Il 2 marzo in 134 piazze italiane (La Stampa,8/2/2008)
ROMA. Torna il popolo del Family day e fa campagna elettorale. Su un unico argomento: realizzare un fisco a misura di famiglia che si basi sul sistema delle deduzioni e non delle detrazioni. Resta inteso che la famiglia è quella al singolare, quella garantita dalla Costituzione, quella che nel maggio scorso inondò piazza San Giovanni a Roma.
Il forum delle famiglie, promotore dell’adunata del Family day, lancia la sua sfida ai partiti con una proposta di tutela della famiglia, attraverso una revisione del sistema fiscale: le forze politiche che la accoglieranno nel loro programma otterranno l’attenzione (i voti?) delle famiglie. Quasi 20 mila sono rappresentate dalle settanta associazioni che aderiscono al Forum.
«Non siamo collaterali ad alcun partito politico e non daremo indicazioni di voto specifiche per quella forza politica o quel candidato - spiega il presidente del Forum Giovanni Giacobbe - ma diremo chi ha aderito al nostro programma. Per questo abbiamo già avanzato una richiesta di incontro con i segretari di tutti i partiti, vedremo e verificheremo chi farà sue le nostre proposte». L’idea è di abbandonare il sistema delle detrazioni e sostituirlo con un sistema di deduzioni dal reddito che sia pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico. Il tutto viene calcolato sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti dal reddito, che sono state già identificate da tempo.
In pratica il Forum delle famiglie chiede di introdurre un sistema fiscale basato anche sull’equità orizzontale: a parità di reddito chi ha figli da mantenere non deve pagare le stesse tasse di chi non ne ha. «Finora la politica di sostegno alla famiglia - spiega la vice presidente del Forum Paola Soave - è sempre stata di tipo assistenzialista per cui con una mano ti tolgo e con l’altra ti restituisco con gli assegni familiari, così i cittadini sono sudditi e non titolari di diritti». La petizione che ha già raccolto oltre 300 mila firme, sarà lanciata in 134 piazze italiane il 2 marzo con sei città "promotrici": Milano, Verona, Assisi, Parma, Roma e Napoli. Saranno coinvolti i sindaci di queste città - a Roma sarà il vice sindaco Maria Pia Garavaglia a "sponsorizzare" il banchetto - ma, avverte Giacobbe, «solo come massimi esponenti istituzionali della città» senza "reclutamenti" politici.
Poi il 15 maggio, in occasione della Giornata internazionale della Famiglia indetta dall’Onu, le firme saranno portate anche all’attenzione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E se il Forum prende le distanze dal portavoce del Family day Savino Pezzotta, che oggi è sceso in campo con la Rosa Bianca, resta confermata l’adesione alla moratoria sull’aborto lanciata da Giuliano Ferrara e l’impegno per le battaglie in difesa della vita. Se arrivassero offerte di candidature? «I singoli sono liberi di fare quello che vogliono - conclude Giacobbe - ma è chiaro che come Forum non possono essere prese in considerazione, ci sarebbe anche un problema di compatibilità... E poi abbiamo già i deputati e i senatori che hanno portato avanti le nostre battaglie e speriamo loro siano ricandidati».
Sul tema, nel sito, si cfr.:
BENEDETTO XVI, PEZZOTTA E BERLUSCONI...
LA LEZIONE DI GIOVANNI PAOLO II SULLA DONNA E SULL’UOMO E SU DIO...
AL DI LA’ DELLA TRINITA’"EDIPICA" - E DELLA TERRA E DEL SANGUE!!!
Aborto, migliaia in piazza in tutta Italia
"Basta attacchi alla 194". Tensione a Roma *
19:53 Le promotrici: "Quattromila a Roma" "Abbiamo sfilato in oltre 4mila". È la stima fatta dalle organizzatrici al termine della manifestazione delle donne in difesa della legge sull’aborto. "Il corteo è nato spontaneamente e l’intenzione era di fermarci al Fatebenefratelli - ha spiegato un’organizzatrice - ma eravamo così numerose che abbiamo deciso di proseguire"
19:37 Lettera appello delle intellettuali alla sinistra Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta!". La lettera-appello firmata da 12 donne autorevoli in diversi campi aprirà il prossimo numero speciale di MicroMega. L’appello è firmato da: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Elisabetta Visalberghi. Nell’appello si denuncia "L’offensiva clericale contro le donne - spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza".
[...]
