Filosofia e Letteratura. Perché non possiamo non dirci freudiani...

BENEDETTO CROCE E LOU ANDREAS SALOME’: CHE INCONTRO FANTASTICO!!! Il filosofo e la birichina. Un sorprendente carteggio d’amore - romanzo di Sergio Lambiase. Una nota di Agnese Palumbo - a cura di Federico La Sala

mercoledì 31 dicembre 2008.
 

[...] un omaggio quello che Lambiase riserva in apertura alla musa della letteratura erotica, Lolita; è a lei che chiede ispirazione per la sua scrittura. Con un sottile gioco di parole, un intrigo che si celebra nell’assonanza dei loro stessi nomi Lou-Lo sarà la donna fatale che metterà Croce nei panni di Benedetto-Humbert.

Le lettere sono uno svelarsi reciproco, un passaggio intrigante di confessioni (dai sogni alla scoperta della sessualità) nel quale cedono tutte le educate ragioni del vivere per un confronto-scontro vis-à-vis.

L’erotismo decritto è una suggestione matura: «Ho voluto raccontare il richiamo irresistibile dell’Eros anche quando si sono lasciati alle spalle, da moltissimo, i confini dorati della gioventù. Nel 1918, quando si conoscono, e la passione esplode, lei ha cinquantasette anni e lui cinquantadue... ».

A ben vedere il carteggio d’amore, l’infuocato racconto di passioni intime, si presta come espediente (bello e coinvolgente) per raccontare quanto animava lo spirito di quegli anni [...]


Salomè, Lolita divisa tra Nietzsche e l’ardente Croce

di Agnese Palumbo (il Riformista 10.1.2009)

Fuoco di fila dalla famiglia Croce e dai crociani, critiche aspre per un romanzo che mette a nudo uno dei filosofi più austeri e autorevoli del pensiero contemporaneo: «Lou, luce della mia vita, ardore dei miei fianchi, certe volte ritorno con prepotenza ai nostri primi incontri, al nostro vicendevole rivelarsi, in una Napoli ancora sotto lo choc della guerra». Lou Andreas Salomé scrive in tedesco, Benedetto Croce le risponde in italiano, sono loro i protagonisti de Il filosofo e la birichina (Marlin Editore), scandaloso e inedito carteggio ritrovato a Göttingen da Sergio Lambiase.

Sullo sfondo una città perduta nella guerra, e nella passione travolgente dei due amanti: «Nel mio libro Croce è curioso e umorale, come avrebbe potuto essere se non si fosse irrigidito nel monumento di se stesso - racconta Lambiase - eppure c’è stato un Croce imprevedibile, quello che convive per anni (cosa scandalosa cento anni fa) con la giovane e conturbante Angelina Zampanelli, al punto da rivolgersi a uno scultore perché la immortalasse con le mammelle nude».

In punta di penna (quasi a non volerlo riportare) siamo obbligati a svelare che il carteggio è fittizio, che tutto nasce dalla mente del suo autore, affascinato e sedotto dai due protagonisti, attratto dalla curiosità di combinare due chimiche improbabili e vedere cosa ne venisse fuori:
-  «Mi hanno accusato di stupidità: sense of humour da parte di nessuno. Ma il mio gioco è così palese che nella prima lettera di Croce c’è l’incipit di Lolita di Nabokov!
-  Mi sono inventato tutto, Croce e la Salomé non si sono mai conosciuti, la Salomé non è stata mai a Napoli né a Capri. Insomma, la rivolta dei crociani e di chi non può ammettere che la letteratura possa essere gioco, paradosso, ironia». Il rapporto tra Lou Salomé e Croce, aggiunge, mette in moto una dialettica dei sentimenti.
-  La Salomé è stata una donna straordinaria: protofemminista, ispiratrice di anime elette (Nietzsche, Rilke), studiosa di psicoanalisi apprezzata da Freud che si affretta a pubblicare sulla rivista Imago un suo serissimo scritto sull’erotismo anale. Solo Lou era capace di sommuovere dal profondo l’io di Croce, infrangendo la dura scorza di studioso insensibile al gioco variegato dell’esistenza».

È un omaggio quello che Lambiase riserva in apertura alla musa della letteratura erotica, Lolita; è a lei che chiede ispirazione per la sua scrittura. Con un sottile gioco di parole, un intrigo che si celebra nell’assonanza dei loro stessi nomi Lou-Lo sarà la donna fatale che metterà Croce nei panni di Benedetto-Humbert.

Le lettere sono uno svelarsi reciproco, un passaggio intrigante di confessioni (dai sogni alla scoperta della sessualità) nel quale cedono tutte le educate ragioni del vivere per un confronto-scontro vis-à-vis.

L’erotismo decritto è una suggestione matura: «Ho voluto raccontare il richiamo irresistibile dell’Eros anche quando si sono lasciati alle spalle, da moltissimo, i confini dorati della gioventù. Nel 1918, quando si conoscono, e la passione esplode, lei ha cinquantasette anni e lui cinquantadue... ».

A ben vedere il carteggio d’amore, l’infuocato racconto di passioni intime, si presta come espediente (bello e coinvolgente) per raccontare quanto animava lo spirito di quegli anni: la nascita della psicoanalisi, la filosofia, la letteratura, e giocare con i ruoli nei quali i grandi personaggi vengono solitamente cristallizzati: «Ho fatto innamorare Croce di Lou. Lei fu l’ispiratrice di Nietzsche e lui ne fu, filosoficamente parlando, il nemico, l’anti-Nietzsche per eccellenza. E con un po’ di perfidia ho immaginato che Croce, filosofo che guardò sempre con sospetto alla psicoanalisi, nel romanzo si abbandonasse lentamente al suo richiamo, fino all’idea di scrivere un libro, mai portato a termine, dal titolo: "Perché non possiamo non dirci freudiani"».


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