CALCIO (E POLITICA). EUROPEI 2008 ....

EURO 2008. CAMPIONE D’EUROPA, LA SPAGNA!!! ONORE ALLA SPAGNA, ALLA SQUADRA, E ALLA DETERMINAZIONE E ALLA CONSAPEVOLEZZA DI LUIS ARAGONES - a cura di pfls

Adesso ho un gruppo - proclama alla vigilia il ct dei rossi Luis Aragones - che merita grandi traguardi ed è in grado di tagliare il passato nero della Spagna.
lunedì 30 giugno 2008.
 

SPAGNA, DAVANTI AL RE FACCIAMO LA STORIA

VIENNA - "Claro que podemos", ovvero si può fare. Lo slogan di Barack Obama è diventato prima un titolo di giornale spagnolo, poi lo striscione innalzato dai tifosi delle furie rosse vicino al Duomo di Santo Stefano, simbolo di Vienna. E’ la dimostrazione visibile della convinzione di un popolo e di una squadra, convinta che sia arrivato il momento di ribaltare la storia e battere l’Italia campione del mondo. Ottantotto anni senza vittorie contro gli azzurri in manifestazioni ufficiali sono troppi, e ora la Spagna vuole sfatare un tabù che si chiama quarti di finale, ostacolo al di là del quale non va dal 1986 ad oggi: "Ma adesso ho un gruppo - proclama alla vigilia il ct dei rossi Luis Aragones - che merita grandi traguardi ed è in grado di tagliare il passato nero della Spagna. L’Italia è un’avversaria difficile, difensivamente quasi perfetta, ma sono convinto che i miei la batteranno. Daranno il 110% e se devono morire sul campo, lo faranno". Sembra quindi arrivato il grande momento, almeno a parole, anche se da parte della Spagna c’é grande rispetto verso l’Italia.

Aragones giura di avere ancora le idee confuse sulla formazione ("anche se non mi credete") ma è solo pretattica: giocherà con il 4-4-2 dei titolari, quelli che hanno stordito la Russia e la Svezia, rinunciando ancora una volta alla leadership di Fabregas ("ma a centrocampo abbiamo Xavi - sottolinea il bomber Villa - ovvero un regista perfetto, ed è una gran fortuna che giochi con noi"), e puntando forte sulla coppia d’attacco formata da Torres e dallo stesso Villa. Nessuna precauzione particolare per Toni, temuto dagli spagnoli per la sua prestanza fisica: "credetemi la tattica non è così importante - dice Aragones -: in fondo si tratta solo di parole, e poi l’Italia ha altri uomini in grado di segnare. La mia preoccupazione non è Toni, ma che la Spagna giochi come sa. Voglio che si esprima come nelle nostre ultime partite". Ovvero con tanto possesso palla ("per noi è fondamentale", spiega il ct), per esprimere quel calcio-flipper fatto di passaggi fitti e possesso palla con cui stordisce e poi infilza gli avversari, grazie al quale ha ottenuto nove vittorie consecutive e marciato finora a punteggio pieno in questo Europeo: non può fermarsi proprio adesso, dare una delusione a Re Juan Carlos in tribuna e e fare la fine della Croazia o del Portogallo, eliminate dopo aver dato spettacolo. Si può fare quindi, nel senso di battere l’Italia, perché come spiega Villa ’Maravilla’ "bisogna dimenticare il passato e tutte le coppe vinte dall’Italia, perché adesso conta il presente. Quella che abbiamo vinto ad Elche (grazie a un suo gol ndr) è una partita che non fa testo, ma qui possiamo ripeterci. Sono arrivato qui nella miglior forma fisica della mia carriera, e non vorrei fermarmi fino al 29 giugno".

Più prudente ’Tarzan’ Puyol, il catalano simbolo del Barcellona che domani avrà il compito di dirigere la difesa e bloccare Toni. "Mi preoccupa tutto dell’Italia - dice il difensore - : non ha necessità di giocare bene per vincere, lo fa e basta. Per superarli dovremo disputare anche noi una partita concreta. Toni non ha ancora segnato? Spero non si sblocchi contro di noi, comunque di occasioni se n’é sempre procurate. Per l’Italia è un giocatore molto importante, infatti i compagni lo cercano molto, e bisognerà tenerlo d’occhio soprattutto dal punto di vista fisico". Altrimenti il match avrà un finale diverso da quello che per la Spagna sembra già scritto.



-  A Vienna la finale di Euro 2008, vittoria meritata delle Furie Rosse
-  Per gli iberici è il secondo titolo continentale dopo 44 anni

-  La Spagna campione d’Europa
-  Un gol di Torres: Germania ko
*

VIENNA - La Spagna conquista il suo secondo titolo europeo, 44 anni dopo il primo. Nella finale di Vienna le Furie Rosse di Luis Aragones hanno battuto la Germania per 1-0 grazie alla rete di Fernando Torres al 33’ del primo tempo. E hanno dominato, sul piano del gioco e della mentalità, prendendosi la rivincita sulla tradizione che voleva la Spagna sempre bella ma perdente. Questo europeo laurea una squadra giovane e matura al tempo stesso, che ha imparato a vincere come vincono i suoi grandi club, che si è concessa il lusso di superare in finale e nei quarti le due squadre che nel Vecchio continente rappresentano una tradizione forte: la Germania tre volte campione d’Europa e l’Italia campione del mondo in carica. Nazionali che, insieme, combinano sette titoli iridati e quattro europei.

