Prandelli, caldo e tattica non contano
“L’Uruguay ha più senso patriottico”
Pirlo alla vigilia: “Questa partita è come una finale, per me è bello giocarla”
S’è abbassata la temperatura, ma il campo è inzuppato. Ultimo allenamento
di Massimiliano Nerozzi (La Stampa, 23.06.2014)
Non è più questione di termometro, time-out, tattica o tecnica, avverte Cesare Prandelli, ma banalmente di voglia, di rabbia agonistica. Di attributi. Più che una partita, Italia-Uruguay di domani a Natal, s’annuncia una battaglia, e così il ct azzurro provoca e carica la squadra, quasi alla Mourinho: «Loro hanno un senso patriottico che noi non abbiamo».
Del resto, dopo la sconfitta con il Costa Rica, Prandelli aveva perso la pazienza con la squadra, veterani compresi (meno Pirlo), per non aver tirato fuori il carattere.
«Ultimamente abbiamo la voglia di andare sulla tattica - attacca il ct in conferenza stampa - ma diventa controproducente, se mancano tutti gli altri requisiti: domani, dovremo esserci agonisticamente e psicologicamente, su ogni pallone». Chi dovrà fiondarsi, non lo dice però: «Non posso dare la formazione, come penso farà l’Uruguay. Questa è una vigilia particolarmente difficile, perché è una gara da dentro o fuori. Ma al momento del sorteggio, tutti avrebbero firmato per essere qui, dentro o fuori all’ultima».
Per far capire meglio: «E’ la partita più importante della mia carriera». Altro non serve: «In questo momento ai ragazzi ho detto di avere la massima fiducia e di credere alla prestazione. Siamo concentrati e determinati per vincere la partita». Suarez e Cavani saranno i peggiori nemici: «La coppia d’attacco più forte del Mondiale, che non dà punti di riferimento, sanno attaccare l’area come pochi, hanno senso del gol. Dovremo essere bravi a dargli poche opportunità».
Un po’ stizzito per le critiche alle prestazioni fisiche degli Azzurri: «I dati sono positivi, sono sul sito della Fifa: l’Uruguay ha avuto la stessa nostra intensità contro il Costa Rica». Ciro Immobile avrà una chance, anche se il ct non lo conferma: «Ciro è un attaccante moderno, sa attaccare la profondità, sa giocare fuori linea, ha senso del gol e aiuta la squadra. Devi avere queste caratteristiche per essere un grande giocatore». Potrebbe giocare di fianco a SuperMario: «Mai detto che Immobile e Balotelli non possono giocare assieme: certo se decidi per questi due attaccanti devi modificare qualcosa. Abbiamo dei pensieri, ma non sono ancora ufficiali: fino all’ultimo voglio tenere tutti sulla corda».
Sugli alibi, Andrea Pirlo dà ragione al ct: «Non c’è bisogno di time-out, un sorso d’acqua non ti cambia la vita». Semmai di voglia e concentrazione: «Al Mondiale sono tutte partite importanti, e questa è paragonabile a una finale o a una semifinale: stessa importanza e tensione». Lui non fa una piega però: «Preoccupato no, ma sappiamo che è fondamentale, e sappiamo che dipende tutto da noi: c’è grande convinzione di poter fare una grande partita».
Che possa andare male, non ci pensa: «Uscire sarebbe una grande delusione per me e per tutta la squadra, ma non è un pensiero che abbiamo in testa e stiamo lavorando perché non accada». Potrebbe essere la sua ultima partita in Azzurro: «Spero invece di continuare ad andare avanti, e che possa essere l’ultima non m’è venuto in mente, e non certo in questo momento. Avere questa maglia è la cosa più bella che ti possa capitare».
Intanto la buona notizia, viste le tavole rotonde sulla temperatura, è che a Natal sta piovendo di brutto e il termometro s’è abbassato, pur alzandosi il tasso di umidità, ma non si può avere tutto.
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
VIVA, VIVA L’ITALIA!!!
LUNGA VITA ALL’ITALIA: "RESTITUITEMI IL MIO URLO"!!!
Delusione mondiale
Caporetto Italia, Prandelli e Abete lasciano
Italia-Uruguay 0-1, decidono Godin e arbitro Rodriguez. Prandelli e Abete lasciano
Prandelli, ’mi assumo tutte responsabilità’. Buffon, ’un fallimento’.
di Piercarlo Presutti
ANSA Natal
24 giugno 2014
’Sono responsabile del progetto tecnico, e dunque ho annunciato al presidente Figc Abete e a Demetrio Albertini le mie dimissioni’’. Lo ha detto il commissario tecnico azzurro Cesare Prandelli dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale. ’’Ho convocato il consiglio federale, dove porterò le mie remissioni irrevocabili’’. Lo ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, dopo l’eliminazione dell’Italia. ’’Era una decisione presa prima del Mondiale, voglio togliere qualsiasi tipo di problema’. ’’Da quando ho firmato il rinnovo, sono partiti attacchi come fossimo un partito politico: non rubo i soldi dei contribuenti, non ho mai rubato’’.