* la Repubblica, 14.02.2008 (ripresa parziale)
Aborto, blitz della polizia nella clinica ostetrica
"Nessuna violazione della 194"
Una donna abortisce un feto malformato nato morto e dopo venti minuti arrivano gli agenti in corsia. Pazienti e personale interrogati, sequestrata la cartella clinica. L’Unione delle donne denuncia il clima da caccia alle streghe e annuncia una manifestazione di piazza
Blitz della polizia al Nuovo Policlinico. Sette uomini in divisa si sono presentati ieri pomeriggio nella Clinica Ostetrica per indagare su un’interruzione di gravidanza effettuata su una 39 enne che aveva in grembo un feto malformato. Il sospetto delle forze dell’ordine, dicono i medici, sarebbe nato da una denuncia anonima secondo cui la donna avrebbe ottenuto un aborto fuori legge per disfarsi del neonato.
A svelare che si trattava di un equivoco è stato Francesco Leone, responsabile del Servizio Ivg arrivato in clinica proprio durante il blitz. «Abbiamo praticato l’interruzione di gravidanza terapeutica nel secondo trimestre», ha spiegato lo specialista, «quindi nei termini di legge. D’altronde il feto era affetto da una grave malattia congenita». «L’espulsione del feto», ha raccontato Leone, «è avvenuta alle 18 e gli agenti sono arrivati dopo 20 minuti». E in reparto è successo il finimondo.
Tre uomini hanno raggiunto la corsia dove era ricoverata la donna. L’hanno interrogata chiedendole i particolari della gravidanza, poi sono passati alla degente che le stava vicino, e anche lei è stata interrogata. Intanto altri due agenti hanno chiesto notizie a un’infermiera del reparto e altri quattro hanno voluto sapere dagli specialisti i particolari tecnici. «Mi è sembrato - ha detto Leone - un atto spropositato, neanche fosse stato un blitz anticamorra».
Gli agenti hanno acquisito la cartella clinica su autorizzazione del pm. E oggi è arrivata la dura condanna dell’Udi, l’Unione delle donne in Italia. La storica associazione ha preso posizione su quanto avvenuto al Policlinico dell’Università Federico II. "Si trattava - hanno dichiarato le portavoci - di un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l’intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto". Stando alla lettura che danno dell’episodio, i medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti, sempre secondo quanto riferisce l’Udi, hanno poi intimidito la vicina di letto della donna, esortandola a testimoniare in quel momento altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice.
L’Udi denuncia "il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso" e dà appuntamento a tutte le donne napoletane per giovedì prossimo, in piazza Vanvitelli, alle ore 17. "La nostra mobilitazione - affermano - partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in ogni piazza d’Italia. Autodenciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita".
Lo Squadrone Bianco della Vita
di Doriana Goracci *
VORREI raccontarvi come nacque in me l’immagine dello Squadrone Bianco. Da certe donne di Napoli, ho appreso che, nel tentativo di buttare la 194 oltre i rifiuti ancora per strada, è stato fatto un blitz ieri pomeriggio alle ore 18,20 dallo Squadrone Bianco della Vita al nuovo Policlinico dell’Università Federico II dove una donna aveva effettuato un interruzione terapeutica di gravidanza, un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l’intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto. 7 uomini in divisa hanno fatto irruzione nella clinica ostetrica per indagare su un interruzione di gravidanza di un feto malformato perchè le indagini sembravano riguardare un’ interruzione fuorilegge, su suggerimento di una segnalazione anonima che denunciava una donna che stava abortendo oltre il secondo trimestre, per sbarazzarsi del feto.La donna è stata spaventata, interrogata, chiedendole dell’aborto e della gravidanza nei minimi particolari quando ancora si trovava sul lettino. ll blitz è avvenuto dopo 20 minuti dall’aborto e anche il personale medico e non, le donne in stanza con lei e tutti quelli che si trovavano in ospedale sono stati sottoposti ad un interrogatorio minuzioso.Insomma un’autentico blitz antimorte. Le donne napoletane invitano in piazza Vanvitelli, alle ore 17, giovedì prossimo. "La nostra mobilitazione - affermano - partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in ogni piazza d’Italia. Autodenciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita".
