8 MARZO, NAPOLITANO: PARITA’ ANCORA LONTANA
"Le distanze si sono accorciate, ma siamo ancora molto lontani da un traguardo di parità", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale l’8 marzo, alla presenza del ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini e del suo predecessore, la parlamentare Stefania Prestigiacomo, che hanno preso la parola.
Il capo dello Stato ha detto che la radice della crescita dei diritti delle donne nel nostro paese sta nella Costituzione, che contiene "il presupposto e la base per ogni reale avanzamento nella condizione della donna". Dal 1947 è stato fatto un lungo cammino, ma non si deve dimenticare quanto sia stato difficile ottenere ogni singolo riconoscimento formale. Già durante i lavori della Costituente, ha ricordato, le prime elette si batterono per eliminare formulazioni che contenevano gravi pregiudizi e discriminazioni sul ruolo pubblico delle donne, in particolare per l’accesso alla carriera giudiziaria. Solo nel 1965, però, fu possibile avere le prime donne vincitrici di concorso in magistrature e solo oggi possiamo salutare "le recenti, recentissime nomine della prima donna presidente di tribunale metropolitano, della prima donna presidente di corte d’appello, della prima donna presidente di sezione della corte di cassazione". I passi avanti, ha proseguito Napolitano, sono stati possibili grazie "alla mobilitazione civile e ad un molteplice sforzo per far vivere la Costituzione, sforzo che nei decenni ha prodotto decisive leggi di riforma, come quella del diritto di famiglia", oltre ad importanti sentenze della corte costituzionale in materia di diritti delle donne. Un avanzamento necessariamente graduale, ha detto, come aveva previsto nel 1869 il grande pensatore liberale John Stuart Mill. "Ma non tutti i pregiudizi nei confronti delle donne, da lui impietosamente denunciati - ha aggiunto - sono ancora caduti, e soprattutto non sono caduti tutti gli ostacoli, che frenano l’uguaglianza invocata dalla dichiarazione universale dei diritti umani, che risale al 1948 come la nostra Costituzione".
Fra gli ostacoli più grandi da rimuovere, ha detto Napolitano, ci sono quelli dell’intolleranza e della disuguaglianza nei punti di partenza, della legalità negata, degli squilibri nella parità di genere. L’intolleranza, ha ricordato, può raggiungere il livelli estremi della pulizia etnica, della guerra civile senza esclusione di colpi, della repressione, della limitazione della libertà sia di comuni cittadini, sia di leader politici. "E bersagli dell’intolleranza violenza sono troppo spesso le donne. Due leader donne sono oggi emblema delle sofferenze che l’intolleranza può produrre, ma sono anche testimoni della resistenza morale che si può opporre alla prevaricazione: la colombiana Ingrid Betancourt e la birmana Aung San Suu Kyi".
La madre della Betancourt ha inviato a Napolitano una lettera, che é stata letta pubblicamente, in cui ringrazia gli sforzi che si fanno per liberare la figlia. La liberazione incondizionata del premio nobel per la pace birmano è stata chiesta, invece, con un intervento al microfono di una rappresentante della Unione Donne Birmane (Bwu), Du Du Win, che ha chiesto altresì all’Italia di rivolgersi al regime che governa il suo paese per chiedere che si interrompa la pratica di decisioni adottate unilateralmente, senza coinvolgere le opposizioni, come è avvenuta con la recente bozza di nuova Costituzione. "E’ importante - ha commentato Napolitano - che l’Italia si adoperi per evitare che il seme dell’intolleranza generi tragedie al di fuori dei nostri confini, ma è altresì importante che modi e strumenti di civile convivenza si consolidino anche all’interno del nostro paese". Purtroppo, ha ricordato, ci sono ancora gravi ostacoli al rispetto dei diritti umani delle donne, oltre che per rendere eguali i punti di partenza. La disuguaglianza "si radica nella famiglia e nel quartiere dove si è nati. In Italia - ha detto - è più difficile che altrove in Europa sconfiggere la lotteria della fortuna", perché mancano quelle garanzie universali di attenzione e cura e di buona istruzione necessari nei primi anni di vita del bambino. Ed inoltre ci sono i "fortissimi squilibri territoriali", territori inquinati dalla criminalità organizzata e dalla intimidazione mafiosa nei quali "nessun diritto vale sul serio". E ci sono infine "ambienti familiari dove si usa violenza sulle donne e sui bambini, luoghi in cui il diritto non ha corso".
Napolitano ha voluto perciò premiare, durante la cerimonia, alcune personalità che hanno operato contro l’abbandono scolastico dei bambini nelle zone a maggior rischio ed ha conferito una medaglia d’oro al valor civile alla memoria ad Antonella Russo, uccisa un anno fa a Solofra (Avellino) perché si era scontrata con il convivente della madre, un uomo violento che aveva denunciato alle forze dell’ordine per i maltrattamenti nei confronti della genitrice. Infine, Napolitano ha chiesto interventi urgenti e terapie efficaci per colmare la disparità tra uomini e donne e il divario tra nord e sud del nostro paese, perché si rischia che entrambi questi fenomeni si aggravino drammaticamente, e in Italia lo squilibrio di genere è già "troppo ampio" anche per quanto riguarda l’occupazione, soprattutto nel sud.