Una Caporetto del pallone, per restare alla storia patria: l’Italia per la seconda volta consecutiva viene eliminata dai mondiali al termine del girone, e a mandarla a casa, a capo di una partita di rara bruttezza persa 1-0, e’ un modestissimo Uruguay. Non c’e’ un eroe alla Enrico Toti ma nemmeno un onesto guerriero del pallone in questa generazione azzurra: e l’appello ai valori nazionali fatto ieri da Prandelli e’ risultato oggi paradossale, soprattutto alla luce del fatto che sul piano strettamente tecnico tra le due nazionali non esiste paragone.
E’ vero, gli azzurri hanno giocato piu’ di mezz’ora in inferiorita’ numerica per l’espulsione di Marchisio: ma il cartellino rosso non e’ del tutto immotivato (quel piede alzato dello juventino e’ comunque un rischio), e il fatto che a prenderlo sia stato un giocatore che in quasi trecento partite da professionista solo un’altra volta era stato cacciato dall’arbitro non e’ un’alibi ma semmai una riprova del fatto che con la testa, e soprattutto il cuore, l’Italia era gia’ ripartita nei giorni scorsi dal Brasile.
In una partita che e’ stato un lungo corpo a corpo, la prima colpa dell’Italia e’ stata quella di non avere cercato seriamente il colpo del ko quando gambe e tecnica la ponevano in posizione di maggiore forza. Invece gli azzurri, tra i quali nella sfida di Natal si sono salvati sostanzialmente solo Verratti e Buffon, hanno ruminato calcio e poco piu’ per un’ora. Poi la follia di Marchisio, che e’ andato con il piede alzato a cercare la gamba di Arevalo in un contrasto in fase offensiva, li ha messi in condizioni di estrema difficolta’ fisica
E’ venuta meno la lucidita’, e con essa l’attenzione in fase difensiva. E infatti il gol di testa di Godin che alimenta il sogno di un nuovo Maracanazo per l’Uruguay (potrebbe trovare il Brasile ai quarti di finale) e’ arrivato su angolo, a retroguardia schierata. Ma al di la’ della gara di Natal, e’ l’intera spedizione azzurra ad assumere i contorni netti del fallimento: una illusoria vittoria con gli inglesi in avvio, due sconfitte sostanzialmente senza lampi con il Costarica e l’Uruguay. In piu’ una gestione del gruppo discutibile (e discussa gia’ in ambito federale): il processo a Prandelli era gia’ scattato dopo la partita persa a Recife, e’ chiaro che la resa dei conti, con inimmaginabili conseguenze, ora riguarda l’intero palazzo calcistico.
Prandelli in avvio aveva confermato le indicazioni della vigilia, rivoluzionando sul piano filosofico e tattico la squadra: difesa a 3 con gli juventini Barzagli, Bonucci e Chiellini, due esterni, Darmian e De Sciglio a fare da stantuffi sulla fascia. A dare i tempi al motore azzurro, i due registi Verratti e Pirlo, affiancati da Marchisio, auspicato mix di fosforo e dinamismo, in avanti la strana coppia Immbile-Balotelli.
La risposta del maestro Tabarez era semplice: la "Garra" (la tradizionale forza, umiltà e perseveranza degli uruguayani alla ricerca di un risultato) a pervadere ogni zona del campo, sperando nel colpo della coppia Cavani- Suarez. Il risultato era un primo tempo con il costante controllo del gioco da parte egli azzurri, certo piu’ equilibrati con il nuovo modulo 3-5-2 e anche superiori sul piano tecnico. A gestire il gioco dell’Italia era stavolta piu’ Verratti che Pirlo, fatto sta che se una colpa aveva la squadra di Prandelli era nel non cercare con convinzione il colpo vincente, a lungo assolutamente alla portata visto che soprattutto dietro la pochezza degli avversari era netta. Forse perche’ i tempi degli scambi tra Balotelli e Immobile erano assai poco rodati e i due sostanzialmente deludevano, gli azzurri in realta’ arrivavano al tiro solo un paio di volte.
