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MAMMASANTISSIMA. Il grande ordine simbolico del "Che-rùbino" ... tutti e tutto!!!

lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHE RùBINO" TUTTO E TUTTI !!! PER IL "logo" della "SAPIENZA" DI ROMA, UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!! Una nota, con articoli - a cura di Federico La Sala

sabato 12 luglio 2008
[...] Affinché il "cherubino" non diventi "un diavoletto"... che ha trovato una pietra "cara" e "preziosa" ed esclami: "che - rubìno!" ... Qui non capiscono il valore di un’"ACCA" - H, lo prendo Io: lo venderò a "caro-prezzo" ("caritas"); e fonderò un ’nuovo’ partito, una ’nuova’ chiesa [...]
ITALIA: LA NOSTRA PATRIA E’ LA LINGUA, NON LA TERRA NON IL SANGUE. Dante e Saussure insegnano.
EMERGENZA EDUCATIVA: TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI.
 (...)

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> lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHE RùBINO" TUTTO E TUTTI !!! --- La sfida del rettore ai laici. La Sapienza aspetta il Papa.Frati: consegnato l’invito.

domenica 4 gennaio 2009


-  Frati: consegnato l’invito. E dopo il caso Morucci nuove regole per gli ospiti
-  Apertura a testimoni anche "scomodi" come gli ex br. Però con il contraddittorio

La Sapienza aspetta il Papa la sfida del rettore ai laici

di CARLO PICOZZA *

ROMA - L’invito formale per una visita alla Sapienza, il rettore Luigi Frati l’ha consegnato direttamente nelle mani del Papa. Lo ha fatto "accogliendo la richiesta di Benedetto XVI di avere il foglio del discorso da me fatto in rappresentanza dei rettori e nel quale rinnovavo la richiesta di una sua visita".

All’incontro degli universitari romani con il Papa, per gli auguri di Natale nella tradizionale messa a San Pietro, è seguito "un segnale di attenzione da parte del portavoce del pontefice, due giorni dopo, con una sorta di assicurazione a raccogliere l’invito, cosa più unica che rara per padre Federico Lombardi".

Insomma, il Papa andrà alla Sapienza? "Penso proprio di sì. Sarebbe irragionevole rifiutarne ancora una volta la visita in una occasione opportuna". Ë quindi anche secondo l’attuale rettore sarebbe stata inopportuna la presenza di Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico nel 705° anniversario della fondazione dell’università? "Inopportuna mi è sembrata la posizione dei 67 colleghi che hanno firmato la lettera contro, non tanto per l’espressione di una legittima laicità, quanto per i giudizi espressi sul pensiero del pontefice. L’università deve essere un luogo aperto: il suo compito è la diffusione delle conoscenze scientifiche e della cultura. Con un’unica regola: che a trattare gli argomenti siano quanti sulla materia hanno studiato, fatto ricerche e pubblicazioni".

Perciò ribadisce il suo "no" secco all’ex br Morucci? "Terrorismo, Foibe, Olocausto: sui grandi temi siano gli esperti a parlare. Vengano qui a insegnare o a incontrare gli studenti e, se ce ne fosse bisogno, siano loro a chiamare i protagonisti, aggressori, testimoni e vittime, degli eventi tragici oggetto di studio o del solo confronto". "Quanti si sono macchiati di sangue non si erigano a maestri", dice. "Neanche quando, sinceramente pentiti, possono mettere a disposizione la loro esperienza. Occorrono, filtri, strumenti e regole per il confronto su questi temi se non si vuole offendere la memoria di quanti non possono più dire la loro".

E le "regole" - il giorno dopo l’alt alla "lezione" dell’ex brigatista rosso componente del gruppo di fuoco della strage in via Fani, del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro - Frati le sta preparando, insieme con una lettera a docenti e studenti del Senato accademico e del cda dell’ateneo. Quali sarebbero? "Quelle che consentano all’università di svolgere le attività di formazione e ricerca rifuggendo da tentazioni che ne snaturerebbero il ruolo. Questo è luogo di studi non un Parlamento né una tribuna politica".

Ma il rettore vuole tornare sulla visita del pontefice. Fruga tra i file del suo computer: "Ecco il testo letto davanti al Papa e che lui, alla fine del mio intervento, mi ha chiesto di lasciargli: "Confesso di non aver capito, da ricercatore prima che da credente, il pregiudizio che nel gennaio 2008 ha mosso chi ha fatto riferimento al caso Galileo per giustificare una contrarietà alla Sua visita alla Sapienza. E come rettore, nella prolusione all’anno accademico, ho detto che attendiamo una Sua visita. Invito che in questa occasione rivolgiamo a Lei, studioso raffinato di filosofia, ma anche a Lei come vescovo di questa città"".

"Un anno fa", continua Frati, "un gruppo di colleghi scrisse al rettore di allora ritenendo inopportuno l’invito al Papa a tenere la prolusione all’anno accademico. Non si trattava di una prolusione, ma di un intervento dopo l’inaugurazione. L’invito a tenere la prolusione non c’è mai stato e non ci sarà. L’invito a venire alla Sapienza c’è stato e ci sarà ancora. Con modalità senza equivoci".

* la Repubblica, 4 gennaio 2009


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