Ho pensato allora a quanto sta lavorando questo Squadrone Bianco, che scopro nel 1936 essere stato presentato alla Mostra di Venezia dove vinse la coppa Mussolini, oggi Leone d’oro, per il miglior film italiano, "Lo squadrone bianco" di Augusto Genina, riproposto guarda un po’, a settembre dello scorso anno, in versione Dvd per il genere guerra, in cui si narra di un ragazzo che si arruola nelle truppe cammellate libiche e diventa uomo ed eroe. L’assistente alla regia fu un giovane Mario Monicelli.E’ la storia di un ufficiale di cavalleria e di un amore non corrisposto che lo porta in Tripolitania, dove emulando la mentalità rude e fiera del capitano comandante, capirà la sua missione e la donna che un giorno lo respinse, lo attenderà.Il film è tipicamente coloniale, legato al mito della legione straniera.Venne definito un mezzo di redenzione virile.
Anche in Sardegna una serie di Associazioni come Scienza e Vita di Sassari, Movimento per la Vita di Sassari, Forum delle associazioni familiari, Centro Culturale di Sassari, Medicina e Persona, Associazione medici cattolici di Sassari i sono riunite il 1 febbraio per illustrare la proposta di moratoria riguardante la normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza, anticipando di qualche giorno la XXX Giornata per la vita.Le associazioni proponenti hanno avviato presso le loro sedi ed in alcuni luoghi pubblici cittadini, verranno raccolte le sottoscrizioni a sostegno della moratoria di cui Giuliano Ferrara è il primo firmatario.
Certo, mi sono rivenuti alla mente certi squadroni composti da polizia locale e vigilantes, da quelli che puliscono la società dagli indesiderabili, quelli dal sesso incerto magari. Dal sito dell’Unitalsi di Barletta, fondata nel 1903, `associazione di fedeli che promuovono azioni di evangelizzazione e di apostolato verso e con gli ammalati ed i disabili, e negli anni del fascismo, per le sue particolari connotazioni, unica associazione cattolica a non essere sciolta, leggo: "Siamo i primi testimoni per i nostri fratelli della sacralità della vita... pensiamo ad esempio a quanti cattolici approvino la definizione di dignità della vita che porta ad abomini come l’eutanasia...Curiamo anche i ragazzi in modo da far crescere nuove leve, affinchè s’innamorino della Madonna e del servizio agli altri, in cui possono incontrare Gesù...Ti propongo di creare uno squadrone che rallegri il pellegrinaggio!!!". Non è il 1936 ma il 14 febbraio dello scorso 2007.
La Destra ha aderito subito esplicitamente a tutte quelle iniziative a favore della moratoria per l’aborto e “pro-vita” organizzate dalla CEI - Conferenza Episcopale Italiana, dalla persona del Cardinale Arcivescovo S.E. Dionigi Tettamanzi e dalle strutture della Arcidiocesi di Milano, dal Movimento per la Vita ambrosiano, dai Centri di Aiuto alla Vita e dai movimenti ecclesiali. E: "Il movimento politico La Destra, conscio della sua missione laica, che non potrà mai essere “laicismo anticristiano” bensì “laicità collaborante” con il mondo religioso ed ecclesiale, deve cooperare con esso per dare un “volto umano” alla nostra società affinchè, al dire di papa Paolo VI, possa trasformarsi in “civiltà dell’amore”. Una civiltà capace di superare la cultura della morte attuale e le ingiustizie sociali della globalizzazione politica e delle multinazionali che, come insegna S.S. Papa Benedetto XVI: “non è l’unica alternativa possibile al benessere dell’uomo e della società”.
Un altro Squadrone , il Glorioso Klan dei S.O.E.M. (Squadrone Operativo Esploratori Mercenari) nato con il gioco Rogue Spear nell’anno 2000 dal 15 marzo 2007, prende la via di America’s Army , divenendo così il nuovo gioco ufficiale del Clan. "Il SOEM è un clan senza fini di lucro ed ha lo scopo di creare nuove amicizie e consolidare sani valori quali la LEALTA’ e l’ONORE, tra gli appassionati di questo videogame nell’ambito del multiplayer e tutto quello scritto è pura fantasia, basta consultare www.soemclan.it
Ma dai giochi si passa alla realtà, anche se allucinante, della DMN, Destra Moderata Nazionale, che "proponendo uno Stato fondato sulla sovranità e l’autonomia della famiglia che, oggi, non è più padrona, neppure in casa propria" la difende con chiare regole, e al punto 3 si dice :" attuare una politica della vita , contro tutte quelle filosofie che ci hanno condotto alla concessione di sussidi per abortire e alla negazione di “sgravi” per i figli “a carico”.