La prima proprio con una punizione di Pirlo deviata con fatica da Muslera al 12’, la seconda a capo di un’azione corale conclusa da un cross di De Sciglio sul quale Immobile andava in maniera goffa, "sbucciando" il pallone che finiva alto. Come il coro "Italia-Italia" che si alzava nonostante tutto dagli spalti, perche’ sembrava la certificazione di una superiorita’ di manovra. E l’Uruguay? Velleitario in un paio di tiracci di Caceres dalla propria meta’ campo, offriva una sola emozione ai suoi tanti sostenitori sulle tribune dello stadio Das Dunas: era al 32’, quando Buffon era costretto alla doppia uscita su tiro ravvicinato prima di Suarez e poi di Lodeiro. Nella ripresa Prandelli applicava un ulteriore correttivo: fuori Balotelli, mai incisivo, e dentro Parolo a rinforzare la fase di interdizione con Immobile unica punta. Una furbata di Cavani al 6’ (si appoggiava a Chiellini, finiva a terra e chiedeva inutilmente il rigore) poi al 14’ Rodriguez scappava a Marchisio e Darmian e dopo scambio con Cavani falliva il colpo del ko.
Era un campanello d’allarme e infatti un minuto dopo la gara cambiava volto: Marchisio andava a contrasto con Arevalo tenendo il piede alzato anche se non con la gamba del tutto allungata in un gesto violento: il contatto c’era, l’arbitro Rodrguez optava per l’espulsione. Gli azzurri cosi’ venivano condannati a mezz’ora in inferiorita’ numerica. Pirlo sembrava l’ombra di se’ e sbagliava un paio di tocchi oltre a un tiro da fuori. Ci provava allora al 20’ Suarez d’esterno destro con gran risposta di Buffon. La gara diventava un assedio, e allora Prandelli toglieva anche Immobile per dare spazio a Cassano. Toccava poi a Thiago Motta, al posto di Verratti che si infortunava in un contrasto. Una testata di Suarez (con l’aggiunta di morso alla spalla) a Chiellini al 34’ avrebbe potuto riequilibrare le forze in campo se l’arbitro avesse visto bene l’episodio, invece su angolo dalla destra toccava a Godin, di testa mettere in rete. La chiusura era un’agonia azzurra, con Buffon inutilmente a lungo nella meta’ campo avversaria. L’ Italia era fuori dal mondiale per la seconda volta consecutiva gia’ dopo il girone: non succedeva da 48 anni (Cile 1962 e Inghilterra 1966), insomma dalla Corea. Che poi e’ l’equivalente calcistico di Caporetto.
Vince l’Uruguay, l’Italia torna a casa
Prandelli: “L’arbitro ha rovinato tutto”
Un gol di Godin all’81’ elimina gli azzurri e qualifica i sudamericani. Proteste per il rosso a Marchisio e un morso (non visto) di Suarez a Chiellini Buffon amaro: «Un fallimento triste per la squadra e per tutta la Nazione» *
Fallimento mondiale. L’Italia perde 1-0 contro l’Uruguay e torna a casa. La World Cup degli azzurri finisce con il k.o. contro la Celeste, che fa festa con il gol di Godin, a segno all’81’, e conquista la qualificazione agli ottavi di finale. Nello spareggio del Gruppo D, il bunker tricolore regge fino a quando il difensore dell’Atletico Madrid azzecca il colpo di testa perfetto: Buffon alza bandiera bianca, l’Italia di Prandelli fa mestamente le valigie. Proteste per un contestatissimo cartellino rosso a Marchisio e un morso (non visto) di Suarez a Chiellini. Dopo l’uscita dello juventino, l’Italia ha cercato di reggere all’assalto dei sudamericani, ma l’espulsione è stata senza dubbio l’episodio che ha cambiato tutto.
«Assurdo rimanere in dieci in una partita come questa - commenta a caldo il ct - . Non ci sono stati falli cattivi o da espulsione. Non si può condizionare così una gara, l’arbitro ha rovinato la partita».
«La prima gara abbiamo fatto bene, la seconda male. Oggi ce la siamo giocata, contro i due attaccanti più forti al mondo: l’Uruguay è forte, ma non ha mai tirato in porta. Ci possono essere stati errori: mi assumo tutte le responsabilità tecniche», ha aggiunto Prandelli. Che sul suo futuro non si sbilancia: «Adesso vediamo. Dopo 4 anni di lavoro un “rosso” mette in discussione tutto. Ora facciamo delle riflessioni poi vediamo». Amaro il commento del capitano Gigi Buffon: «È un fallimento, sono triste per la squadra e per la nazione. Ora dovremo fare tutti un bell’esame di coscienza», ha aggiunto il portiere ritirando il premio di miglior giocatore della partita.
