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MAMMASANTISSIMA. Il grande ordine simbolico del "Che-rùbino" ... tutti e tutto!!!

lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHE RùBINO" TUTTO E TUTTI !!! PER IL "logo" della "SAPIENZA" DI ROMA, UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!! Una nota, con articoli - a cura di Federico La Sala

sabato 12 luglio 2008
[...] Affinché il "cherubino" non diventi "un diavoletto"... che ha trovato una pietra "cara" e "preziosa" ed esclami: "che - rubìno!" ... Qui non capiscono il valore di un’"ACCA" - H, lo prendo Io: lo venderò a "caro-prezzo" ("caritas"); e fonderò un ’nuovo’ partito, una ’nuova’ chiesa [...]
ITALIA: LA NOSTRA PATRIA E’ LA LINGUA, NON LA TERRA NON IL SANGUE. Dante e Saussure insegnano.
EMERGENZA EDUCATIVA: TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI.
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> lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. --- Università “La Sapienza”: Giornata del laureato ed educazione finanziaria (di Ignazio Visco)

lunedì 3 aprile 2023

Giornata del laureato

di Ignazio Visco (Insula europea, 2 aprile 2023)

      • [Foto] L’immagine di copertina è di Enrico Pulsoni

Ringrazio la Magnifica Rettrice dell’Università “La Sapienza”, Professoressa Antonella Polimeni, e il Professor Eugenio Gaudio, Presidente della Fondazione Roma Sapienza, per il gradito invito a partecipare a questa Cerimonia di premiazione dei migliori laureati, che saluto e con cui soprattutto desidero complimentarmi per il riconoscimento dell’impegno profuso negli studi. È un servizio che avete reso prima di tutto a voi stessi, che contribuirà alla vostra crescita personale, a rendervi cittadini informati e consapevoli, e che favorirà il vostro avanzamento professionale. Ma è anche un servizio fondamentale per il Paese, che potrà beneficiare delle vostre conoscenze e competenze.

