Inviare un messaggio

In risposta a:
In questo Granel di sabbia, il qual terra ha nome

LA GINESTRA O IL FIORE DEL DESERTO. IL "TESTAMENTO" DI GIACOMO LEOPARDI - a cura di Federico La Sala

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce (Gv.: III, 19).
venerdì 27 settembre 2019 di Maria Paola Falchinelli
Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) "filologo ammirato fuori d’Italia / scrittore di filosofia e di poesie altissimo / da paragonare solamente coi greci": cosi’ nella lapide dettata da Pietro Giordani ("perfetta", amava dire il nostro amico Annibale Scarpante, "a cui solo
aggiungeremmo: eroico combattente per la dignita’ umana,
fedele al vero e al giusto, amico della nonviolenza").
LA VIA DI KANT: USCIRE DALLA CAVERNA, E NON RICADERE NELL’ILLUSIONE DI “DIO” (...)

In risposta a:

> E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce (Gv.: III, 19). LA GINESTRA O IL FIORE DEL DESERTO. ---- Se l’inferno non fa notizia (di Moni Ovadia).

sabato 16 gennaio 2010

Se l’inferno non fa notizia

di Moni Ovadia *

Le proporzioni apocalittiche dell’immane tragedia che ha percosso senza pietà l’isola di Haiti e la sua gente lasciano senza fiato, sgomenti. Una rabbia impotente ci assale di fronte alla terribile ingiustizia di una natura che colpisce con il vertice della sua brutalità l’indifesa sofferenza dei più poveri, dei vinti. Dalle nostre fibre più intime sorge una ribellione all’idea che qualcuno possa avere la tentazione di appellarsi alle ineffabili ragioni del trascendente.

Un terremoto di tale intensità probabilmente travolgerebbe anche le precauzioni antisimiche del più ricco dei Paesi, ma per i poveri che consumano la vita nella tragedia di un esistenza senza dignità e giustizia, la violenza della terra che si scuote come un bufalo impazzito è una violenza doppia perché illumina spietatamente anche la brutalità degli uomini di un potere che impone ai propri simili disperazione, povertà e soggezione. La tragedia provocata dalla natura indifferente alle sofferenze umane provoca un’immediata reazione di solidarietà per le vittime, una solidarietà immediata diffusa, sollecita anche nei più distratti una vocazione ad essere pietosi e generosi. L’identificazione con chi soffre è ineludibile, perché se è vero che la natura matrigna predilige gli ultimi, sa colpire anche i primi, non conosce i privilegi di classe.

Ciò che è frustrante davanti a tanto dolore è che non ci sia la stessa identificazione con l’orrore della morte per fame e per sete di milioni di bimbi che si ripete con puntualità inesorabile ogni anno, forse perché quella tragedia non è provocata dal cinismo della natura ma dalla ferocia di uomini che adorano il dio privilegio i quali riescono sempre a farsi assolvere grazie alla patologia percettiva della massa grigia: pietà davanti alla “spettacolarità” del terremoto, indifferenza per lo stillicidio dello sterminio provocato dai potenti.

* l’Unità, 16 gennaio 2010


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: