliel’ha detto la mamma!
-  per le mie care amiche, pezzi di vita, intelligenze scatenate e potenti, donne con senso e anche per quelle che non mi vogliono poi molto bene;
-  per noi. Per poter finalmente discutere anche con le donne che ci sembrano diverse, ma diverse siamo tutte le une dalle altre, e confrontarci e dissentire se occorre, e per riconoscere a quegli uomini che hanno deciso di non unirsi al coro dei despoti un qualche merito;
-  per rimescolare le carte, per cambiare le regole di un gioco giunto al limite da troppo tempo, noioso, frusto e pateticamente monosessuale;
-  perche’ segreti, meraviglie e sapere sono delle donne. Perche’ le donne "sanno", bisogna solo che decidano di esistere e regalare a se stesse e al mondo un po’ del proprio sapere e un po’ del proprio tenace volere. Non per accudire, non per sostenere, non per rimediare agli errori dei governi o delle opposizioni, ma solo e semplicemente per gustare il piacere di esistere appieno, perche’ siamo l’altra meta’ di questo mondo, e perche’ questa meta’ non deve piu’ chiamarsi l’altra;
-  perche’ Il corpo delle donne non deve essere pensato violabile ne’ essere violato, bisogna arrivare a poterlo sancire nei seggi, dalle televisioni, nelle scuole, il rispetto va insegnato visto che non viene spontaneo;
-  perche’ il pudore del dolore di un aborto non venga svillaneggiato e oltraggiato da pratiche e procedure talmente orribili che il cuore s’allontana dall’evidenza insostenibile, ma i fatti procedono e chiudere gli occhi puo’ essere peggio. Tutto si fa per farci smettere di pretendere di essere persone donne libere di decidere di se’;
-  perche’ se occorre prendere voce e volto, e lavorare nei luoghi delle decisioni, e porre condizioni, bisogna continuare indefessamente a ragionare insieme. Vanno bene tutti i distinguo e tutte le differenze e perfino le titubanze, e figurarsi! Vanno bene i seminari e i contesti di approfondimento, ma vanno bene anche i parlamenti e ovunque si decide. A decidere sono sempre i soliti, con la i finale, e fra tutti, in ordine sparsissimo, uno sparuto drappello di liberte, nel senso latino del termine, ne’ libere ne’ schiave.

Va bene tutto purche’ impariamo a ragionare insieme, a rimanere insieme e insieme con forza ci muoviamo. Tempi lunghi, procedere faticoso, nessuna garanzia, ma proprio per questo occorre forza ancor di piu’.

Risolvere un punto di domanda in un punto esclamativo e’ segno di forza e da’ forza. Guardiamoli con gli occhi della mente, occupano tutti i posti, e noi dove siamo? A casa a guardarli alla tv o per strada o sul tram andando a lavorare se abbiamo un lavoro se riusciamo a mantenerlo se ce lo pagano, o in macchina a prendere e portare bambini o disperatamente sole da qualche parte, ma sicuramente non la’ insieme dove si decide dei nostri destini.

Adesso.

Auguriamo a tutte noi il piu’ ampio e caldo dibattito, in questa assemblea del 4 aprile.

* Dopo l’intervento di Anna Maria Spina, la discussione si e’ sviluppata in assemblea. Molte voci si sono espresse. Proviamo a riportare degli appunti che provano a dar conto di affermazioni, dubbi, anche contraddizioni, ripercorrendo la sequenza. * Appunti dagli interventi

Stasera il senso dell’assemblea e’ dire quello che ci convince, ma anche i dubbi.

La proposta 50e50 ha un valore di continuita’ in una campagna che sembra una svolta (rispetto alla mia storia personale di femminismo); la presenza delle donne non e’ mai stata riconosciuta nella polis, ne’ la presenza politica, ne’ l’umanita’. Viene vista solo la procreazione e il corpo biologico.

Nel femminismo si e’ inteso dare politicita’ ad una pratica politica, ed anche la sinistra non ha raccolto quel patrimonio di cultura politica.

La proposta 50e50 non ha, non puo’ avere il senso del soccorso delle donne a sostegno di istituzioni decrepite. Perche’ questo ragionamento va collocato nel contesto di crisi della politica dei partiti e delle istituzioni.

Le donne hanno agito nel privato, a volte anche a loro danno.

Che le donne siano viste nella vita pubblica come insignificanti e’ dimostrato anche dalla "violabilita’" dei loro corpi.

Lavorato molto sull’autonomia del pensiero, le donne pensano che devono prepararsi molto prima di poter incrinare la sfera pubblica, ma oggi siamo invase dalla sfera pubblica. C’e’ un rischio, da correre, quello dell’omologazione.