Il mondo che state per affrontare, sia per chi di voi proseguirà gli studi, sia per chi si appresta ad entrare nel mercato del lavoro, è molto diverso da quello che trovai all’indomani della mia laurea, in questo stesso ateneo, oramai oltre cinquant’anni fa.
-  Negli anni Settanta in un mondo ancora poco interconnesso e privo delle possibilità tecnologiche di cui oggi disponiamo, l’orizzonte di riferimento per la maggior parte delle persone erano i confini nazionali. L’interscambio di beni e servizi era pari nel 1971 al 13 per cento del prodotto mondiale, meno della metà di oggi. E ben inferiori erano i movimenti di persone: per i voli in aereo, ad esempio, dai 350 milioni di passeggeri di allora siamo passati a più di 4,5 miliardi del 2019. Quando ero studente i calcoli per i modelli econometrici venivano sovente fatti di notte per risparmiare sui costi di computer spesso grandi quanto una stanza non piccola e migliaia di volte meno potenti di un moderno PC o di uno smartphone. E per istruirli a eseguire i calcoli necessari si passavano ore a perforare migliaia di cartoncini rettangolari...
-  Dai primi anni Novanta, con la fine della “Guerra fredda” e sull’onda di due importanti fenomeni si è assistito a un profondo mutamento. Il primo è l’intensificazione del processo di integrazione dei mercati economici e finanziari, concretizzatosi nella forte crescita degli scambi commerciali internazionali e degli investimenti su scala globale. Il secondo è l’accelerazione senza precedenti del progresso tecnologico, su cui hanno influito dapprima la cosiddetta rivoluzione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e, negli anni più recenti, la digitalizzazione.
-  Tali fenomeni hanno favorito non solo i movimenti tra paesi di persone, beni, servizi e capitali finanziari, ma anche lo scambio e la diffusione di idee, informazioni, metodi di produzione. I loro effetti sono stati visibili tanto nell’economia, quanto nella società e nella vita di ogni giorno. Negli ultimi trent’anni, in particolare, il prodotto mondiale è quasi raddoppiato in termini pro-capite; la mortalità infantile si è più che dimezzata (passando dal 64 a meno del 29 per mille, da 11 a 4 nei paesi avanzati) e la speranza di vita media alla nascita è salita di 7 anni (superando i 72 anni nel 2020, oltre 80 nei paesi ad alto reddito e 82 in Italia); più di un miliardo di persone sono uscite dalla povertà estrema (definita da un reddito o una spesa per consumi minore di 1,9 dollari al giorno ai prezzi del 2011) pur in presenza di un aumento della popolazione globale di oltre 2,5 miliardi, concentrato nei paesi meno sviluppati; la diffusione di Internet e della telefonia mobile hanno trasformato le modalità di comunicazione e ne hanno drasticamente abbattuto i costi.
-  Questi sviluppi non sono stati tuttavia privi di difficoltà, anche nelle risposte delle politiche economiche. Ne sono derivati squilibri di varia natura quali quelli climatici o gli eccessi dovuti all’espansione, in parte non controllata, della finanza privata di cui la crisi finanziaria globale del 2008-09 è un esempio.
-  Sul piano sociale, la crescita delle economie emergenti e in via di sviluppo, assai più rapida che in quelle avanzate, ha ridotto i divari di reddito “tra paesi” e la disuguaglianza a livello globale ma è nello stesso tempo cambiata la distribuzione dei redditi “all’interno” dei singoli paesi, in generale nella direzione di un aumento delle disparità. L’aspetto più grave di questo problema è che, in particolare nelle economie avanzate, l’aumento delle disuguaglianze si è accompagnato a una riduzione del grado di mobilità sociale inter-generazionale. Una mobilità sociale elevata è, invece, la migliore indicazione che il destino delle nuove generazioni non è segnato dalla nascita e che competenze, merito e impegno contano davvero.
-  In un mondo così profondamente diverso e intrinsecamente molto più complesso rispetto a trent’anni fa, l’investimento in conoscenza è un fattore chiave, sia a livello individuale sia per la società. Ne ho parlato ampiamente, anche in un piccolo libro di quasi 15 anni fa e rivisto una decina di anni or sono. In esso argomentavo che oltre alle conoscenze tradizionali - essenziali tanto nelle componenti umanistiche quanto in quelle scientifiche che non possono e non devono essere contrapposte le une alle altre - la conoscenza oggi risiede anche nell’acquisizione di nuove competenze.
-  Il capitale umano non si acquisisce più, una volta per tutte, sui banchi di scuola, per poi applicarlo durante l’intera vita lavorativa. È oggi cruciale la capacità di mobilitare in maniera integrata risorse interne (il sapere e il saper fare) ed esterne (l’apertura alla collaborazione e alla condivisione dei saperi) per affrontare efficacemente situazioni spesso inedite e certamente non di routine. La competenza interagisce con l’innovazione e consente un rapido adattamento ai mutamenti.
