ITALIA

LA MANOVRA DEL NUOVO GOVERNO. L’interesse generale torna a prevalere sull’interesse particolare

sabato 1 luglio 2006.
 
[...] un insieme di misure strutturali, finalizzate a: i) prosciugare lo spazio normativo per l’evasione e l’elusione fiscale, in particolare nel settore delle compravendite immobiliari; ii) potenziare gli strumenti dell’Agenzia delle Entrate nella lotta ai comportamenti illeciti; iii) promuovere attività di ricerca, sviluppo ed innovazione; iv) rendere il sistema fiscale meno iniquo nel trattamento dei redditi da lavoro, attraverso l’eliminazione degli ingiustificati privilegi goduti dai manager remunerati con le stock options; v) semplificare gli adempimenti fiscali per i lavoratori autonomi, mediante l’eliminazione dell’obbligo di sottostare al regime IVA nei casi di volumi di attività inferiori a 7000 euro l’anno; vi) ridurre gli adempimenti di tutti i contribuenti, prevedendo la possibilità di pagare l’Ici mediante la dichiarazione dei redditi a compensazione dei crediti maturati dall’imposta sul reddito. [...]

È cambiata la musica Stefano Fassina*

Il Consiglio dei ministri di ieri ha segnato una svolta nella politica economica del nostro paese. Una svolta fortemente riformista, orientata al conseguimento di tre fondamentali obbiettivi: sviluppo, equità, risanamento dei conti pubblici.

La discontinuità con la passata legislatura e il governo Berlusconi è netta, innanzitutto sul piano etico-politico: l’interesse generale torna a prevalere sull’interesse particolare.

Inoltre, la manovra approvata dall’esecutivo non ha messo, come sempre avvenuto durante la gestione del centrodestra, qualche toppa su una situazione di finanza pubblica dissestata, né ha piantato qualche bandierina propagandistica nel campo della crescita economica. Sono stati, invece, avviati, per iniziativa dei ministri Bersani e Padoa-Schioppa e del vice-ministro Visco, provvedimenti strutturali per lo sviluppo e per il risanamento dei conti. Complessivamente, un pacchetto da 7 miliardi a regime, dove il rigore finanziario viene alimentato dall’equità e dall’efficienza e non va a scapito del sostegno agli investimenti pubblici. Anzi, vengono ripristinate le dotazioni minimali di risorse necessarie a non far chiudere i cantieri dell’Anas, ad assicurare l’operatività delle ferrovie, a reintegrare le dotazioni finanziarie per le politiche sociali, per il servizio civile e per la cultura. In sintesi, la cosiddetta «manovrina» di inizio estate si rivela, in realtà, come il primo, importante, tassello nell’esecuzione del programma economico dell’Unione, il cui impianto è stato pienamente confermato: risanamento e sviluppo economico e sociale insieme, nell’equità, senza cadere nella trappola dei due tempi (prima risanamento e poi sviluppo).

Sul piano dei diritti di cittadinanza, dell’equità, della promozione di pari opportunità e del rilancio della produttività (in calo da venti anni in Italia), è difficile sottostimare la portata delle misure proposte dal ministro Bersani, da un decennio al centro del dibattito politico e delle segnalazioni dell’autorità antitrust: i) promozione della concorrenza nel settore dei servizi professionali, attraverso l’eliminazione delle tariffe minime, del divieto di pubblicità, delle limitazione all’associazione dei professionisti e alla prestazione di servizi interdisciplinari; ii) liberalizzazione della distribuzione commerciale e delle attività di panificazione; iii) liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco e rimozione di anacronistici limiti all’acquisto di farmacie; iv) eliminazione dei vincoli oggi esistenti alla vendita da parte dei Comuni di nuove licenze per i taxi e redistribuzione della maggior parte dei proventi della vendita di tali licenze tra i tassisti che non acquistano una seconda licenza; v) eliminazione dell’atto notarile per i passaggi di proprietà delle auto; vi) eliminazione nel settore delle polizze auto del vincolo di esclusività tra compagnia assicurativa e agente di vendita; vii) cancellazione dei poteri unilaterali delle banche nei confronti dei clienti per quanto riguarda la modifica delle condizioni e dei costi dei conti correnti; viii) soppressione di numerose commissioni ministeriali e comitati; ix) rafforzamento dei poteri dell’autorità Antitrust; e, infine, potenziamento e apertura alle Regioni, alle Province e ai Comuni del sistema informativo sui prezzi dei prodotti agroalimentari.

Esattamente sullo stesso piano etico, politico ed economico degli interventi proposti dal ministro Bersani insistono le misure fiscali definite dal vice-ministro Visco. Innanzitutto, in coerenza con quanto scritto ed annunciato prima delle elezioni, mai più condoni, interventi che negano la parità di trattamento tra cittadini, ledono i fondamenti dello stato di diritto, promuovo l’evasione. Quindi, cancellazione del concordato + pianificazione fiscale voluta da Tremonti. Poi, un insieme di misure strutturali, finalizzate a: i) prosciugare lo spazio normativo per l’evasione e l’elusione fiscale, in particolare nel settore delle compravendite immobiliari; ii) potenziare gli strumenti dell’Agenzia delle Entrate nella lotta ai comportamenti illeciti; iii) promuovere attività di ricerca, sviluppo ed innovazione; iv) rendere il sistema fiscale meno iniquo nel trattamento dei redditi da lavoro, attraverso l’eliminazione degli ingiustificati privilegi goduti dai manager remunerati con le stock options; v) semplificare gli adempimenti fiscali per i lavoratori autonomi, mediante l’eliminazione dell’obbligo di sottostare al regime IVA nei casi di volumi di attività inferiori a 7000 euro l’anno; vi) ridurre gli adempimenti di tutti i contribuenti, prevedendo la possibilità di pagare l’Ici mediante la dichiarazione dei redditi a compensazione dei crediti maturati dall’imposta sul reddito.

Dopo poco più di un mese, nonostante alcune difficoltà iniziali e la «distrazione» indotta dalle elezioni amministrative e dal referendum costituzionale, presentate come rivincita dal capo dell’opposizione, incomincia a venir fuori il profilo riformista del governo Prodi, alimentato in particolare dall’Ulivo e dai Democratici di Sinistra, la forza cardine della maggioranza. Nelle scorse settimane nella politica internazionale, ieri nella politica economica risaltano, non sulla carta, ma nel mondo reale e difficile dell’azione di governo, i contorni dell’identità culturale e programmatica delle forze impegnate nella costruzione del Partito Democratico. È un buon inizio, non solo per il centrosinistra, ma per l’Italia. Ora la sfida si sposta in Parlamento e nella società. Le leadership e le forze politiche, culturali ed economiche riformiste devono mobilitarsi. Gli interessi economici e sociali organizzati devono sostenere la spinta decisiva data dal governo, decisiva per invertire la rotta del paese. Anche gli interessi toccati direttamente dai provvedimenti di riforma devono guardare ai destini dell’Italia e, come nei momenti migliori della nostra storia, tenere a bada il proprio «particulare»: le iniziative messe in campo non sono «a somma zero», nel breve periodo, probabilmente, ledono alcune rendite ingiustificate. Nel medio periodo, però, determinano un gioco «a somma positiva», dove tutti vincono, perché il paese torna a crescere, a generare maggiore e migliore occupazione, maggiore ricchezza, migliori opportunità.

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WWW.UNITA.IT, Pubblicato il 01.07.06


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