ELEZIONE TEST PARITA’ PER FORZE POLITICHE
"Vedremo all’indomani del voto del prossimo 13 aprile in quale misura le forze politiche abbiano ridotto una ingiustificabile disparità delle presenze di uomini e donne nel parlamento italiano", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale, celebrando l’8 marzo. Il Capo dello Stato ha sottolineato che nel nostro paese "non possiamo ignorare la gravità dello squilibrio persistente a danno delle donne nella rappresentanza politica".
La questione è stata affrontata anche dal ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini e da Stefania Prestigiacomo, deputato di Forza Italia. Quest’ultima ha rivolto un appello alle forze politiche, che proprio in queste ore stanno definendo le liste dei candidati. "Auspico che tutti i partiti politici avvertano l’onere di applicare le parti opportunità anche se non ci sono ancora leggi che lo impongano. Questo è necessario per far risalire l’Italia nelle classifiche mondiali".
OGGI I CENTO ANNI DELL’8 MARZO
I diritti delle donne, dall’aborto al lavoro, dalla salute all’autodeterminazione sono al centro della giornata dell’8 marzo, che quest’anno compie 100 anni in memoria dall’incendio nella fabbrica di New York dove morirono numerose operaie.
Quest’anno le donne italiane tornano in piazza in particolare per difendere la legge 194, con manifestazioni e cortei in tutta Italia.
Nel pomeriggio, si terrà la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil (partenza alle 14 a Piazza Bocca della verità, arrivo a Piazza Navona) per il centenario della festa; saranno presenti il ministro Barbara Pollastrini e i tre leader sindacali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. E poi, ancora: a Cagliari, alle 16.30, manifestazione a Piazza Garibaldi; a Napoli, alle 17, assemblea "Le donne nelle lotte"; a Milano, corteo alle 14.30 da Largo Cairoli; a Firenze, manifestazione alle 9.30 da piazza San Marco. A Chioggia, la Festa della donna sarà l’occasione per protestare, con una manifestazione di fronte al palazzo comunale, contro la decisione dell’amministrazione di sostenere la moratoria all’aborto proposta da Giuliano Ferrara. Sempre a Roma, alla Casa Internazionale delle donne sarà inaugurata una mostra, "Il pane e le rose", sulla vita delle donne dagli anni ’50 agli anni ’80.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
DONNE, UOMINI E VIOLENZA: PARLIAMO DI "FEMMINICIDIO"...
USCIAMO DAL SILENZIO. UN APPELO DEGLI UOMINI CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE...
25 Giugno: salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi - di Federico La Sala
UOMINI E DONNE... SULL’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’, OGGI
GENERE UmaNO: Donna e Uomo. .... I soggetti sono due, e tutto è da cambiare!!! A QUANDO LA PIENA DIGNITA’ ALLA DONNA?!!!! Che van ... gelo tutte!!! "L’uomo rimane uomo con tutta la sua dignità, anche quando è un embrione o in stato di coma"!!!
PAPA: PIENA DIGNITA’ UOMO ANCHE SE EMBRIONE O IN COMA
(di Elisa Pinna)
"L’uomo rimane uomo con tutta la sua dignità, anche quando è un embrione o in stato di coma": le parole di Benedetto XVI risuonano nella navata di San Lorenzo in Piscibus, una piccola chiesa nascosta tra i palazzi che circondano San Pietro, dove il Papa sta celebrando messa per i 25 anni del ’Centro Giovanile Internazionale’’. Ad ascoltarlo, data la ristrettezza degli spazi, solo un centinaio di fedeli tra ragazzi volontari, che accolgono i loro coetanei pellegrini a Roma, e cardinali di Curia, presenti in nutrita delegazione. Il nuovo monito del pontefice, in un’omelia a braccio tutta incentrata sul significato della vita e della morte, irrompe però immediatamente sui siti dei media italiani e nel dibattito pre-elettorale, dove continuano ad affacciarsi, con i loro strascichi di polemiche, i temi etici dell’eutanasia, dell’aborto e della legge 194. Quasi contemporaneamente da Baku, capitale dell’Azeirbagian dove si trova in visita pastorale, il segretario di Stato vaticano card. Tarcisio Bertone auspica che i leader dei vari schieramenti politici italiani mettano in atto "il rispetto promesso ai valori cristiani". Diventa inevitabile il collegamento tra l’intervento del Papa e quello del suo numero due: la Chiesa Cattolica, con la sua massima autorevolezza, ripropone così le sue preoccupazioni alla classe politica italiana.
