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"TFR", FONDI PENSIONI, VECCHIE LIQUIDAZIONI. Che fare? Sei mesi per decidere ...

venerdì 27 ottobre 2006 di Federico La Sala
Dopo l’accordo tra governo e parti sociali, 6 mesi per scegliere
dall’inizio del 2007. Un vademecum per capire cosa conviene fare
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ROMA - Tfr o fondi pensione? L’idea di "trasformare" in una rendita vitalizia la liquidazione (trattamento di fine rapporto), che per (...)

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giovedì 9 novembre 2006

Tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil scrivono al governo. "Così i lavoratori non avranno più la liquidazione dalle aziende"

Tfr, Cgil, Cisl e Uil protestano "La norma non corrisponde all’accordo"

Il problema riguarderebbe chi sceglierà di non aderire alla previdenza complementare: "Solo un errore tecnico o una violazione dell’intesa?"

ROMA - L’emendamento alla Finanziaria sul Tfr non corrisponde agli impegni assunti dal governo nel memorandum siglato con i sindacati e Confindustria. E’ quanto affermano il segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Morena Piccinini, Pierpaolo Baretta e Domenico Proietti, chiedendo all’esecutivo un chiarimento urgente in proposito.

"Con il memorandum sul Tfr siglato con sindacati e Confindustria - scrivono i tre sindacalisti - il Governo ha assunto l’impegno di presentare al Parlamento un emendamento all’articolo 84 della Finanziaria per recepire integralmente l’intesa medesima. Risulta a Cgil, Cisl e Uil che l’emendamento preparato dal Governo non corrisponda agli impegni assunti, prevedendo che il lavoratore che sceglierà di mantenere il Tfr anzichè aderire alla previdenza complementare, non potrà più richiedere l’intero Tfr maturato e le relative anticipazioni all’azienda presso la quale è occupato (se ha più di 50 dipendenti), ma direttamente al fondo presso la Tesoreria dello Stato gestito dall’Inps verso il quale sarà transitato il Tfr".

Cgil, Cisl e Uil chiedono quindi "che il Governo chiarisca immediatamente se si tratta di un errore, altrimenti - ricordano - siamo in presenza di una palese violazione dell’accordo sottoscritto con le parti sociali, non essendo assolutamente accettabile che il lavoratore sia penalizzato da questa operazione e ostacolato pesantemente nel momento in cui, legittimamente, richiede di riscuotere le prestazioni dovute, che dovranno essere erogate esclusivamente dall’impresa".

(9 novembre 2006) la Repubblica


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