-  Sempre più occorrerà coltivare, anche se sono consapevole di usare termini oggi forse un po’ inflazionati, l’esercizio del pensiero critico e l’attitudine, la propensione, alla risoluzione dei problemi. Le conoscenze tradizionali restano un bagaglio irrinunciabile, ma vanno inserite in un contesto necessariamente dinamico, tanto più in un mondo soggetto a shock così importanti quali quelli degli ultimi anni, dalla pandemia ai nuovi scenari geopolitici, in cui saranno decisive la disponibilità nei confronti dell’innovazione, la creatività e la curiosità intellettuale, la capacità di comunicare in modo efficace.
-  Di questo siamo sempre più consapevoli anche nell’Istituto che oggi dirigo. La Banca d’Italia è un’istituzione con molteplici funzioni. Tra le tante, abbiamo sempre cercato di dare il nostro contributo per diffondere la conoscenza. Tradizionalmente lo abbiamo fatto puntando sull’analisi economica, i cui risultati culminavano, e ancora culminano, nella Relazione annuale e nelle Considerazioni finali del governatore, inaugurate da Luigi Einaudi nel 1947 (con le parole “Importa ora compiere dei fatti avvenuti una analisi che direi economico-morale”). In Banca d’Italia c’è sempre quindi stata un’“ansia di educare”, con messaggi indirizzati in passato soprattutto alle classi dirigenti.
-  Più di recente, con l’educazione finanziaria abbiamo iniziato a rivolgerci a un pubblico sempre più ampio. Abbiamo fatto un significativo investimento per raggiungere il numero più alto possibile di cittadini; un Servizio esplicitamente dedicato a questa attività è stato creato nel 2020. Alla luce dei grandi e rapidi cambiamenti registrati negli ultimi trent’anni, inclusi quelli prodotti dall’innovazione finanziaria, riteniamo essenziale che le persone posseggano sufficienti conoscenze di base dei prodotti e degli strumenti finanziari, in particolare per evitare di essere penalizzati nell’investimento dei loro risparmi.
-  Nella teoria economica tradizionale, gli individui possiedono già le conoscenze che servono e fanno sempre scelte ottimali; quando sbagliano, correggono i loro errori nelle decisioni successive. Tuttavia molti autori - da Herbert Simon a Daniel Kahneman, da Amos Tversky a Richard Thaler - hanno invece sottolineato i limiti della razionalità umana e la tendenza degli individui a soffrire di distorsioni cognitive. Tendiamo ad avere, infatti, una preferenza eccessiva per il presente, sottovalutando, ad esempio, l’utilità di piani pensionistici e assicurativi. Consideriamo le spese in contanti come diverse rispetto a quelle effettuate con le carte di pagamento. Subiamo spesso l’effetto “dotazione”, attribuendo più valore a un bene che già possediamo - ad esempio un appartamento ricevuto in eredità, anche considerandone qualità non puramente monetarie - rispetto a quanto saremmo disposti a pagare per acquistarlo. Soffriamo di effetti di “inquadramento”, facendoci influenzare dalle modalità di presentazione di una notizia. Non diversifichiamo a sufficienza i nostri investimenti e non siamo spesso sufficientemente consapevoli della correlazione che esiste tra il rischio e il rendimento di un prodotto finanziario.
-  L’acquisizione di competenze finanziarie è, a pieno titolo, una forma di investimento in capitale umano capace di accrescere il benessere e le possibilità degli individui. Questo vale oggi molto più che in passato, per molte ragioni. Perché, ad esempio, l’aspettativa di vita è aumentata e perché abbiamo una responsabilità maggiore nella formazione del risparmio per gli anni di vita oltre l’età di lavoro. O perché è cambiata la composizione della ricchezza finanziaria; le famiglie non detengono più solo depositi bancari e titoli di Stato ma hanno sempre più l’opportunità di investire in strumenti finanziari complessi. Decisioni inappropriate, quali un indebitamento eccessivo o investimenti poco consapevoli in strumenti rischiosi, possono condurre a situazioni di forte tensione. Anche la digitalizzazione crescente della finanza pone tutti noi di fronte a scelte complicate.
-  L’alfabetizzazione finanziaria è anche uno strumento di cittadinanza. Avere conoscenze di base di economia e finanza aiuta a comprendere meglio la realtà e a partecipare attivamente alla società. La non comprensione delle misure di politica economica, ad esempio, può ridurne l’efficacia.
