Alla recita della preghiera mariana Ratzinger domenica ha ricordato che la Vergine mostra come «la fede cristiana non sia un peso»
All’Angelus: «Quel sì di Maria ci insegna l’autentica libertà»
Pubblichiamo il testo integrale del discorso pronunciato domenica da Benedetto XVI prima della recita dell’Angelus nella Prairie di Lourdes. *
Cari pellegrini, cari fratelli e sorelle! Ogni giorno, la preghiera dell’Angelus ci offre la possibilità di riflettere qualche istante, in mezzo alle nostre attività, sul mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. A mezzogiorno, quando le prime ore del giorno cominciano a far gravare su di noi il loro peso di fatica, la nostra disponibilità e la nostra generosità sono rinnovate dalla contemplazione del « sì » di Maria. Questo « sì » limpido e senza riserve si radica nel mistero della libertà di Maria, libertà piena e integra davanti a Dio, svincolata da ogni complicità col peccato, grazie al privilegio della sua Immacolata Concezione.
Questo privilegio concesso a Maria, che la distingue dalla nostra comune condizione, non l’allontana, ma al contrario la avvicina a noi. Mentre il peccato divide, ci allontana gli uni dagli altri, la purezza di Maria la rende infinitamente prossima ai nostri cuori, attenta a ciascuno di noi e desiderosa del nostro vero bene. Potete vederlo qui a Lourdes, come in tutti i Santuari mariani, folle immense accorrono ai piedi di Maria per confidarle ciò che ciascuno ha di più intimo, ciò che a ciascuno sta particolarmente a cuore. Ciò che molti, per imbarazzo o per pudore, non osano a volte confidare neppure ai loro intimi, lo confidano a Colei che è la tutta pura, al suo Cuore immacolato: con semplicità, senza orpelli, nella verità. Davanti a Maria, in virtù proprio della sua purezza, l’uomo non esita a mostrarsi nella sua debolezza, a consegnare le sue domande e i suoi dubbi, a formulare le sue speranze e i suoi desideri più segreti. L’amore materno della Vergine Maria disarma ogni forma d’orgoglio; rende l’uomo capace di guardarsi quale egli è e gli ispira il desiderio di convertirsi per dare gloria a Dio.
Maria ci mostra così la giusta maniera di avanzare verso il Signore. Ci insegna ad avvicinarci a lui nella verità e nella semplicità. Grazie a lei, scopriamo che la fede cristiana non è un peso, ma è come un’ala che ci permette di volare più in alto per rifugiarci tra le braccia del Signore.
La vita e la fede del popolo credente rivelano che il privilegio dell’Immacolata Concezione fatto a Maria non è una grazia solo personale, ma per tutti, una grazia fatta all’intero Popolo di Dio. In Maria la Chiesa può già contemplare ciò che essa è chiamata a divenire. In lei ogni credente può fin d’ora contemplare il compimento perfetto della sua personale vocazione. Possa ciascuno di noi rimanere sempre in azione di grazie per ciò che il Signore ha voluto rivelare del suo piano di salvezza attraverso il mistero di Maria. Mistero nel quale siamo implicati nel modo più toccante, poiché dall’alto della Croce, che noi ricordiamo ed esaltiamo proprio oggi, ci è rivelato dalla bocca stessa di Gesù che sua Madre è nostra Madre. In quanto figli e figlie di Maria, possiamo trarre profitto di tutte le grazie che sono state fatte a lei, e la dignità incomparabile che le procura il privilegio dell’Immacolata Concezione ricade su di noi, suoi figli.
Qui, vicino alla grotta, e in comunione particolare con tutti i pellegrini presenti nei santuari mariani e con tutti i malati nel corpo e nell’anima che cercano conforto, benediciamo il Signore per la presenza di Maria in mezzo al suo popolo e a lei indirizziamo con fede la nostra preghiera: «Santa Maria, tu che qui ti sei mostrata centocinquant’anni fa alla giovane Bernadette, tu sei veramente ’ di speranza fontana vivace’ ( Dante, Par., XXXIII, 12).
