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MAMMASANTISSIMA. Il grande ordine simbolico del "Che-rùbino" ... tutti e tutto!!!

lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHE RùBINO" TUTTO E TUTTI !!! PER IL "logo" della "SAPIENZA" DI ROMA, UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!! Una nota, con articoli - a cura di Federico La Sala

sabato 12 luglio 2008
[...] Affinché il "cherubino" non diventi "un diavoletto"... che ha trovato una pietra "cara" e "preziosa" ed esclami: "che - rubìno!" ... Qui non capiscono il valore di un’"ACCA" - H, lo prendo Io: lo venderò a "caro-prezzo" ("caritas"); e fonderò un ’nuovo’ partito, una ’nuova’ chiesa [...]
ITALIA: LA NOSTRA PATRIA E’ LA LINGUA, NON LA TERRA NON IL SANGUE. Dante e Saussure insegnano.
EMERGENZA EDUCATIVA: TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI.
 (...)

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> PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHERUBINI"!!! Università: contro la catastrofe culturale in atto, la ’ripresa’ del paradigma del "principio": "Ecce Homo"!!! PER IL "logo" della "SAPIENZA" DI ROMA, UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, Giorgio Napolitano, e al prof. Tullio De Mauro. Non il "che .. rubìno" o il "che .. rùbino", ma "IL CERVO ALLA FONTE", che beve l’ "acqua" dalla "Fontana dei Libri"!!!

venerdì 24 novembre 2006

Incontrarsi e discutere nei luoghi di insediamento della conoscenza

Nuove potenzialità e nuove soggettività nel mondo della «knowledge society». Dall’Unione degli studenti una proposta e una richiesta di confronto sulla libertà di arricchire la propria formazione in ogni fase della vita

di Giuseppe Di Molfetta (*) (il manifesto, 23.11.2996)

Quanto nella società del nuovo millennio il ruolo della conoscenza e dei saperi sia cruciale risulta evidente alla luce di come i governi e le grandi multinazionali dibattono su come precluderne l’accesso sia a singoli che addirittura a interi popoli. Tra l’altro le analisi attualmente in voga ci convincono facilmente di come la quantità di sapere di cui uno dispone e l’uso che gli è consentito farne sono il discriminante nella definizione dei ruoli sociali e sembra che l’attuale sfruttamento capitalistico, all’inverso di quello moderno, non crei differenze culturali e sociali ma si fondi su di esse: ergo, liberare le conoscenze e i saperi e dare ad un soggetto la possibilità, anche economica, di farne quello che crede a prescindere dalle fluttuazioni del mercato, è un rischio mortale per il capitalismo stesso.

All’interno della «knowledge society» il sapere assume la dimensione di fattore produttivo centrale, e se consideriamo il sapere come quel insieme di capacità eterogenee derivante dall’apprendimento esperienziale di un individuo all’interno di una comunità emerge un nuovo macro aggregato sociale in cui tutti finiscono per essere produttori di conoscenza. Tra di essi vi sono i lavoratori della conoscenza e soprattutto i soggetti in formazione che non assimilano solo conoscenza ma la rielaborano e la socializzano, come gli studenti o i dottorandi.

Spesso i soggetti in formazione non hanno la possibilità di utilizzare le proprie conoscenze nel modo che desiderano o almeno farne l’uso più coerente ad esse: questa impossibilità nella maggior parte dei casi è una derivata del reddito dell’individuo e del rapporto di esso al costo della vita. Non a caso assieme al dibattito sulla recinzione dei saperi e sui beni comuni, ne ha preso piede uno sul reddito di cittadinanza. Quest’ultimo infatti è lo strumento tramite il quale non solo ognuno può accedere ai diritti di cittadinanza più elementari, come poter istruirsi o banalmente andare a teatro, ma anche permettere al singolo individuo di ritrovare una propria dimensione autonoma dal mercato e costruirsi un progetto di vita più che una vita a progetto.

L’Unione degli studenti a partecipa alla promozione di soluzioni concrete come il reddito in chiave formativa che garantisca a tutti la possibilità di accedere ai saperi per tutto l’arco della vita, assicurando il diritto di ogni individuo a formarsi in modo autonomo e a disporre di pezzi della propria vita senza dover essere schiavo della precarietà. La stessa data del 17 novembre come giornata internazionale degli studenti, rappresenta il bisogno di ribellarsi e costruire la società del futuro su paradigmi diversi. Le realtà sociali e politiche del nostro paese hanno affrontato con superficialità questi temi spesso tramite timidi provvedimenti legislativi. Non si è riusciti ad ottenere il cambiamento perché si è letto il presente tramite le categorie tradizionali del lavoro, imponendo un’analisi fordista là dove era ed è necessario un approccio radicalmente innovativo. Eppure esiste una alternativa a questo grave scollamento tra la cultura sindacale e le nuove povertà, le nuove emarginazioni sociali e i nuovi bisogni collettivi: una forma di rappresentanza sociale che ha come luoghi di insediamento le scuole, le università. Non solo tuttavia i luoghi canonici del sapere, ma tutti quelli in cui vigono altri codici, altri linguaggi e altri saperi non formalizzati e non riconosciuti; quei luoghi quali le metropoli in cui l’individuo soffre la solitudine e il conflitto perenne con l’altro in termini di competizione di spazi e risorse di vita.

Noi dell’Unione degli Studenti vogliamo lanciare un appello affinché si convochi nel mese di dicembre una tavola rotonda di confronto-studio per un nuovo sistema di tutele sociali nella società della conoscenza, a cui vogliamo che prendano parte le esperienze sindacali del lavoro della conoscenza, i mediattivisti, i dottorandi e gli studenti delle scuole e delle università.

E in quel contesto dobbiamo declinare in modo concreto le nostre leggi regionali e la legge quadro nazionale sul diritto allo studio, quanto chiedere l’abrogazione della legge Urbani, la rivisitazione della normativa per il diritto d’autore, la promozione di software libero e open source e il libero accesso alle reti informazionali e globali. Dobbiamo avere il coraggio di stare insieme per chiedere una legge che garantisca l’apprendimento per tutta la vita, un nuovo status per le conoscenze, una battaglia per la libertà del sapere, perché non sia mercificato.

Crediamo che sia necessario cominciare quel lungo cammino in salita verso una società fondata su un nuovo sistema di tutele e diritti, convinti che sia il sapere una delle discriminanti fondamentali che determina le opportunità degli individui così come possiamo dirci che il diritto all’apprendimento e l’accesso alla conoscenza deve diventare una battaglia di cittadinanza come fu il diritto al lavoro nel ’900.

* Unione degli Studenti


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