-  Ciò richiama l’importanza dell’educazione finanziaria per accrescere, alla luce dei ritardi esistenti, il grado di alfabetizzazione della popolazione. Secondo l’ultima edizione, del 2018, dell’indagine PISA dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il grado di alfabetizzazione finanziaria dei nostri quindicenni è più basso della media. Per gli adulti siamo addirittura agli ultimi posti nella classifica secondo l’indagine condotta nel 2020 dalla Banca d’Italia con la metodologia sviluppata dall’OCSE su 26 paesi, non solo quelli più avanzati.
-  Il nostro Istituto ha quindi deciso di impegnarsi con forza nell’educazione finanziaria, attività che svolgiamo, anche grazie alla nostra rete di filiali, nell’ambito dei più ampi compiti di tutela della clientela dei servizi bancari e finanziari. Tale tutela si avvale della regolamentazione, della vigilanza sul comportamento degli intermediari, degli strumenti di salvaguardia individuali quali l’Arbitro Bancario Finanziario e la gestione degli esposti. Ma l’alfabetizzazione finanziaria dei risparmiatori, oltre a costituire per loro una prima difesa, rafforza l’ambiente in cui le diverse istituzioni sono chiamate a operare e rende, quindi, più efficaci i loro strumenti.
-  A questo riguardo, la Banca d’Italia è protagonista e promotrice di molte iniziative in contesti nazionali e internazionali. Partecipiamo con il massimo impegno al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato Edufin) istituito nel 2017 per dare attuazione in Italia alla Strategia nazionale di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Guidiamo il gruppo di lavoro Global Partnership for Financial Inclusion (GPFI) del Gruppo dei 20, che ha lo specifico obiettivo di promuovere l’inclusione attraverso l’educazione finanziaria, e l’International Network on Financial Education dell’OCSE.
-  I contenuti delle nostre attività di formazione riguardano, in primo luogo, gli argomenti della finanza personale (ad esempio la pianificazione familiare o l’importanza di investimenti oculati basati sulla diversificazione). Attraverso l’educazione finanziaria facciamo conoscere anche le nostre funzioni istituzionali: la politica monetaria; la vigilanza sulle banche e gli altri intermediari finanziari; l’emissione di banconote; la gestione delle infrastrutture di pagamento all’ingrosso e al dettaglio nell’area dell’euro; la sorveglianza sul sistema dei pagamenti nazionale.
-  Siamo particolarmente attivi nel mondo della scuola e riteniamo che l’inserimento dell’educazione finanziaria tra le attività curriculari, ad esempio nell’ambito dell’educazione civica, avrebbe un grande impatto nell’accrescere i livelli di alfabetizzazione. Il progetto più consolidato è quello basato sui volumi “Tutti per uno, economia per tutti!”, che prevede l’offerta di seminari destinati ai professori delle scuole primarie e secondarie, che poi affrontano temi di economia e finanza nelle classi. Abbiamo di recente avviato una collaborazione con alcune facoltà di Scienze della Formazione per la preparazione dei futuri insegnanti. Offriamo anche “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, in quella che in passato era chiamata “alternanza scuola lavoro”.
-  Le iniziative per gli adulti includono anzitutto le attività rivolte al pubblico attraverso il portale “L’Economia per tutti”, che raccoglie contenuti e attività di educazione finanziaria, proponendo notizie e approfondimenti su temi di attualità (ad esempio sulle cripto-attività), e mediante la collana “Le Guide della Banca d’Italia” che illustra, cercando di farlo attraverso un linguaggio più semplice possibile, temi di interesse per le famiglie e le imprese: dal conto corrente ai pagamenti nel commercio elettronico; dal credito al consumo ai mutui ipotecari e alla Centrale dei rischi.
-  Agli interventi di natura trasversale si affiancano poi numerose iniziative formative per gruppi specifici di adulti, tipicamente cittadini con bassa scolarizzazione, donne, migranti, detenuti, categorie contraddistinte da livelli molto bassi di alfabetizzazione finanziaria. In questo quadro il progetto “Scelte finanziarie e rapporti con le banche” persegue il rafforzamento delle competenze finanziarie, oggi non elevate, delle piccole imprese e degli artigiani nella convinzione che questo possa apportare rilevanti benefici per il tessuto produttivo italiano. Per concludere con alcune iniziative più recenti, vi sono la campagna di divulgazione su temi di economia e finanza in collaborazione con la RAI e la realizzazione del nuovo “museo della moneta” (e dell’educazione finanziaria), che sarà inaugurato nel 2025 ma di cui sarà possibile visitare una vasta anteprima, dall’autunno di quest’anno, al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

      • CONTINUAZIONE nel post successivo


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