Pellegrini fiduciosi qui giunti da ogni parte, noi veniamo ancora una volta ad attingere la fede ed il conforto, la gioia e l’amore, la sicurezza e la pace, alla sorgente del tuo Cuore immacolato: « Mostra te esse Matrem! ». Mostrati come Madre per tutti, o Maria! E donaci il Cristo, speranza del mondo!». Amen.
Benedetto XVI
* Avvenire, 16.09.2008
19 MARZO: LA FESTA
Oggi la liturgia ci ricorda il padre terreno di Gesù che i Vangeli descrivono come uomo giusto. L’attuale Pontefice coltiva da sempre una profonda devozione per il falegname di Nazareth sposo di Maria
L’anello del Papa, dono a san Giuseppe
Giusto un anno fa Giovanni Paolo II lo inviò alla chiesa della città natale di Wadowice che frequentava sin da bambino
di Luigi Geninazzi (Avvenire, 19.03.2005)
È una devozione particolare quella che lega Giovanni Paolo II a san Giuseppe, «il secondo Patrono del mio Battesimo», come ama spesso ricordare Karol Józef Wojtyla. Fin da bambino si recava spesso coi suoi genitori nella chiesa dei Carmelitani Scalzi «na górka», sulla collina che sorge nel centro della sua città natale di Wadowice.
L’immagine di «San Giuseppe con il Bambino in braccio» sta sopra l’altare maggiore. Fedeli ad una tradizione secolare gli abitanti di Wadowice si preparano alla festa del 19 marzo con una grande novena di preghiera. Per nove mercoledì consecutivi i fedeli si radunano nella chiesa dei Carmelitani scalzi chiedendo una grazia particolare a san Giuseppe.
Il rito si è ripetuto anche quest’anno e «in cima a tutte le suppliche c’era quella per la salute del Papa», tiene a sottolineare padre Silvano Zielinski, priore del convento e custode del Santuario giuseppino. Nei giorni scorsi le tv di tutto il mondo hanno diffuso l’immagine dei compaesani di Wojtyla giunti al Policlinico Gemelli di Roma per sostenere coi loro canti e le loro preghiere il Papa anziano e malato. E prima di tornarsene in Polonia gli hanno lasciato in dono il libro contenente le omelie pronunciate durante la novena del 2004.
Proprio un anno fa Giovanni Paolo II volle donare il suo anello pontificio al santuario di Wadowice. Con una solenne cerimonia, presieduta dall’arcivescovo di Cracovia. cardinale Franciszek Macharski, il 19 marzo del 2004 è avvenuta la decorazione del quadro di san Giuseppe, alla cui mano destra è stato imposto «l’anello del pescatore».
Un regalo che è stato accolto con grande gioia e commozione dagli abitanti di Wadowice che hanno visto in quel gesto la testimonianza di un vincolo spirituale profondo tra Wojtyla e la sua città natale. «Che questo anello ricordi che il Capo dell’Alma famiglia è l’uomo giusto di Nazareth che rimase fedele sino alla fine alla chiamata di Dio» ha scritto il Papa nel messaggio inviato per l’occasione alla città di Wadowice.
In questo modo ha voluto ispirarsi ad un gesto del suo predecessore Giovanni XXIII, il quale nell’anno d’inaugurazione del Concilio Vaticano II aveva offerto il suo anello papale al quadro di san Giuseppe venerato nella basilica della città polacca di Kalisz.
«Con quel dono è come se il Santo Padre allungasse il suo braccio dalla collina del Vaticano a quella di Wadowice per indicare in san Giuseppe il modello perfetto della fedeltà a Cristo», commenta padre Zielinski. È il segno di un legame profondo su cui più volte è tornato a riflettere Giovanni Paolo II.
Parlando della chiesa di San Giuseppe presso il convento dei Carmelitani scalzi ebbe a dire: «Come nella mia giovinezza mi reco in spirito in questo luogo... dove io stesso ricevetti numerose grazie di cui oggi esprimo riconoscenza al Signore». Era il giugno del 1999 e Giovanni Paolo II tornava nella sua città natale abbandonandosi ad uno struggente amarcord, una lunga serie di aneddoti sul filo dei ricordi.
