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"TFR", FONDI PENSIONI, VECCHIE LIQUIDAZIONI. Che fare? Sei mesi per decidere ...

venerdì 27 ottobre 2006 di Federico La Sala
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giovedì 22 maggio 2008

Fondi pensione, la crisi frena i lavoratori

di Raul Wittenberg *

In Italia stanno crollando le adesioni ai Fondi pensione. Lancia un allarme Luigi Scimìa, presidente dell’istituto che vigila sulla previdenza integrativa, la Covip. «Siamo molto preoccupati. L’anno scorso abbiamo avuto 1,5 milioni di nuovi lavoratori che hanno sottoscritto un fondo pensione. Quest’anno, da gennaio ad aprile, sono stati appena 150.000. In alcuni fondi negoziali neppure si riesce ad avere il turn over tra chi esce e chi entra, il numero di nuovi iscritti è inferiore a quello di chi va in pensione o riscatta la propria posizione». Scimìa formula una pressante raccomandazione al governo che si è appena insediato: «Occorre al più presto ridurre drasticamente l’imposta che grava sui rendimenti degli investimenti dei fondi, meglio eliminarla come si fa negli altri paesi».

Adesso l’imposizione è all’11%. Inferiore al 12,5% per i Fondi comuni speculativi. Ma «un punto e mezzo di differenza è troppo poco». E allora, conviene mettere il Tfr nei Fondi? È convenuto? La risposta è sì. E’ convenuto. Certo, la crisi del 2007 ha avuto conseguenze anche sui fondi pensione italiani. Non perché questi avessero comprato le azioni delle società che vendevano mutui ad alto rischio: una indagine dell’istituto di vigilanza, la Covip, ha accertato che l’indiretta esposizione dei nostri fondi integrativi era vicina allo zero (la legge vieta l’investimento ad alto rischio). In realtà essi hanno risentito della crisi più generale provocata dal crack subprime. Di conseguenza, nei 12 mesi del 2007 il rendimento medio dei fondi pensione è stato del 2,1% per i fondi negoziali di categoria. E addirittura negativo (-0,4%) per i fondi aperti di banche assicurazioni e società del risparmio gestito. Nello stesso periodo il TRF rendeva il 3,1%, nella composizione tra l’1,5% fisso e il 75% dell’indice dei prezzi al consumo.

Ma sarebbe una sciocchezza esprimere un giudizio sui fondi nel confronto con il Tfr, limitandosi alla performance di 12 mesi. Al contrario dei fondi d’investimento, i fondi pensione sono una forma di risparmio gestito a lungo-lunghissimo termine. La prestazione di un fondo d’investimento - riprendersi il capitale rivalutato - si può avere anche dopo un mese, se hai bisogno di quei soldi e ti accontenti di un rendimento quasi nullo. La prestazione di un fondo pensione - quella istituzionale, cioè il vitalizio - puoi averla solo quando andrai in pensione a 65 anni e più. Quindi la valutazione sul rendimento del sistema dei fondi pensione va fatta nel medio e nel lungo periodo.

E allora, se guardiamo ai rendimenti cumulati nei cinque anni 2003-2007, i fondi negoziali hanno guadagnato il 25%, i fondi aperti il 25,4% per la relativa preponderanza dei comparti azionari. E nei cinque anni il TFR ha guadagnato dieci punti in meno, il 14,3 per cento. Ogni centomila euro, 14 mila euro dal TFR, 25.000 euro da un fondo pensione. Chi ha messo il TFR in un fondo pensione, ci ha guadagnato di più. Il bilancio a lungo termine per un investimento a lungo termine è obbligatorio perché caratteristica dei mercati finanziari è che sono altalenanti. Ai periodi i bassi rendimenti seguono sempre periodi di ripresa. C’è però una componente che non va sottovalutata. È il fattore rischio. Nel Tfr capitale e rendimento sono garantiti dallo Stato, il rischio finanziario è a carico della collettività (e in parte delle aziende che pagano una apposita assicurazione). Nei Fondi pensione nulla è garantito, è certo quanto paghi, è incerto quanto avrai. I rischi finanziari vengono trasferiti a carico del singolo lavoratore, anche il più sprovveduto. Questo in via di principio.

Ma con la destinazione forzosa del Tfr ai Fondi (fatto salvo l’esplicito dissenso dell’interessato) questo principio diventava una aberrazione. Per questo la legge ha introdotto un correttivo. La garanzia è assicurata ai cosiddetti silenti: i lavoratori che non hanno espresso alcun parere sulla destinazione del loro Tfr, che è andato in uno specifico fondo dell’Inps. In questo caso, il patrimonio investito nel fondo avrà garantito, oltre al capitale, il tasso di rendimento che avrebbe avuto come Tfr. Inoltre il fondo pensione garantito nel capitale e in un certo interesse è uno dei tanti prodotti di risparmio previdenziale che il mercato offre a chiunque.

Ma la garanzia costa, è il prezzo può consistere in contributi più alti o in pensione più bassa. Insomma, nonostante la crisi dei subprime il fondo pensione funziona. Specialmente in Italia, per il divieto imposto ai fondi di investire in obbligazioni contenenti strumenti ad alto rischio come gli hedge found e i subprime: i tassi d’interesse sono elevati, ma si tratta di polpette avvelenate. C’era stato un tentativo di liberalizzazione, per fortuna è stato sventato dalla ferma opposizione della Covip e di tutti i sindacati.

* l’Unità, Pubblicato il: 22.05.08, Modificato il: 22.05.08 alle ore 20.16


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