-  La vittoria finale non è casuale. Un gran gol di Torres, due pali e parecchie occasioni mancate di poco hannno legittimato il successo delle Furie Rosse. Un successo che viene da lontano: molti dei giocatori spagnoli si sono affermati nelle Nazionali giovanili (Casillas, Marchena, Xavi, Ramos, Iniesta, Silva, Torres) e poi sono andati a mietere successi nei grandi club. Rispetto ai giocatori della Germania, in fatto di successi nei club, gli uomini di Aragones vantano una superiorità schiacciante: 19 trofei a uno (di Lehmann, in Coppa Uefa). Casillas, Puyol, Iniesta, Xavi fra l’altro hanno vinto la Champions. Quella delle Furie Rosse non è quindi l’impresa estemporanea di un gruppo, come avvenne nel 2004 con la Grecia che trionfò in Portogallo a forza di difesa e contropiede.

-  In questo Europeo la Spagna ha vinto tutte le partite meno quella con l’Italia, dove è passata solo ai rigori. Ha avuto una continuità di risultati e ha segnato più di tutti (12 gol).

-  La partita. Privo di Villa (infortunato) Aragones preferisce giocare con il solo Torres davanti, schierando subito Fabregas che aveva fatto molto bene contro la Russia. Loew all’ultimo momento recupera Ballack, fermo da venerdì: il capitano tedesco gioca regolarmente, il polpaccio non gli dà fastidio, fa dei buoni assist e manovra con disinvoltura.

-  La Germania comincia in avanti, tiene la Spagna nella sua metà campo, e se Klose delude in fase conclusiva, si danno invece molto da fare Podolski e Schweinsteiger sulla sinistra, ma la verticalizzazione si limita a qualche traversone.

-  La Spagna si mantiene compatta, poi comincia a macinare gioco. Xavi è il fulcro, Ramos cerca inserimenti da destra, i centrocampisti si muovono su tutto il fronte avanzato e al 14’ Iniesta da sinistra tenta di servire Torres, ma una deviazione di Martesacker costringe Lehmann a un gran balzo sulla sinistra per mettere in angolo.

-  Quello degli spagnoli è un crescendo continuo. Al 22’ un triangolo Ramos-Fabregas-Ramos sfocia in un assist per la testa di Torres che schiaccia colpendo il palo basso alla destra di Lehmann, poi graziato (tiro fuori) da Capdevila. I tedeschi reclamano con Rosetti per due presunti mani di Puyol e di Capdevila.

-  Al 33’ la svolta della partita: Xavi lancia a Torres che sulla destra lotta con l’impacciato Lahm, lo aggira e poi sull’uscita di Lehman colpisce da sotto, supera il portiere e mette nell’angolo opposto. Un gran gol, che conferma le doti dell’attaccante.

-  Nella ripresa Loew sostituisce l’incerto Lahm con Jansen che, sempre sulla sinistra, se la vede con Iniesta. I tedeschi cercano di attaccare, ma col passar dei minuti la Spagna ricomincia a proiettarsi in avanti e Xavi in diagonale mette fuori rasoterra su input di Torres da destra all’8’. Poi un sinistro di Silva è deviato fuori da Torres che poco dopo costringe Lehmann a un’uscita spericolata. Low inserisce Kuranyi al posto di Hitzlsperger ma un diagonale di Ramos da destro tiene sul chi vive la difesa tedesca.

-  Al 15’ una bella azione Jansen-Schweinsteiger consente a Ballack di andare (male) al tiro di destro e in seguito lo stesso Ballack costringe Casillas a un’uscita alta. Insomma, la Germania in qualche modo si fa pericolosa e allora Aragones inserisce Xabi Alonso per Fabregas.

-  La partita si è riscalda per una piccola testata di Silva a Podolski. Per evitare guai, Aragones lo sostituisce il suo giocatore con Cazorla. E subito dopo prima Xavi di testa, poi Iniesta sfiorano il gol. A questo punto la squadra di Loew butta sulla bilancia il suo maggior peso atletico. La partita cresce d’intensità e qualche azione in contropiede della Spagna mette in difficoltà la difesa tedesca.

-  Aragones ripropone Guiza al posto di Torres. Lehmann esce di mano sulla linea dei sedici metri (quindi in area). E la Spagna sfiora il secondo gol: testa di Guiza da sinistra e Senna non arriva a spingerla dentro. L’estremo tentativo dei tedeschi fallisce e gli spagnoli possono festeggiare con re Juan Carlos e con il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero il ritorno tra i grandi del calcio europeo.

-  IL TABELLINO. GERMANIA-SPAGNA 0-1
-  GERMANIA: Lehmann; Friedrich, Martesacker, Metzelder, Lahm (1’st Jansen); Frings, Hitzlsperger (13’st Kuranyi); Schweinsteiger, Ballack, Podolski; Klose (34’st Gomez).
-  In panchina: Enke, Adler, Fritz, Westermann, Rolfes, Neuville, Trochowski, Borowski, Odonkor.
-  Allenatore: Loew.

-  SPAGNA: Casillas; Ramos, Marchena, Puyol, Capdevila; Iniesta, Senna, Xavi, Silva (21’st Cazorla); Fabregas (18’st Xabi Alonso); Torres (33’st Guiza)
-  In panchina: Palop, Reina, Albiol, Navarro, Villa, Cazorla, Sergio Garcia, Arbeloa, Juanito, De La Red.
-  Allenatore: Aragones.

-  ARBITRO: Rosetti (Italia).

-  RETE: 33’pt Torres.

-  NOTE: serata calda, terreno in ottime condizioni,
-  spettatori: 51.428. Espulsi: Ammoniti: Ballack, Casillas, Torres, Kuranyi. Angoli: 8-5 per la Spagna. Recupero: 1’; 3’.

* la Repubblica, 29 giugno 2008


Rispondere all'articolo

Forum