Il giovane Wojtyla era tra i frequentatori più assidui del convento fondato da san Raffaele Kalinowski, un ufficiale polacco dell’esercito zarista che aiutò i suoi connazionali durante l’insurrezione del 1863, venne esiliato in Siberia ed una volta liberato entrò dell’Ordine dei Carmelitani. Fu così che fin da ragazzo Karol Jozef Wojtyla venne in contatto con la tradizione del Carmelo, «una scuola di spiritualità», la definisce nel messaggio che accompagna la consegna dell’anello pontificio. Una scuola che sull’esempio di Madre Teresa di Gesù gli insegnò a «contemplare in san Giuseppe il modello perfetto dell’intimità con Gesù e con Maria, patrono della preghiera interiore e dell’infaticabile servizio ai fratelli».
Delegato del Papa.
Il vescovo Hérouard a Lourdes per prendersi cura dei pellegrini
Il suo compito sarà quello, come auspica Francesco, di rendere anche questa grande meta di pellegrinaggio mariano sempre più un luogo di preghiera e di testimonianza cristiana
di Daniele Zappalà (Avvenire, giovedì 6 giugno 2019)
Fino al 2017, aveva occupato a Roma la carica di rettore del Seminario pontificio francese. Ma adesso, per monsignor Antoine Hérouard, vescovo ausiliare di Lilla, è giunta l’ora di prendersi cura dei pellegrini che ogni anno convergono a milioni verso il Santuario mariano di Lourdes.
Proprio nella cittadina pirenaica, l’annuncio è giunto questa mattina da parte di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, che ha letto la lettera d’incarico di papa Francesco.
Monsignor Hérouard diventerà delegato «ad nutum» della Santa Sede, cioè a sua disposizione per rispondere all’auspicio di Francesco di rendere le grandi mete di pellegrinaggio mariano «sempre più un luogo di preghiera e di testimonianza cristiana corrispondenti alle esigenze del popolo di Dio». Per il Pontefice, questa dovrà restare sempre la vocazione centrale e suprema, al di là di ogni altra considerazione, compresa un’attenzione troppo pronunciata verso la dimensione della gestione e finanziaria.
Si tratta di una decisione simile a quella già presa nel 2017 per Medjugorje, anche se questa volta l’incarico affidato al delegato non sarà a tempo indeterminato.
NEL REGNO DI EDIPO: "L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE", L’ALLEANZA DELLA MADRE CON IL FIGLIO, REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO... *
Appello di una femminista alle donne cristiane che sono contro il Congresso mondiale delle famiglie
di Luisa Muraro (Libreria delle donne, 29 Marzo 2019) *
Care amiche, vorrei sottoscrivere il vostro Appello contro il Congresso delle famiglie a Verona. Sono d’accordo con quello che dite, in primo luogo che la famiglia non è un’entità naturale ma un’istituzione culturale, che quasi sempre mostra una forte impronta patriarcale.
A me e a voi, suppongo, è chiaro che prima della famiglia, comunque intesa, c’è la diade formata da una donna e dalla creatura che lei ha concepito e portato al mondo. È un rapporto molto speciale, che precede i dualismi tipici della cultura maschile: la donna che accetta di entrare nella relazione materna, alla sua creatura dà la vita e insegna a parlare, le due cose insieme. Ed è un “insieme” che si tende, come un ponte insostituibile, sopra l’abisso della schizofrenia umana.
Vorrei ma non posso sottoscrivere il vostro Appello perché, nella difesa delle nuove forme familiari, non c’è una critica di quelle che si costituiscono da coppie che, sfortunatamente o naturalmente sterili, invece di adottare, si fanno fare la creatura a pagamento.
