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Da una generazione all’altra ...

ANTONIO GRAMSCI (1891-1937). Per la ricorrenza dell’"anno gramsciano", iniziative e manifestazioni culturali in Italia e nel mondo - a cura di Federico La Sala

giovedì 1 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Ecco le date: il 27 aprile a Cagliari, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sarà presentato il primo volume della Edizione Nazionale degli scritti di Antonio Gramsci. Il 27 e 28 aprile a Roma si svolgerà il Convegno Internazionale "Gramsci, la cultura e il mondo "con la presenza di storici e politologi europei, statuntensi, latinoamericani, cinesi, indiani e del mondo arabo. Il 13 e 15 dicembre a Turi, in Puglia, si rifletterà sul tema "Gramsci nel suo (...)

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sabato 5 maggio 2007

Per la prima volta tradotte integralmente in cinese i "Quaderni dal carcere"

Alla Cina piace Gramsci

Dal pensatore italiano ispirazioni per Pechino

di FRANCESCO SISCI (La Stampa, 1/5/2007)

Poche ore prima della celebrazione del 1 maggio, quando la Cina onora i lavoratori di tutto il mondo chiudendo i battenti degli uffici pubblici per una settimana e più, Pechino ha per la prima volta solennemente pubblicato l’edizione completa dei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci.

L’Accademia Cinese delle Scienze sociali, che ha curato la traduzione, ha ricordato che era il 70° anniversario della morte del pensatore, tralasciando il fatto che fosse comunista. In questo sembrava avere preso la linea dal presidente Giorgio Napoletano che sempre per il suo anniversario consacrava Gramsci come una figura che trascende i limiti di parte.

Per la Cina però Gramsci ha un’utilità quasi pratica. Alla scuola centrale del partito, massimo centro di strategia politica, i massimi teorici del Paese avevano scovato tra i suoi studi su Machiavelli l’ispirazione per l’idea dei “tre rappresentanti”.

Dalla fine degli anni ’90 l’allora presidente Jiang Zemin propose una teoria rivoluzionaria secondo cui il partito comunista doveva rappresentare le forze produttive, scientifiche e intellettuali più avanzate. Questa era una teoria ponte per traghettare il PC cinese fuori dall’alveo marxista. Secondo questa teoria si poteva dire che ieri queste tre forze erano incarnate dal proletariato, oggi invece ci possono essere altre forze sociali. Il compito del partito era quello di individuare questi “tre rappresentanti” e non fissarsi su una classe sociale, spiegava l’ex presidente Jiang.

Un’operazione simile era stata compiuta da Gramsci nella sua lettura del partito come moderno Principe. Come il Principe di Niccolò Machiavelli incarnava il vento nuovo della storia, così il partito che guidava il proletariato.

Da questo i cinesi traggono anche altre lezioni. Machiavelli e il suo realismo politico tracciano un filo di continuità con il realismo politico cinese che parte con il filosofo del 3° secolo a.C. Hanfei zi e arriva fino a Mao Zedong.

Inoltre tra le pagine di Gramsci, padre di quel PC italiano che accettò la dialettica democratica parlamentare dopo la seconda guerra mondiale, si potrebbero forse anche trovare elementi di ispirazione per il PC cinese. Quest’ultimo oggi è alle prese con un difficilissimo processo di riforma politica che dovrebbe concludersi con una qualche forma di democratizzazione.


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