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La costruzione del ’presepe’ cattolico-romano .... e la ’risata’ di Giuseppe!!!

MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. "VA’, RIPARA LA MIA CASA"!!! Benedetto XVI ha ricordato la conversione di Francesco: «l’ex play boy convertito dalla voce di Dio»... ma ha "dimenticato" la denuncia sul "ritardo dei lavori", fatta da Pirandello già a Benedetto XV. Che disastro!!!

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA - NON GIOCASTA!!!
giovedì 4 ottobre 2012 di Federico La Sala

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> MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. "VA’, RIPARA LA MIA CASA"!!! ---- Benedetto XVI a Loreto sulle orme del Papa buono (di Roberto Monteforte)

venerdì 5 ottobre 2012


Benedetto XVI a Loreto sulle orme del Papa buono

di Roberto Monteforte (l’Unità, 5 ottobre 2012)

«La solidarietà e l’amore prevalgano sull’egoismo». È questo il messaggio lanciato ieri da Benedetto XVI dal santuario mariano di Loreto. Perché, nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, - ha aggiunto - è «l’Incarnazione del Figlio di Dio» che invita alla speranza. Che ci dice che «anche nei momenti difficili non siamo soli». Per questo - ha scandito nella sua omelia - dobbiamo «tornare a Dio», «Perché l’uomo torni ad essere uomo». Invita, tanto più nei momenti difficili, di crisi, a non perdere l’orizzonte della fede e della speranza. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza. «Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna».

Così, sulle orme del suo predecessore Papa Giovanni XXIII che 50 anni fa, proprio il 4 ottobre 1962, in treno raggiunse in pellegrinaggio la cittadina delle Marche per affidare alla Madonna il Concilio Vaticano II, ieri Papa Ratzinger ha voluto affidarle le due iniziative con le quali ha rilanciato gli insegnamenti del Concilio: il Sinodo dei vescovi dedicato alla «Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» che aprirà con la celebrazione nella basilica di san Pietro domenica prossima 7 ottobre e l’ «Anno della Fede» che aprirà l’11 ottobre, esattamente nel giorno di apertura del Vaticano II.

È stata una visita breve quella del Papa a Loreto, ma di forte intensità. Accolto nella piazza di fronte al santuario dalle autorità religiose e civili e da oltre 10mila fedeli, nella sua omelia Papa Ratzinger ha lanciato la sfida. Ha ricordato come la «Santa Casa» della Madonna di Loreto fosse collocata su una strada. E come questo stesse a significare che «non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi».

È una Chiesa aperta a tutti quella che invoca. Dove tutti sono fratelli e sorelle. Che non conosce stranieri. È tornato a porre la questione di Dio, della sua presenza concreta nella storia e nella vita, di come l’apertura alla trascendenza possa cambiare la condizione umana.

E domanda: si è aperti a questa dimensione oppure si ha paura che «la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà, e se vogliamo riservarci una parte della nostra vita, in modo che possa appartenere soltanto a noi»? Non è solo dall’egoismo che mette in guardia. Pone il problema della «vera libertà». Perché, afferma, è proprio Dio «a liberare la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell`amore, che si fa servizio e condivisione».

Invita a non pensare che la dimensione di fede possa coartare la libertà. Anzi, sarebbe proprio questa a consentire una libertà più profonda. Torna richiamare il mistero della Natività, del sì di Maria a Dio che le consente di accogliere Gesù e così di realizzare il progetto di amore del Padre, con il Dio che diventa uomo. È così che «si uniscono cielo e terra». Rinnova l’immagine usata nel suo pellegrinaggio da Papa Roncalli, quel «congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo dell’Incarnazione e della Redenzione». È proprio quel mistero riconosciuto che dovrebbe cambiare la vita e «tutte le forme della vita sociale».

Nelle parole del Papa non è mancato un richiamo concreto alle preoccupazione delle famiglie e dei giovani delle Marche, che vivono il dramma della disoccupazione. Lo ha fatto citando «i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore». Nel pomeriggio in elicottero il rientro in Vaticano


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