Da donne cristiane, mi aspettavo una calorosa difesa dell’adozione e un’energica richiesta della sua estensione a persone e coppie finora escluse dalla legge. Ma, ancor più, essendo voi donne, mi aspettavo una difesa della relazione materna libera e responsabile così come oggi è diventata possibile. Invece, parlate solo di genitorialità, usate cioè una parola tipica del linguaggio neutro-maschile. E a voi che parlate del corpo femminile come luogo di spiritualità incarnata, chiedo: che famiglia è mai quella che nasce con il programma esplicito, messo nero su bianco, di cancellare la relazione materna che si sviluppa con la gestazione in un intimo scambio biologico e affettivo?
Voi, a differenza di tanti cattolici, leggete la Bibbia e sapete che la cosiddetta gravidanza per altri, ossia la donna che partorisce senza diventare madre, corrisponde pari pari ad antiche usanze del patriarcato, usanze che sembravano superate. Le ultime pagine del Contratto sessuale di Carole Pateman, parlano proprio di questo sostanziale arretramento. Detto alla buona, ci sono “nuove” famiglie che di nuovo hanno solo la tecnologia.
A proposito: che cosa pensano di tutto questo gli uomini vicini a voi, i vostri compagni di fede e d’impegno politico? Perché non compaiono nel vostro Appello? Mi è venuto un sospetto, di ritrovarmi davanti a quel noto comportamento maschile che è di nascondersi dietro a una o più donne quando si vuol far passare pubblicamente qualcosa che è contro le donne. Devo portare degli esempi? Ma, se questo non fosse vero, scusatemi.
* www.libreriadelledonne.it, 29 marzo 2019
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Cultura e civiltà. L’ordine simbolico della madre.....
NEL REGNO DI EDIPO. L’ordine simbolico di "mammasantissima"
"L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE": L’ALLEANZA CATTOLICO-"EDIPICA" DEL FIGLIO CON LA MADRE!!!
COSTANTINO, SANT’ELENA, E NAPOLEONE. L’immaginario del cattolicesimo romano.
"CHI" SIAMO NOI, IN REALTÀ. RELAZIONI CHIASMATICHE E CIVILTÀ: UN NUOVO PARADIGMA. CON MARX, OLTRE.
Federico La Sala
DOC.
APPELLO DI DONNE CRISTIANE CONTRO IL CONGRESSO MONDIALE DELLE FAMIGLIE
Le donne presenti all’incontro nazionale sul tema “I nostri corpi di donne, da luogo del dominio patriarcale a luogo di spiritualità incarnata” (Roma dal 22 al 24 marzo 2019 - Casa Internazionale delle donne), manifestano il profondo sconcerto per il sostegno che alcune Istituzioni politiche e religiose hanno dato al Congresso mondiale delle famiglie, che vuole riportarci su posizioni retrograte e omofobe.
Siamo donne che da molti anni hanno intrapreso un percorso per liberarsi dalle gabbie di un sistema religioso, sociale e politico, impregnato di patriarcato.
Quanto lavoro per uscire da un mondo di istituzioni, di segni, di linguaggi che continuamente riproducono una immagine stereotipata della donna “sposa e madre”, una disparità di poteri, di diritti, di autorevolezza.
Che tristezza adesso constatare che alcune Istituzioni pubbliche patrocinano un Congresso mondiale sulla famiglia impropriamente definita “naturale”.
C’è ben poco di naturale in questa istituzione sociale fondata sul matrimonio nata come forma di contratto sociale e religioso, in un determinato contesto storico.
La famiglia “naturale” non esiste, esiste una struttura familiare che ha dato molto alla società, ma che ora è in crisi e in cambiamento. Non serve uno sguardo nostalgico al passato, serve il coraggio di dire che possono esistere vari modelli di famiglia che sperimentano forme anche nuove di solidarietà, genitorialità basate sull’amore e il rispetto reciproci.
Denunciamo che gli slogan utilizzati e gli obiettivi proposti sono la quint’essenza del dominio patriarcale, responsabile della violenza sulle donne, di cui ci siamo liberate e di cui non vogliamo il ritorno.
Chiediamo quindi che le istituzioni pubbliche non finanzino e non diano il patrocinio a iniziative discriminatorie e intolleranti.
