Uccidere la satira rendendo tutti potenti
di Alessandro Robecchi (il manifesto, 15.11.2006)
E alla fine comparve lui, padre George Genswein, segretario personale del papa. Bei tempi quando preti e prevosti comparivano annunciati da un intenso odore di incenso: adesso si fanno precedere da un fondo sull’Avvenire: mala tempora currunt. Nel mirino di padre George c’è la satira, che tenta «di ridicolizzare figure cattoliche» (questo è l’Avvenire). La qual cosa «non è accettabile» (questo è padre George). Crozza, Fiorello, Litizzetto, Fazio, i casi ultimi. E poi via elencando, forse all’infinito, perché la satira migliore si fa sui potenti, è una specie di autodifesa dal potere, e forse la satira morirà da sé quando saremo tutti potenti uguali, la qual cosa pare leggermente utopistica. Del resto, i tempi sono quelli che sono. Scherza coi fanti ma lascia stare i santi è un vecchio adagio popolare, ma non tiene conto del fatto molto moderno (e molto antico) che spesso i fanti partono per la guerra dicendo di farlo per conto dei santi, come fa il cristiano rinato George Bush. E la cosa si complica.
Nel travagliato viaggio dell’Occidente dalle catacombe ai giorni nostri, a fare la satira sul papa ci abbiamo messo secoli, rischiando via via il rogo, la galera e l’indice dei libri proibiti (ultimo italiano all’indice, Alberto Moravia, e non era il Medioevo). In più, siamo nel pieno della società della comunicazione, e può essere che un satirico in cerca di idee si faccia stimolare da quel che è più presente sui media e li occupa con una spaventosa sovraesposizione, proprio come il papa. Non stupisce, nelle sue dichiarazioni contro la satira, che padre George ripeta più volte di non averla vista, e di non volerla vedere in futuro. E questo è un altro vizietto atavico dei preti. Non vedono ma protestano, non hanno donne ma parlano di sesso, non fanno figli ma ti dicono come crescerli e addirittura come farli. In generale non sono molto autoironici, e dunque chi ride li disturba. Quel che non capiscono è che questo, proprio questo, fa scattare la risata che - siamo realisti - non li seppellirà. Li farà solo un pochino incazzare. Pazienza.