Credo che tutti ricordino l’indignazione rossa e nera e la caccia al romeno, all’indomani dello sciagurato delitto di una donna romana, violentata e derubata. Ma quanti ricordano le ordinarie violenze sulle donne e in famiglia come il dimenticato caso del 70enne italianissimo, che stuprò una nipotina e poi si suicidò cospargendosi di alcol? La vittima oggi ha 15 anni. Il nonno abusò sessualmente di lei per cinque anni e con lui altri tre parenti. La prima volta che fu violentata non aveva ancora dieci anni, capitò mille volte ancora, ad opera del nonno con i suoi tre amici. Sedici anni prima un’altra nipotina di otto anni per la vergogna si tolse la vita cospargendosi di alcol e, schiacciato dal dolore, poco tempo dopo, anche suo padre si suicidò. Tutto si svolse in un piccolo paese pugliese, non distante da Brindisi.I due amici del nonno di 62 e 41 anni,il Tribunale per i minori di Lecce li aveva già giudicati indegni a svolgere il ruolo di padri: per questo era stata tolta loro la patria potestà dei figli minorenni.Fatti di un anno e poco più fà, già atrocemente dimenticati.
Ma tornando al movimento degli squadroni per la vita, non si può non encomiare , Roberto de Mattei, docente di storia all’università di Cassino, divenuto consulente di Fini alla Convenzione europea. I suoi due fari: la tradizione cristiana come fondamento della nuova Europa e la difesa delle istituzioni naturali, la famiglia e gli Stati-nazione. Disse guardando , agli Stati Uniti di George W. Bush e della Moral Majority: «Ogni anno, a gennaio, la marcia per la vita a Washington mobilita migliaia di persone e una miriade di associazioni. Un mondo sommerso che non si esprime direttamente in politica ma agisce come un forte gruppo di pressione sui parlamentari».E aggiunse: «Mi chiedo se alla vittoria delle destre in tutta Europa corrisponderà un reale cambiamento sui temi della vita. Non ci interessano governi di destra che facciano politiche di sinistra. Meglio il contrario, piuttosto».
Francesco Storace, in pieno stile da Squadrone Bianco oggi afferma:"Se qualcuno aveva ancora dubbi, è servito: La Destra c’è, è una forza di popolo, viva, compatta, numerosa. Tutti dovranno fare i conti col nostro movimento, che rappresenta la vera novità del panorama politico italiano. Non sarà la censura a fermarci, niente e nessuno potrà fermare le nostre idee, la nostra voglia di cambiamento...E’ questa la nostra grande forza: essere, sempre e comunque, dalla parte del cittadino. La Destra guarda avanti, corre e non si ferma più".
Ed è vero cresce la Destra, cresce la Velocità, cresce la corruzione, cresce l’astensionismo, cresce la violenza, il bullismo. La crescita è il primo punto di ogni programma politico. Hanno dimostrato tutti come è cresciuto il peso del loro portafoglio, dell’appetito, dell’arroganza. Figuriamoci se dovessimo parlare di decrescita, di difesa del diritto laico, di resistenza e lotta.
La sinistra? Improvvisamente pudica e sicura dei fatti delle sue storiche donne, compresa la signora Binetti, che ha avuto seraficamente modo di dire in data odierna a proposito dell’ aborto come messaggio forte: "Non credo che quella di Berlusconi sia una mossa politica. E’ la naturale elaborazione di un pensiero che ha a cuore la vita, senza se e senza distinguo" dice la senatrice del Pd. Eh si , la sinistra ha taciuto e sorridendo acconsentito. come chi è avvezzo a un’educazione regale e a uno stile di tradizione non violenta,pacificatrice.
Le donne, certe donne, non ringraziano nessuno.
Doriana Goracci
Se è in pericolo il destino dei diritti
di Stefano Rodotà (la Repubblica, 14 febbraio 2008)
Quale sarà il destino dei diritti e delle libertà civili nel nuovo tempo della politica che si è appena annunciato, e che assumerà tratti più netti dopo il voto del 13 aprile? Da Napoli è appena arrivata una inquietante risposta, tanto più grave perché dà la misura di un mutamento di clima.
Un mutamento di clima che, senza bisogno di cambiare le norme in vigore, determina una vera e propria aggressione nei confronti di chi altro non ha fatto che valersi dei diritti che le riconosce la legge sull’interruzione della gravidanza.