Tra le presenti nelle assemblee c’e’ un vuoto di generazione, quello delle quarantenni, e’ giusto notarlo.

La prima cosa da pensare e’ se siamo preparate alla democrazia paritaria. Tra le colleghe sul lavoro si registra una reazione del tipo: "come ci chiedete anche questo?". L’impatto non e’ semplice, ci vuole coraggio di assumere responsabilita’ ed anche di sbagliare. Che immaginario ha lasciato la Prestigiacomo in lacrime?

La tendenza a delegare e’ forte e presente (compreso non abbiamo tempo), bisogna dare un messaggio forte anche perche’ sara’ una battaglia cruenta.

-  Il primo perche’: devo avere coraggio di esserci!
-  Si e’ cercato di evitare la politica, ma difficile perche’ sceglie per te.
-  Il tema e’ il futuro.
-  Il paese e’ vecchio, siamo anestetizzate da questa condizione, dai partiti che ci considerano categoria.
-  Il perche’ e’ il cambiamento, il coraggio di farlo la costanza di esserci.
-  Colpisce la forma dell’iniziativa di legge popolare, l’altra volta ci sono voluti 17 anni.
-  Positivo che Udi si consideri paritaria alla "politica".
-  Dare valore a chi c’e’.
-  Quale e’ il desiderio delle donne sul cimentarsi?, l’esperienza e’ dal fuori al dentro (interloquire con la politica istituzionale) che e’ molto chiamata ad interloquire.
-  Forte rispetto alle istituzioni, interloquire anche per poter confliggere.
-  50 e 50 sembra poco, perche’ darsi un limite?
-  La forza e’ essere sempre un pochino fuori dalle regole, questo il simbolico.
-  Il tema e’ come si candidano le donne se le donne non ci sono?
-  Invitare ad iscriversi ai partiti, e’ finita l’epoca delle donne fuori dai partiti.
-  Avere una regola formale per eliminare una discriminazione sui base sessuale.
-  Sappiamo che le donne stanno in relazione di potere esattamente come ci stanno gli uomini.
-  La politica e’ una scelta di vita, le donne fanno altre scelte di vita.
-  Tutto l’indicibile della maternita’, va messo a tema questo non detto, anche la parte in ombra.
-  Non c’e’ mai stato un momento senza la politica? La politica c’e’ anche quando non si pratica, c’e’ anche fuori dai partiti.
-  Se c’e’ una spinta non ci sono limiti invalicabili, e la spinta c’e’ perche’ ora la politica e’ indecorosa.
-  50e50 e’ una questione di giustizia e non di quote, giustizia che parla anche di qualita’ della politica.
-  C’e’ modo e modo di stare sul lavoro, per questo si puo’ essere nella politica, arrivarci con i nostri valori e i nostri modi di essere.
-  Donne non rappresentano necessariamente altre donne, ma il perche’ e’ che comunque facciamo una politica diversa.
-  La nostra e’ una politica di ascolto e non di imposizione.
-  Discutiamo del fatto che le donne non ci sono, ma ci devono essere.
-  50 e50 ha un limite: e’ una dichiarazione di principio, dettata dalla democrazia e dalla Costituzione.
-  E’ necessario riflettere, la proposta non puo’ andare oltre la candidatura nelle liste, il 50 e 50 come base per garantire funzionamento di tutto.
-  Il merito per emergere, e’ una regola maschile.
-  Emergere e’ riduzione della propria storia privata.
-  50 e 50 e’ una regola e nelle regole credo, regola che deve dilagare in tutti i posti istituzionali e pubblici.
-  Si dice le donne non si mischiano, dove, a che cosa? Sono sempre ricacciate in ambiti e scelte piu’ simili alla vita privata. A furia di dire che le donne non si mischiano ci riportano indietro di un secolo, il Family day sara’ pieno di chi ha devastato la politica.
-  Si possono avere bisogni fuori dalle regole anche dentro la politica, non e’ necessario essere fuori.
-  Le donne vengono se c’e’ la scelta, la volonta’, se ci si e’, se c’e’ la regola.
-  Se non ci siamo... continua il pietismo orrendo.
-  Fare un’analisi di quello che sta succedendo, il fallimento della legge sui congedi parentali.
-  Il minimo comun denominatore pensare a come vedono le nostre figlie, i nostri figli.
-  Il tema e’ la passione per la politica.
-  "Usciamo dal silenzio" ha costruito uno spazio pubblico, non c’era, lo abbiamo costruito.
-  Ci vuole trasparenza e risposta ai messaggi, la nostra richiesta e la risposta l’abbiamo vista nell’assemblea sui "funerali dei feti" coi consiglieri regionali.
-  L’aria della polis rende liberi, in casa vivono segreti e bugie, le regole segrete, non visibili, non contrattabili.
-  Il luogo di "Usciamo dal silenzio" che non ha un’ortodossia di pensiero.
-  Determina l’esigenza di interrogarsi sempre un po’ di piu’.
-  Riconoscere all’Udi, non limitarsi alle liste, un’ovunque che deve essere declinato, c’e’ il tema delle decisioni.
-  Se il gioco non funziona piu’, si devono cambiare le regole del gioco.
-  Proposta utile alla politica, ci sono in provincia 5.690 donne che fanno politica, molte le donne che hanno iniziato e poi escono.
-  Disaffezione per un modello che non risponde alle esigenze.
-  Servono norme antidiscriminatorie, paritarie per cambiare la politica, serve anche a chi sta nelle istituzioni.
-  I meccanismi della politica sono quelli che penalizzano le donne e gli uomini di qualita’, servono norme antidiscriminatorie, paritarie.
-  Non so se le donne fanno politica meglio, ma so che lo fanno in modo diverso, anche chi decide di abitare la politica, come i movimenti condizionano la politica.
-  La politica trova sempre piu’ i momenti di negoziazione fuori dallo spazio pubblico, mentre la politica puo’ cambiare le priorita’, condividere e conciliare.
-  Valorizzare le donne che nella politica ci stanno, i partiti hanno la responsabilita’ di valorizzare e quindi la colpa.
-  Proposta importante, proposta Udi fatta bene.
-  Non e’ panacea per la politica, ma in fase di discussione della legge elettorale che non si parli di questo e’ segno della politica del nostro paese.

