A Bruno Arcuri insieme al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, ed al procuratore aggiunto Salvatore Murone, i magistrati campani contestano i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico, calunnia e diffamazione.

DE MAGISTRIS: SEQUESTRATI PROCEDIMENTI "POSEIDONE" E "WHY NOT"

DE MAGISTRIS: PROCURA SALERNO IPOTIZZA MACCHINAZIONE CONTRO MAGISTRATO
mercoledì 3 dicembre 2008.
 

DE MAGISTRIS: SEQUESTRATI PROCEDIMENTI "POSEIDONE" E "WHY NOT"

(AGI) - Catanzaro, 2 dic. - "Poseidone" e "Why not" sotto sequestro. Nel voluminoso provvedimento di oltre 1.500 pagine, cui oggi hanno dato esecuzione in Calabria magistrati, carabinieri e polizia di Salerno,i pm campani dedicano circa 100 pagine all’enunciazione dei dettagliati capi d’accusa formulati, tra gli altri, a carico di diversi magistrati in servizio a Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per compromettere le attivita’ d’indagine condotte dall’allora pm Luigi de Magistris, recando a lui ed ai suoi collaboratori piu’ danni possibili. Oggetto dell’inchiesta del pool salernitano sono la revoca a De Magistris dell’inchiesta "Poseidone", l’avocazione allo stesso pm dell’inchiesta "Why not", e le attivita’ svolte successivamente dai magistrati cui sono state assegnate.

In tale contesto, la Procura Campana ha disposto il sequestro dei procedimenti "Why not" e "Poseidone", e "di tutti gli stralci intervenuti con riferimento alle due inchieste, in quanto ritenuti gestiti con la finalita’ di favorire indagati, danneggiare l’originario titolare dott. De Magistris, persone informate sui fatti e consulenti tecnici nominati dall’originario pm".

DE MAGISTRIS: AVVISI GARANZIA A MAGISTRATI PROCURA CATANZARO (AGI) - Catanzaro, 2 dic. - Anche il nome di un altro magistrato in servizio a Catanzaro emerge fra gli indagati dalla Procura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per ostacolare le attivita’ d’inchiesta condotte da Luigi de Magistris quando era in servizio alla Procura di Catanzaro. Si tratta di Bruno Arcuri, Presidente di sezione del tribunale di Catanzaro, nella sua qualita’ di componente del Consiglio giudiziario del capoluogo calabrese. A quest’ultimo, insieme al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, ed al procuratore aggiunto Salvatore Murone, i magistrati campani contestano i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico, calunnia e diffamazione, "in quanto - scrivono i pm - effettuavano attivita’ illegale tesa a disintegrare professionalmente il dott. De Magistris ostacolando anche la sua progressione in carriera e procurandogli danni anche di natura economica. Attivita’ che si inseriva in quella tesa al trasferimento d’ufficio del dott. De Magistris poi ottenuto". (AGI)

DE MAGISTRIS: PROCURA SALERNO IPOTIZZA MACCHINAZIONE CONTRO MAGISTRATO

(ASCA) - Roma, 2 dic - Sono accusati di corruzione in atti giudiziari, abuso d’ufficio, favoreggiamento, falso ideologico, calunnia e diffamazione i vertici della procura di Catanzaro che questa mattina hanno subito una dettagliata perquisizione da parte dei magistrati della procura di Salerno. Tutti sarebbero stati complici di una macchinazione ai danni dell’ex pm Luigi De Magistris, ora a Napoli al tribunale della liberta’ dopo il trasferimento.

Gli indagati, sostiene la procura, avrebbero avocato le inchieste che conduceva - quella denominata ’’Why not?’’ che coinvolgeva Clemente Mastella e Romano Prodi, e quella sui depuratori nominata ’’Poseidone’’ - per ’’fermare il predetto magistrato e ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati’’. In particolare, l’archiviazione dell’ex ministro Clemente Mastella decisa nello scorso ottobre sarebbe stata ’’illegittima’’.

A vario titolo sono indagati il procuratore generale Enzo Iannelli, il procuratore aggiunto Salvatore Murone, il pm Salvatore Curcio (titolare dell’inchiesta ’’Why not?’’ e di quella chiamata Poseidone), l’avvocato generale della corte di appello Dolcino Favi (procuratore generale facente funzioni all’epoca dell’avocazione del fascicolo ’’Why not’’ dalle mani di De Magistris) e i sostituti procuratori generali titolari dell’inchiesta ’’Why not’’, Alfredo Garbati, Domenico Di Lorenzo.

(ASCA)

DE MAGISTRIS: SALERNO, “INCHIESTE AVOCATE PER BLOCCARE PM”

(AGI) - Catanzaro, 2 dic. - Anche l’avocazione di “Why not”, e le successive attivita’ d’indagine svolte dopo la sua sottrazione all’allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris sono oggetto dell’inchiesta della Procura di Salerno che, oggi, ha portato a numerose perquisizioni e sequestri in Calabria. L’indagine “Why not”, su una presunta loggia “coperta”, un comitato d’affari fatto di politici, imprenditori, uomini delle istituzioni, che si sarebbe occupato di distrarre fiumi di denaro pubblico, provenienti da Bruxelles e diretti in Calabria, passando per Roma. Nell’inchiesta, nel luglio 2007, venne iscritto come indagato anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il 14 ottobre seguente fu iscritto nel registro degli indagati anche l’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, il cui nome era emerso nell’inchiesta gia’ nei mesi precedenti. Il 21 settembre, intanto, lo stesso Guardasigilli - che gia’ aveva piu’ volte inviato gli ispettori del ministero a Catanzaro - chiese al Consiglio superiore della magistratura l’immediato trasferimento cautelare dal capoluogo calabrese e l’avvio di un procedimento disciplinare a carico di De Magistris (poi conclusosi proprio con il il trasferimento del magistrato a Napoli). Il giorno 19 ottobre 2007, infine, l’allora procuratore generale di Catanzaro facente funzioni, Dolcino Favi, avoco’ a se’ l’inchiesta Why not, togliendola a De Magistris. Il nuovo pg nel frattempo giunto a Catanzaro, Enzo Iannelli, affido’ Why not a diversi magistrati, il cui numero e’ aumentato nel corso dei mesi. Agli inizi di marzo 2008 fu lo stesso Iannelli ad avanzare all’ufficio gip di Catanzaro una richiesta di archiviazione per Mastella, accolta il primo aprile. A giugno scorso, infine, il procuratore di Salerno Luigi Apicella si reco’ a Catanzaro, proprio per acquisire atti dell’inchiesta. La Procura campana, oggi, ritenendo illegale l’avocazione di Why not, rispetto ad essa contesta il concorso in corruzione in atti giudiziari all’avvocato generale dello Stato ex pg facente funzioni Dolcino Favi, all’allora procuratore della Repubblica Mariano Lombardi, al procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, all’avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli, e ad Antonio Saladino, gia’ leader della Compagnia delle opere in Calabria ed uno dei principali indagati di Why not.

(AGI)


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