Le contraddizioni di Bernadette
di Massimo Teodori (Il Sole 24 Ore - Domenica, 13 maggio 2012)
«Cara Bernadette, non credo di averti fatto un torto, giacché riguardo agli eventi di Lourdes, non ho inventato e non ho nascosto nulla. Io credo di averti reso giustizia. Il torto ti è venuto da tutti coloro che ti hanno voluta santa a tutti i costi». Così, con una metaforica lettera alla pastorella che nel 1858 ebbe le visioni in una grotta vicino a Lourdes, lo studioso di scienze religiose Renato Pierri conclude il libro inchiesta Nostra signora di Lourdes, condotto sul filo dell’analisi teologica, sociologica e storica. Si propone di demistificare uno dei più popolari santuari della cattolicità che ha dato vita a un abnorme e artificioso sistema miracolistico a partire dalle ambigue apparizioni alla piccola Bernadette.
L’autore non si serve di motivi profani, ma fa riferimento alla lettera dei Vangeli per argomentare l’inconsistenza dei messaggi religiosi che la Chiesa ha fatto fiorire intorno alla pastorella; messaggi che sono stati fissati nel dogma della Immacolata concezione proclamato da Pio IX nel 1861, in seguito trasformato in un sito di grande attrattiva divenuto una sorta di calamita per le masse dei pellegrini speranzosi di risolvere miracolisticamente la loro precaria condizione di salute.
La polemica sulla speculazione intorno a cui si è sviluppato il florido commercio dei pellegrinaggi non è nuova. Già a metà Ottocento, il racconto delle apparizioni scatenò la contesa trai cattolici bigotti, protesi a esaltarne il carattere miracolistico di quel che avveniva a Lourdes, e gli scettici laici che trattarono quegli strani eventi propagandati dalla stampa clericale semplicemente come un sintomo di pazzia della veggente.
Anche all’inizio del Novecento si scatenò un dibattito intorno all’ipotesi che le presunte apparizioni fossero in realtà parte di un evento organizzato da alcuni soggetti interessati a sfruttare la credulità popolare per un tornaconto economico o politico, con l’attrattiva del fenomeno "miracoloso". Oggi Pierri, sulla scorta di una minuziosa analisi delle testimonianze e dei documenti dell’epoca, di nuovo argomenta in maniera inconfutabile l’inconsistenza delle apparizioni di Nostra Signora di Lourdes, mettendo a confronto l’immagine descritta da Bernadette e la Madre di Cristo secondo i Vangeli, il messaggio della signora di Lourdes e il messaggio evangelico.
Su queste basi sono messe in evidenza le contraddizioni dei messaggi della quattordicenne che sembrano modellati sul proposito di far credere che l’immagine delle visioni alla piccola fosse proprio l’Immacolata concezione. La veggente, secondo lo studioso, fu perciò trasformata da fragile essere umano vissuto tra gli stenti di una famiglia in preda alla povertà e all’alcool in un docile strumento inconsapevolmente prigioniero della Chiesa: «Se Bernadette non avesse avuto disavventure da piccola bambina, non avrebbe mai sognato la sua damisèle, e oggi nessuno conoscerebbe Nostra Signora di Lourdes».
Sullo sfondo dell’inchiesta condotta dallo studioso controcorrente, non c’è solo il caso di Lourdes divenuto universalmente acclamato, ma anche la polemica del cattolico religioso contro le spregiudicate strumentalizzazioni ecclesiastiche nei confronti di fenomeni pseudo-miracolistici quali le apparizioni delle madonne che tuttora riemergono quando c’è bisogno di rinsaldare il legame tra la Chiesa e i fedeli.
Anche nell’Occidente secolarizzato permangono settori della popolazione in preda alla credulità morbosa e irrazionale che sono pronti a inchinarsi devotamente a casi apparentemente miracolosi.
«Basterebbe un minimo di razionalità e di buon senso - scrive con crudezza Pierri - per capire che la pletora di madonne che appaiono nel mondo cattolico (e solo in quello) per comunicare messaggi da rotocalco, altro non sono che madonne-patacca inventate da veggenti in preda a evidenti stati allucinatori». Le frotte di persone che accorrono gridando al miracolo di fronte alle madonne che piangono, alimentano un turismo religioso in cui la spiritualità è assente mentre domina il marketing portatore di benefici materiali.
