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La costruzione del ’presepe’ cattolico-romano .... e la ’risata’ di Giuseppe!!!

MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. "VA’, RIPARA LA MIA CASA"!!! Benedetto XVI ha ricordato la conversione di Francesco: «l’ex play boy convertito dalla voce di Dio»... ma ha "dimenticato" la denuncia sul "ritardo dei lavori", fatta da Pirandello già a Benedetto XV. Che disastro!!!

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA - NON GIOCASTA!!!
giovedì 4 ottobre 2012 di Federico La Sala

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> MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. "VA’, RIPARA LA MIA CASA"!!! --- PAPA "FEANCESCO" - BERGOGLIO:«La Chiesa si spogli dello spirito del mondo, cancro della società». «Non si può servire Dio e il denaro, la vanità e l’orgoglio» (di Andrea Tornielli)

venerdì 4 ottobre 2013

«La Chiesa si spogli dello spirito del mondo, cancro della società»

Nella «sala della spoliazione» di Francesco: «Oggi è un giorno di pianto per Lampedusa, queste cose le fa lo spirito mondano»

-  ANDREA TORNIELLI
-  inviato ad Assisi (La Stampa, 04.10.2013)

«Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo, la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio». Nella «sala della spoliazione», dove san Francesco si denudò rinunciando a tutto per mettersi dalla parte dei poveri, il Papa che ha scelto il nome del Poverello d’Assisi chiede a tutta la Chiesa, cioè ad ogni battezzato, di «spogliarsi» di tutto ciò che non è essenziale, per essere solo «la Chiesa di Cristo». È la prima volta in 900 anni che un Papa visita questo luogo. Ad accoglierlo ci sono i poveri assistiti dalla Caritas. Anche questa volta lascia da parte il discorso preparato per parlare a braccio. Ricorda le vittime di Lampedusa dicendo: «Oggi è un giorno di pianto». E ironizza sui media che hanno fatto «fantasie» sul discorso che qui avrebbe pronunciato

«È la prima volta che un Papa viene qui - ha detto Francesco - e nei giorni scorsi sui giornali sui media si facevano fantasie: il Papa andrà a spogliare la Chiesa, spoglierà gli abiti dei vescovi, dei cardinali, spoglierà se stesso... Questa è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi. Ma la Chiesa siamo tutti... Tutti siamo Chiesa e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù. Lui stesso ci ha fatto una strada di spogliazione. È diventato servo, servitore, ha voluto essere umiliato in una croce... Se noi vogliamo essere cristiani non c’è un’altra strada. Non possiamo fare un cristianesimo un po’ più "umano", senza croce, senza Gesù, senza spogliazione. E diventeremo cristiani di pasticceria, come le torte dolci e bellissime, ma non cristiani davvero».

«Il cristiano - ha aggiunto Bergoglio - deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo che minaccia ogni persona nella Chiesa, il pericolo della mondanità. Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo, la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. L’idolatria è il peccato più forte. Quando i media parlano della Chiesa, credono che la Chiesa sono i preti, le suore, i vescovi, i cardinali e il Papa. La Chiesa siamo tutti noi e tutti noi dobbiamo spogliarci di questa mondanità, di questo spirito contrario a quello delle beatitudini, contrario a quello di Gesù. La mondanità ci fa male. È tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro di quella sicurezza che gli dà la fede e che gli dà il mondo. Non si può lavorare dalle due parti. La Chiesa, tutti noi, dobbiamo spogliarsi dalla mondanità. Gesù stesso diceva: non si può servire a due padroni, o servi a Dio o servi al denaro».

«Non si può servire Dio e il denaro, la vanità e l’orgoglio. Noi non possiamo - ha detto ancora Francesco - è triste, cancellare con una mano quello che scriviamo con l’altra. Il Vangelo è il Vangelo. Dio è l’unico, e Gesù si è fatto servitore per noi, e lo spirito del mondo non c’entra qui. Oggi qui con voi, con tanti di voi che siete stati spogliati da questo mondo selvaggio che non dà lavoro, che non aiuta, a cui non importa se ci sono bambini che muoiono di fame, a cui non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare pane a casa, non importa se tanta gente deve fuggire dalla schiavitù e dalla fame. E fuggire cercando la libertà, e con quanto orrore tante volte vediamo che trovano la morte, come è successo ieri a Lampedusa. Ma oggi è un giorno di pianto, queste cose le fa lo spirito del mondo, è proprio ridicolo che un cristiano, un cristiano vero, che un prete, una suora, un vescovo, un Papa vogliano andare sulla strada di questa mondanità che è un atteggiamento omicida».

«La mondanità spirituale - ha concluso il Papa - uccide, uccide l’anima, uccide le persone, uccide la Chiesa. Quando Francesco qui ha fato quel gesto di spogliarsi, era un ragazzo giovane, non aveva forza, è stata la forza di Dio che lo ha spinto a fare questo, la forza di Dio che voleva ricordarci quello che Gesù ci diceva sullo spirito del mondo, quello che Gesù ha pregato al Padre perché il Padre ci salvasse dallo spirito del mondo. Oggi qui chiediamo la grazia per tutti i cristiani: che il Signore dia a tutti noi il coraggio di spogliarci, ma dello spirito del mondo che è la lebbra, il cancro della società, è il nemico di Gesù. Chiedo al Signore che a tutti noi ci dia questa grazia di spogliarci

Nel discorso preparato, che non ha letto, il Papa spiegava che la scelta di Francesco di essere povero «non è una scelta sociologica, ideologica, è la scelta di essere come Gesù, di imitare Lui, di seguirlo fino in fondo. Gesù è Dio che si spoglia della sua gloria». «Il cristiano non è uno che si riempie la bocca coi poveri, no! È uno che li incontra, che li guarda negli occhi, che li tocca. Sono qui - aveva scritto il Papa - non per “fare notizia”, ma per indicare che questa è la via cristiana, quella che ha percorso san Francesco». La Chiesa, aggiungeva nel testo preparato, deve «spogliarsi della tranquillità apparente che danno le strutture, certamente necessarie e importanti, ma che non devono oscurare mai l’unica vera forza che porta in sé: quella di Dio. Lui è la nostra forza! Spogliarsi di ciò che non è essenziale, perché il riferimento è Cristo; la Chiesa è di Cristo! Tanti passi, soprattutto in questi decenni, sono stati fatti. Continuiamo su questa strada che è quella di Cristo, quella dei santi».


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