L’Italia a due punte dura 45 minuti, perché all’intervallo Prandelli toglie Balotelli e inserisce Parolo. Il nuovo entrato prova a dare sostegno al sempre più solo Immobile, ma l’attacco azzurro rimane un fantasma. L’Uruguay sonnecchia per quasi un quarto d’ora, poi cerca l’accelerazione con Rodriguez: l’esterno ha una palla d’oro, ma ciabatta il diagonale mancino al 58’. Il copione cambia pochi secondi dopo, quando l’arbitro Moreno giudica da espulsione un intervento di Marchisio su Arevalo: i tacchetti dell’azzurro finiscono sul polpaccio dell’avversario, il direttore di gara estrae il cartellino rosso e l’Italia si ritrova in 10 per l’ultima mezz’ora. L’Uruguay fatica a creare, ma al 65’ va vicinissimo al gol.
Un rimpallo libera Suarez, che trova il tempo per la conclusione di punta: Buffon è perfetto e salva. I crampi fermano Immobile e dal 71’ il terminale offensivo della Nazionale diventa Cassano. Problemi muscolari mettono k.o. anche Verratti e nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio anche per Thiago Motta. Nell’area azzurra, al 79’, scintille tra Chiellini e Suarez. Il difensore della Juventus si lamenta per un presunto morso di Suarez e replica sbracciando. L’equilibrio salta all’81’, quando Godin decolla sul corner da destra: Buffon battuto, 1-0 per l’Uruguay. L’Italia prova a reagire, ma spaventa Muslera solo con una punizione di Pirlo. Il disperato assalto finale produce un paio di cross, ma non c’è nemmeno l’ombra di un tiro. Conclusione: l’Uruguay vince e avanza, l’Italia perde e torna a casa.
Nazionale, Prandelli: ’’Porteremo tutta l’Italia dalla parte nostra’’
Il ct è fiducioso a poche ore dalla sfida con l’Uruguay, decisiva per il mondiale azzurro (ore 18, diretta repubblica.it): ’’Lotteremo su ogni pallone, daremo battaglia’’. Sul patriottismo: ’’Dobbiamo avere senso di appartenenza, sentire la maglia come un simbolo’’. Formazione: verso il 3-5-2 con la coppia Immobile-Balotelli in attacco
dall’inviato ENRICO CURRO’ (la Repubblica, 24.06.2014)
NATAL - ’’Porteremo tutti e 60 i milioni di italiani dalla nostra parte’’. A poche ore dalla partita più importante della carriera (ore 18, diretta repubblica.it), come l’ha definita lui stesso, Prandelli nella rituale intervista televisiva a Raisport sfoggia ottimismo. Il ct è convinto che la sua Nazionale sconfiggerà sul campo l’Uruguay e lo scetticismo, nato dalla batosta di Recife col Costarica, che ha trasformato il duello con i formidabili Suarez e Cavani in un esame senza appello: per la qualificazione agli ottavi serve almeno un pareggio. Importanti anche le condizioni climatiche: ha piovuto tutta la notte, in mattinata cielo coperto con un alto tasso di umidità: 25 i gradi.
Sessanta milioni di commissari tecnici, come da prassi, lo aspettano al varco per impallinarlo, se le cose dovessero andare male. ’’Non c’è nulla di nuovo. In Italia è sempre stato così, purtroppo. Non viene considerato il lavoro di anni, ma il momento, la singola partita. Comunque lo ripeto: porteremo tutti e 60 i milioni di italiani dalla nostra parte’’. La fiducia è frutto delle valutazioni sul recupero, fisico e mentale, dalla partita di Recife. ’’Non sarà la stessa Italia che ha deluso col Costarica. Non lo sarà perché lotteremo su ogni pallone. Abbiamo recuperato le forze e le energie fisiche e mentali. Siamo prontissimi, daremo battaglia’’.
Non manca un ritorno sul tema del patriottismo, che ha animato la vigilia. Prandelli, dopo avere invitato la squadra a giocare per gli italiani, ribadisce il concetto. ’’Quando si gioca all’estero, si sente la necessità di dare di più per il proprio paese. Abbiamo il dovere di lottare fino al 90’ e di sudare per la maglia. Dobbiamo avere senso di appartenenza, sentire la maglia come un simbolo importante per tutti gli italiani. Noi rappresentiamo l’Italia. Questi sono i 90’ che contano e questa è la partita più importante’’.
Formazione: si va verso il 3-5-2 della Juventus, con Balotelli e Immobile pronti a sfidare Suarez e Cavani.