Benedetto XVI, arrivato tra i giovani di ’San Lorenzo in Piscibus’, alle 10:00 del mattino, lascia ben presto il discorso scritto (e probabilmente preparato da qualche suo collaboratore) per rivolgersi a braccio all’assemblea dei fedeli soffermandosi con calore sui grandi interrogativi della vita umana. L’uomo, spiega, appartiene, come tutto il resto del creato, alla "biosfera". Ma "Pur facendo parte del biocosmo - osserva - l’uomo lo trascende; l’uomo rimane uomo e mantiene tutta la sua dignità, anche se è un embrione, o in stato di coma". "L’uomo ha sete di conoscenza dell’infinito, vuole arrivare - prosegue Ratzinger - alla fonte della vita, vuole trovare la vita stessa". "Potremmo dire - aggiunge - che tutta la scienza é una grande lotta per la vita, tutta la medicina è una lotta della vita contro la morte, per trovare la medicina dell’immortalità". Ma anche se la medicina, ipotizza il Papa, trovasse "una pillola della immortalità" essa rimarrebbe una "pillola della biosfera": il mondo - prosegue Benedetto XVI - si "riempirebbe di vecchi, non ci sarebbe più spazio per i giovani". Uno scenario spaventoso: "non possiamo dunque sperare nel prolungamento infinito della vita biologica e nello stesso tempo però aspiriamo all’eternità", osserva. "Ecco dunque - continua - che arriva la Parola di Gesù: ’io sono la Resurrezione’.
"Attraverso Gesù abbiamo già attraversato la soglia della morte. L’eucarestia è il farmaco dell’eternità", conclude. Nel silenzio di riflessione che segue l’omelia, in prima fila annuiscono, tra le tante porpore, il cardinale vicario Camillo Ruini, il cardinale Savaira Martins delle Cause dei Santi, il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio Per i laici, che aveva accolto il Papa ricordando la storia del centro giovanile, fondato nel 1983 da Giovanni Paolo II. Più tardi, a mezzogiorno in piazza San Pietro, Benedetto XVI torna a parlare dopo la preghiera dell’Angelus, stavolta di temi internazionali. Esprime "orrore " per l’escalation di sangue in Terra Santa e in Iraq e lancia un appello ad israeliani e palestinesi: "a tutti chiedo, in nome di Dio, di lasciare le vie tortuose dell’odio e della vendetta e di percorrere responsabilmente cammini di dialogo e di fiducia".
TRA LA FESTA, IL RITO E IL SILENZIO SCEGLIAMO LA LOTTA!!!
Nel tran-tran quotidiano di un sabato pomeriggio, nel bel mezzo dell’affollato mercato di viale Papiniano a Milano si è presentata un’oca molto inkazzata per rendere pubblica/far sentire la sua voce/ la sua ribellione//la sua protesta contro i continui attacchi alla sua libertà e autodeterminazione da parte di chiesa/istituzioni/ politici/ mariti/ famiglie/forze dell’ordine. L’oca incazzata voleva anche confrontarsi, riconoscersi e allearsi con le "sue simili".
Si è allestito in piazza un grande gioco dell’oka inkazzata, un gioco nel quale con ironia (ma fino a un certo punto...) si sono rappresentati gli infiniti ostacoli che ogni donna incontra nei diversi momenti della sua vita (dalla scuola al lavoro, dalla chiesa alla famiglia), le violenze, i soprusi e le vessazioni che troppo spesso siamo costrette a subire, le strategie di sopravvivenza quotidiana che ognuna mette in campo per riuscire a tenere insieme tutti i pezzi, la potenza del collegarsi alle altre. Ne è uscito un momento di fortissima vicinanza e scambio tra donne che venivano dai contesti più diversi: giovani e meno giovani, studentesse, donne rom, mamme coi figli, singole donne incuriosite, gruppi di diverse aree politiche, lesbiche, lavoratrici,.... Percorsi e vissuti diversi che si intrecciano, si riconoscono e si uniscono nel denunciare e nel reagire insieme con allegria e determinazione, ai continui attacchi alla libertà e all’autodeterminazione delle donne attraverso gli strumenti più diversi autodifesa/campagna Obiettiamo gli Obiettori/azione diretta.....
Ma, come detto, oltre ad essere ironica e giocosa, l’oka è anche molto incazzata e ha voluto ricordare l’ennesimo episodio di violenza sul lavoro, avvenuto la settimana scorsa proprio nell’Esselunga di viale Papiniano e portare la sua solidarietà a Giovanna e ai lavoratori/rici dell’esselunga, e invitare i milanesi a boikottare la catena.
L’oka incazzata ha quindi raggiunto il presidio che si stava svolgendo davanti al punto vendita e insieme a circa 300 persone si è trasferita all’interno del supermercato e ha partecipato ad un’iniziativa spontanea che si è svolta tra carrelli della spesa e casse (casse che la direzione aveva provveduto a sguarnire di tutto il personale femminile), fra l’imbarazzo di dirigenti e guardie varie, con musica e balli, slogans e inviti a boicottare il supermercato, e ha di fatto paralizzato l’attività del super per circa due ore.
PER OGNI CASSIERA PICCHIATA E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA.
collettivo femminista maistat@zitt@
collettivo ri/belle
Il link alle foto
http://lombardia.indymedia.org//?q=node/4288
* * * * * * * * * * *
Autodifesa della vita: obiettiamo gli obiettori!
http://www.vieneprimalagallina.org/campagna.html