-  Servono norme cogenti che possano aiutare.

-  Scarsa rappresentanza incide, crea ingiustizia in un sistema democratico e parla della qualita’ della politica.

-  L’esperienza del consiglio di zona dice che tutte le richieste vengono dalle donne.

-  Le donne non sono chiuse in casa, hanno responsabilita’, siamo noi che non accettiamo dimensione della politica ufficiale. 50e50 puo’ essere uno strumento.

-  I perche’. La passione delle donne per la politica, perche’ e’ la nostra storia dal 14 gennaio la liberta’ delle donne misura della democrazia, volevamo rompere la cappa che ci opprimeva, quella cappa ha cambiato modi, ma c’e’ e non vogliamo arretrare, allora rompere il monopolio della rappresentanza maschile questo il tema.

-  La nostra storia di "Usciamo dal silenzio" e’ fatta di richiesta di parola pubblica anche alla politica ufficiale, abbiamo chiesto alle eleggibili di sfidare regole e modalita’, non e’ successo, non c’e’ rete, non c’e’ risposta, si veda l’esperienza sulla violenza contro le donne.

-  Allora che fare la scelta e’ esserci, importante e’ ovunque si decida, non solo le liste, le elezioni, ma le nomine istituzionali, il pubblico, ovunque.

*

Il percorso del prossimo periodo

Laboratorio per programmare la campagna:
-  esserci e prendere parola ovunque si discute;
-  ricollegarci a tutte le assemblee di "Usciamo dal silenzio" in tutta Italia, proporre un’assemblea nazionale delle assemblee;
-  formare una rete con altre associazioni, organizzazioni, ecc. che vogliano partecipare e condividere, costruire un luogo pubblico di incontro;
-  riconoscere la proposta dell’Udi, partecipare del consiglio nazionale che propongono;
-  utilizzare la proposta di legge, non solo per le firme, ma come strumento perche’ cresca e ci sia la campagna politica, che parli adesso a chi discute della legge elettorale;
-  un "Manifesto dei perche’", come testo e strumento da rendere disponibile e partecipato;
-  continuare la nostra elaborazione sui temi, Laboratorio su famiglia e unioni civili.

*

Prossimi incontri

-  Laboratorio famiglia Dico, 18 aprile, ore 20,30 alla Camera del lavoro di Milano.
-  Laboratorio per la campagna, 23 aprile, ore 20,30 alla Camera del lavoro di Milano.

*

[Dal sito www.usciamodalsilenzio.org riprendiamo il seguente resoconto dell’"assemblea dei perche’" promossa da "Usciamo dal silenzio" e svoltasi il 4 aprile 2007 a Milano. Per altre informazioni sulla campagna e sulla proposta di legge "50 e 50 ovunque si decide" cfr. anche il sito www.50e50.it]

Fonte: NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 57 del 12 aprile 2007


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