Reggio Calabria arriverà l’esercito. Lo fanno sapere da Roma, città delle decisioni. I militari, dunque, per combattere la ‘ndrangheta, organizzazione criminale potente quanto Al Qaeda, secondo l’antimafia. Era successo già negli anni ’80. Mimetiche e mitraglie si confondevano fra la folla su Corso Vittorio Emanuele. I gabbiotti dei militari sono ancora agli angoli delle strade. Fu un mio cugino a spiegarmi a cosa servirono. Avevo 9 anni, e della ‘ndrangheta non mi ero accorto. Adesso lo Stato torna a Reggio e decide di farlo armato fino ai denti. Il bazooka ritrovato nelle scorse ore vicino al tribunale è una minaccia grave. I clan hanno parlato con le azioni, come fanno di solito. Che la ‘ndrangheta possa uccidere un giudice in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo è ormai più di una certezza. Lo Stato ha reagito spedendo i militari. Da oggi la Calabria è in guerra. Una guerra contro se stessa. E come ogni guerra non ci saranno vincitori, ma solo vinti. Perché forse la ‘ndrangheta si combatte istruendo un popolo. E non armandolo.
fonte: www.biasimo.org