Terra

Ritorno alle origini: l’amore per la terra e la speranza di un trattamento migliore

mercoledì 31 dicembre 2008.
 

È il giorno della befana: oggi, come gli anni passati, sarei dovuto partire per andare a studiare. Anzi sarei dovuto stare già in viaggio. A quest’ora, a bordo dell’autobus, mi sarei trovato in Campania o forse in Lazio, per raggiungere poco dopo l’alba di domani l’Emilia-Romagna. Quest’anno niente biglietto, niente valigia, niente partenza. Una sensazione strana, dopo cinque anni di continuo vagare tra nord e sud. Ricordo la fine delle vacanze di Natale di questi ultimi cinque anni: una sottile malinconia si posava su un corpo stanco non appena iniziato il viaggio. Lasciare il taciturno, fresco, profumato altopiano silano, per immergermi nella vita frenetica della città. Quest’anno è tutto diverso. Posso continuare a camminare per i vicoli di paese, avvertire nel naso il fumo dei camini, bere vino e mangiare prodotti caserecci, stare a contatto con i propri affetti. Niente di straordinario, ma la magia del ritorno, in questo caso un ritorno vero, non una parentesi di vacanza provvisoria. Un ritorno alle origini, alla terra che mi ha dato la vita. Quella terra certo difficile a causa del trattamento che gli uomini le riservano: una gestione quanto mai irrispettosa, volgare, violenta; o nella migliore delle ipotesi non in grado di garantire i servizi essenziali, vitali, come la fognatura. Ad esempio domenica scorsa i magazzini di mio padre sono stati completamente inondati da acque fognanti miste a liquami maleodoranti, poiché la condotta pubblica si era otturata. Ma questo riguarda gli uomini, non la terra, una natura trasudante bellezza, fascino, vita. La Voce di Fiore è sul punto di morire, ma la mia speranza è che ciò non accada, che possa continuare a vivere, raccontare le cose che non vanno, indicare soluzioni, prospettare alternative. In definitiva difendere la terra.

Vincenzo Tiano


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