Il racconto della donna è davvero un caso di scuola di violazione della dignità della persona, dunque di uno dei principi fondativi della convivenza, come si legge nella nostra Costituzione e nell’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata». Non basta dire, infatti, che s’era ricevuta una segnalazione anonima e che era necessario effettuare accertamenti. Proprio il carattere anonimo delle segnalazioni esige sempre prudenza nella loro utilizzazione, altrimenti la libertà e la dignità di ciascuno di noi vengono consegnate nelle mani di qualsiasi mascalzone. Vi erano molti modi per accertare se davvero si stava violando la legge, senza bisogno di piombare addosso alla donna e di farle domande assolutamente illegittime, come quella riguardante il padre. Ma ci si comporta così quando si ritiene di essere assistiti da un consenso sociale, quando si pensa che l’aria sia cambiata e che nell’agenda politica ed istituzionale a diritti e libertà spetta ormai un posto marginale. La vicenda napoletana ci ha purtroppo dato la tragica conferma di una regressione civile già in atto. Sarebbero urgenti, a questo punto, una reazione politica ed una istituzionale.
Chiunque abbia il senso delle istituzioni, merce purtroppo sempre più rara, dovrebbe esigere, nell’interesse di tutti, un chiarimento del modo in cui magistratura e polizia si sono comportate a Napoli, e l’individuazione delle specifiche responsabilità, come hanno chiesto le componenti del Csm. Siamo di fronte ad una violenza di Stato, che esige un immediato e pubblico ristabilimento della legalità. Solo così sarà possibile cancellare, almeno in parte, l’effetto intimidatorio che quella irruzione può avere nei confronti di tutte le donne che intendono far ricorso alla legge 194. Per quanto riguarda la reazione politica, sono ovviamente benvenute le proteste, le condanne. Ma non bastano. Non siamo di fronte ad un caso isolato ed isolabile, ma appunto alla rivelazione di un clima. E questo clima può essere cambiato solo se, con adeguata forza, si rifiuta l’agenda politica che l’ha determinato e a questa se ne oppone una più civile, rispettosa delle persone e della loro umanità, che rimetta al primo posto il riconoscimento e il rispetto dei diritti.
Dal centrodestra sono venuti segnali insistiti e chiarissimi. La radicale messa in discussione dell’aborto è netta, ha ormai una forte evidenza nella campagna elettorale, ben poco offuscata dalle variazioni tattiche di Berlusconi rispetto alla lista di Giuliano Ferrara, visto che lo stesso Berlusconi ha rilanciato proprio la parola d’ordine di Ferrara di proporre all’Onu ben più di una moratoria sull’aborto - il pieno riconoscimento del diritto alla vita del concepito. A queste proposte si aggiungono la posizione ostile ad ogni aggiustamento della legge sulla procreazione assistita, anche a quelli che una provvida giurisprudenza ha rigorosamente introdotto, mettendo in evidenza gli eccessi di potere del governo Berlusconi; la dura linea sulle questioni della sicurezza; la "questione privacy" proposta sostanzialmente come mezzo per limitare il ricorso alle intercettazioni anche in materie dove appaiono necessarie e per incidere sulla libertà d’informazione; e l’ipotesi di procedere ad una revisione anche della prima parte della Costituzione, quella appunto delle libertà e dei diritti.
Se questo è il catalogo, ormai evidentissimo, del centrodestra, quali segnali sono venuti dal Partito democratico e dalla Sinistra arcobaleno? Flebili, comunque privi finora della evidenza necessaria per presentarsi come un programma forte e coeso, capace di imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica e modificare così l’agenda politica. Per il Partito democratico questo è anche il frutto di una difficoltà interna, testimoniata dalla pubblica adesione della senatrice Binetti alla proposta berlusconiana sull’aborto. Per la Sinistra arcobaleno è probabilmente l’effetto determinato dal ritardo di una effettiva elaborazione comune.
