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APPELLO E PETIZIONE

DON MILANI. NANNI BIANCHI, IL FALEGNAME DI BARBIANA, RICORDA E LANCIA UN GRIDO DI AIUTO: A LUI E AL "CENTRO FORMAZIONE E RICERCA DON LORENZO MILANI E SCUOLA DI BARBIANA" VOGLIONO TOGLIERE LA PAROLA !!! - a cura del prof. Federico La Sala

venerdì 9 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Giovanni (Nanni) Banchi, classe 1937, ha personalmente vissuto l’epoca di Don Lorenzo Milani, è stato il falegname di Barbiana ed ha visto crescere sotto i suoi occhi gli allievi della Scuola di Barbiana. 25 anni fa ha salvato Barbiana dallo sfacelo dell’abbandono e, nel completo disinteresse delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, da allora è punto di riferimento per le decine di migliaia di persone che hanno visitato Barbiana in questi anni, accogliendoli, (...)

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> DON MILANI. NANNI BIANCHI, IL FALEGNAME DI BARBIANA, RICORDA E LANCIA UN GRIDO DI AIUTO: A LUI E AL "CENTRO FORMAZIONE E RICERCA DON LORENZO MILANI E SCUOLA DI BARBIANA" VOGLIONO TOGLIERE LA PAROLA !!! - a cura del prof. Federico La Sala

mercoledì 20 giugno 2007

Ricordo di un maestro diverso dagli altri. E sono passati 40 anni

Di Sandro Lagomarsini (Avvenire, 20.06.2007)

«La povertà non si misura a pane, a casa, a caldo. Si misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale» (Esperienze Pastorali, p. 209). «Lo sai te cos’è per me la scuola popolare, vero? È la pupilla destra del mio occhio destro» (Lettere, p. 5). «Dammi altri trent’anni di scuola popolare e vedrai se non si comincerà a vedere qualcosa» (Lettere, p. 29). «Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio a averla piena. Insistono perché scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per far scuola, ma solo di come bisogna essere per poter far scuola» (Esperienze Pastorali, p. 239). «La scuola mi è sacra come un ottavo Sacramento» (Esperienze Pastorali, p. 203). «Vedo che leggete moltissimo e vi tenete sempre al corrente di tutto quello che di moderno e di geniale viene partorito nel mondo; io invece passo gran parte della giornata a far chiacchierare degli analfabeti per far del bene a loro e per arricchirmi io d’un mucchio di cose che da loro posso imparare» (Lettere, p. 32). «La differenza tra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore, ma in qualcosa che è sulla soglia tra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola» (Lettere, p. 57). «Il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i "segni dei tempi", indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso» (Lettere, p. 250). «La scuola non può essere che aconfessionale e non può essere fatta che da un cattolico e non può esser fatta che per amore (cioè non dallo Stato). In altre parole la scuola come io la vorrei non esisterà mai altro che in qualche minuscola parrocchietta di montagna oppure nel piccolo d’una famiglia dove il babbo e la mamma fanno scuola ai loro bambini» (Lettere, p. 143). Sono pensieri di Lorenzo Milani, nato il 27 maggio 1923, morto parroco di Barbiana (Fi) il 26 giugno 1967.


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