«Così, mentre le chiese si svuotano di fedeli, i santuari di madonne e santi patacca come Lourdes, Loreto, Pietralcina e Medjugorje si riempiono di pellegrini. Purtroppo poco o nulla incidono su questa stupida credulità i recenti e approfonditi studi che dimostrano, aldilà di ogni dubbio, che ci troviamo sempre di fronte a imposture fabbricate su imbrogli e falsificazioni».
Renato Pierri, Nostra signora di Lourdes. La Madonna che non conosce il Vangelo, Mind, Milano, pagg. 176, € 16.00
Alcune precisazioni riguardo alla recensione di Massimo Teodori.
La data sbagliata della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione è certamente un lapsus dello storico il quale aveva in mente la notissima data della proclamazione del regno d’Italia.
La parola "patacca" non compare mai nel mio saggio, né ho mai scritto che la famiglia di Bernadette fosse in preda all’alcool.
FRANCIA
Allarme bomba a Lourdes
evacuati 30mila pellegrini *
LOURDES - Allarme bomba al santuario di Lourdes, particolarmente affollato di pellegrini giunti per la festa dell’Assunzione. Circa trentamila persone vengono evacuate dopo la segnalazione di una bomba.
"L’allarme bomba - spiega il responsabile dell’ufficio stampa del santuario, Pierre Adias - è stato ricevuto dal commissariato di polizia, e annunciava che quattro bombe sarebbero esplose alle 15 sul sito del Santuario".
"Stiamo evacuando il Santuario, e verrà impedito a tutte le persone uscite per il pranzo di rientrare. Tutto si svolge con calma", assicura Adias.
Oggi è un giorno particolarmente significativo per Lourdes: infatti sul luogo del Santuario per la Chiesa sarebbe apparsa la Vergine Maria a Bernadette Soubirous 152 anni fa, in occasione proprio dell’Assunzione, che si festeggia il 15 agosto.
Udienza generale di Giovanni Paolo II
"LA PIENA DI GRAZIA"
Mercoledì, 8 maggio 1996
1. Nel racconto dell’Annunciazione, la prima parola del saluto angelico: "Rallegrati", costituisce un invito alla gioia che richiama gli oracoli dell’Antico Testamento rivolti alla "figlia di Sion". Lo abbiamo rilevato nella precedente catechesi, enucleando anche i motivi su cui tale invito si fonda: la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, la venuta del re messianico e la fecondità materna. Questi motivi trovano in Maria pieno compimento. L’angelo Gabriele, rivolgendosi alla Vergine di Nazaret, dopo il saluto chaire, "rallegrati", la chiama kecharitoméne, "piena di grazia". Le parole del testo greco chaire e kecharitoméne presentano tra loro una profonda connessione: Maria è invitata a gioire soprattutto perché Dio l’ama e l’ha colmata di grazia in vista della divina maternità! La fede della Chiesa e l’esperienza dei santi insegnano che la grazia è fonte di gioia e che la vera gioia viene da Dio. In Maria, come nei cristiani, il dono divino genera una profonda letizia.
2. Kecharitoméne: questo termine rivolto a Maria appare come una qualifica propria della donna destinata a diventare la madre di Gesù. Lo ricorda opportunamente la Lumen gentium, quando afferma: "La Vergine di Nazaret è, per ordine di Dio, salutata dall’angelo nunziante quale "piena di grazia"" (LG 56). Il fatto che il messaggero celeste la chiami così conferisce al saluto angelico un valore più alto: è manifestazione del misterioso piano salvifico di Dio nei riguardi di Maria. Come ho scritto nell’Enciclica Redemptoris Mater: "La pienezza di grazia indica tutta l’elargizione soprannaturale, di cui Maria beneficia in relazione al fatto che è stata scelta e destinata ad essere Madre di Cristo" (n. 9). "Piena di grazia", è il nome che Maria possiede agli occhi di Dio. L’angelo, infatti, secondo il racconto dell’evangelista Luca, lo usa ancor prima di pronunciare il nome di "Maria", ponendo così in evidenza l’aspetto prevalente che il Signore coglie nella personalità della Vergine di Nazaret.