La passata legislatura lascia un’eredità pesante. Testamento biologico, unioni di fatto, disciplina delle intercettazioni sono lì a ricordarci una impotenza dell’Unione, la difficoltà estrema nel gestire politicamente situazioni complesse. Soprattutto per i primi due casi, si constatò in modo sbrigativo che non v’era la necessaria maggioranza parlamentare, e questo favorì all’interno dell’Unione le operazioni di chi volle chiudere nel cassetto testi significativi. Non si tenne conto che si trattava di materie che riguardano la vita di tutti, le decisioni sul morire e l’organizzazione delle relazioni affettive (e il nascere, legato alle nuove linee guida sulla procreazione assistita), sì che sarebbe stato necessario avere non solo un più netto atteggiamento davanti all’opinione pubblica, ma anche più coraggio parlamentare, portando in assemblea i disegni di legge, obbligando i senatori ad assumere esplicitamente le loro responsabilità e consentendo così ai cittadini di valutare meriti e colpe all’interno di entrambi gli schieramenti. In altre materie, quelle legate alla sicurezza pubblica in particolare, vi è stata una eccessiva propensione a soluzioni sbrigative, con una riduzione di problemi complessi a questioni di puro ordine pubblico, rendendo indistinguibile la posizione del governo da quella dell’opposizione. Di queste debolezze si è avuta una conferma ulteriore nelle materie sbrigativamente indicate con il termine privacy, che sono poi quelle che riassumono molti dei diritti legati al diffondersi delle nuove tecnologie. Un solo esempio. Con il decreto "milleproroghe" si è portato ad otto anni e mezzo il tempo di conservazione dei dati sul traffico telefonico, un non invidiabile record mondiale.
Che cosa potrà accadere nel prossimo Parlamento? La previsione più facile induce a concludere che, se prevarrà il centrodestra, la linea sarà quella della riduzione dell’autonomia delle persone nel decidere della loro vita (ricorso alla procreazione assistita, aborto, rifiuto di cure, decisioni di fine vita, unioni di fatto), dell’indebolimento delle garanzie in nome della sicurezza, della limitazione del controllo di legalità da parte dei giudici, che è una componente essenziale della tutela dei diritti. Ma questo non significherà necessariamente abbandono di una nuova normativa sul testamento biologico o sulla procreazione assistita. Regole su queste materie potrebbero servire per una finalità esattamente opposta a quella per la quale erano state finora pensate: chiudere ogni varco alla possibilità di giungere comunque al riconoscimento di diritti delle persone sulla base delle norme della Costituzione, come hanno fatto con grande rigore alcuni giudici.
La necessità di un diverso e chiaro programma in materia dei diritti è evidente. Questo programma, in primo luogo, deve essere dichiaratamente "conservatore", nel senso che deve consistere in una intransigente difesa dei principi costituzionali e in un loro coerente sviluppo nelle direzioni segnate dall’innovazione scientifica e tecnologica. È vero che queste innovazioni ci obbligano a confrontarci in modo assolutamente inedito con i temi della vita, dell’umano. Ma questa riflessione, e le conseguenze pratiche che se ne traggono, devono trovare la loro collocazione nel quadro di valori democraticamente definito, appunto quello costituzionale. Questo non esclude il confronto, la discussione, la prospettazione di punti di vista anche radicalmente diversi. Esclude, invece, la pretesa di imporre un altro quadro di principi, imposto autoritativamente, ritenuto "non negoziabile" perché espressione di verità non discutibili.
Giungiamo così al vero nodo politico e culturale, alla revisione costituzionale di fatto che si vuole realizzare avendo le prescrizioni delle gerarchie ecclesiastiche come unica tavola dei valori. Questo è uno dei punti condivisi di cui si vanta il Popolo delle libertà. Questa è la vera radice del rischio che corrono libertà e diritti, che non ha nulla a che vedere con l’anticlericalismo o con il "laicismo", ma ha molto a che fare con la democrazia. Un rischio che si aggrava ogni giorno, visto che l’interventismo delle gerarchie vaticane si traduce sempre più spesso in una precettistica minuta. Quale società si sta delineando?
Le debolezze politiche e culturali del passato centrosinistra sono nate anche su questo terreno, e si è rivelata sbagliata la linea di chi ha ritenuto che un atteggiamento morbido avrebbe consentito un progressivo superamento delle difficoltà. Il "politicismo" del rapporto esclusivo con le gerarchie vaticane non ha pagato e, anzi, ha aperto varchi sempre più ampi al loro intervento, mentre veniva trascurato e mortificato il rapporto con il mondo cattolico più aperto. Chiedere maggiore consapevolezza di questa situazione non significa incitare allo scontro. Significa mettere in chiaro, nella fase democraticamente essenziale della campagna elettorale, i propositi e le prospettive di azione di ciascuno. Anche su questo si costruirà il consenso delle forze politiche di centrosinistra e di sinistra.