L’espressione "piena di grazia" traduce la parola greca kecharitoméne, la quale è un participio passivo. Per rendere con più esattezza la sfumatura del termine greco, non si dovrebbe quindi dire semplicemente "piena di grazia", bensì "resa piena di grazia" oppure "colmata di grazia", il che indicherebbe chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio alla Vergine. Il termine, nella forma di participio perfetto, accredita l’immagine di una grazia perfetta e duratura che implica pienezza. Lo stesso verbo, nel significato di "dotare di grazia", è adoperato nella Lettera agli Efesini per indicare l’abbondanza di grazia, concessa a noi dal Padre nel suo Figlio diletto (Ef 1,6). Maria la riceve come primizia della redenzione (cf. Redemptoris Mater, 10).
3. Nel caso della Vergine l’azione di Dio appare certo sorprendente. Maria non possiede alcun titolo umano per ricevere l’annuncio della venuta del Messia. Ella non è il sommo sacerdote, rappresentante ufficiale della religione ebraica, e neppure un uomo, ma una giovane donna priva d’influsso nella società del suo tempo. Per di più, è originaria di Nazaret, villaggio mai citato nell’Antico Testamento. Esso non doveva godere di buona fama, come traspare dalle parole di Natanaele riportate dal vangelo di Giovanni: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?" (Gv 1,46).
Il carattere straordinario e gratuito dell’intervento di Dio risulta ancora più evidente dal raffronto con il testo lucano, che riferisce la vicenda di Zaccaria. Di questi è messa infatti in evidenza la condizione sacerdotale, come pure l’esemplarità della vita che rende lui e la moglie Elisabetta modelli dei giusti dell’Antico Testamento: essi "osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore" (Lc 1,6). L’origine di Maria, invece, non viene neppure indicata: l’espressione "della casa di Davide" (Lc 1,27) si riferisce, infatti, soltanto a Giuseppe. Non si fa cenno poi del comportamento di Maria. Con tale scelta letteraria, Luca evidenzia che in lei tutto deriva da una grazia sovrana. Quanto le è concesso non proviene da nessun titolo di merito, ma unicamente dalla libera e gratuita predilezione divina.
4. Così facendo, l’evangelista non intende certo ridimensionare l’eccelso valore personale della Santa Vergine. Vuole piuttosto presentare Maria come puro frutto della benevolenza di Dio, il quale ha preso talmente possesso di lei da renderla, secondo l’appellativo usato dall’Angelo, "piena di grazia". Proprio l’abbondanza di grazia fonda la nascosta ricchezza spirituale in Maria. Nell’Antico Testamento Jahweh manifesta la sovrabbondanza del suo amore in molti modi e in tante circostanze. In Maria, all’alba del Nuovo Testamento, la gratuità della divina misericordia raggiunge il grado supremo. In lei la predilezione di Dio testimoniata al popolo eletto, ed in particolare agli umili e ai poveri, raggiunge il suo culmine. Alimentata dalla Parola del Signore e dall’esperienza dei santi, la Chiesa esorta i credenti a tenere lo sguardo rivolto verso la Madre del Redentore e a sentirsi come lei amati da Dio. Li invita a condividerne l’umiltà e la povertà affinché, seguendo il suo esempio e grazie alla sua intercessione, possano perseverare nella grazia divina che santifica e trasforma i cuori.
* http://digilander.libero.it/domingo7/gp2.htm
Festival Internazionale di Musica Cristiana "Il mondo canta Maria"
Mercoledì 01 Ottobre 2008 - Ore 14.30 *
Chiesa di Santa Bernardetta - Lourdes FRANCIA
ingresso libero -
In occasione del pellegrinaggio italiano dell’UNITALSI per il 150° Anniversario delle Apparizioni della Madonna a Lourdes.- cliccare sul rosso, per andare sul sito
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