Giustizia

Trasferito De Magistris, condannato al cambio di funzioni

venerdì 18 gennaio 2008.
 

Roma, 18 gen. (Adnkronos/Ign) - La sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento del pm di Catanzaro Luigi De Magistris ad altra sede e ad altre funzioni. Il trasferimento non sarà immediato visto che è stata respinta la richiesta di misura cautelare.

La misura cautelare del trasferimento d’ufficio era stata richiesta dall’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. Nel dispositivo della sentenza si legge che la sezione disciplinare del Csm dichiara il dott. De Magistris responsabile di alcune delle incolpazioni e gli infligge la sanzione disciplinare della censura, lo assolve da altre incolpazioni e dichiara il non luogo a procedere per ulteriori capi di incolpazione; infine dispone il trasferimento del medesimo ad altra sede ed altre funzioni e respinge la richiesta di misura cautelare.

Il procuratore generale della Cassazione Vito D’Ambrosio, che rappresenta l’accusa, aveva chiesto nel merito la sanzione della perdita di anzianità di 8 mesi e come pena accessoria obbligatoria il trasferimento dalle funzioni (cioè che restasse a Catanzaro senza svolgere più il ruolo di pm).

Il pg aveva sottolineato come ancora sussistano esigenze cautelari e la situazione presso la Procura di Catanzaro sia "tutt’altro che rasserenata"; infatti in via cautelare aveva chiesto che il trasferimento dalle funzioni di pm svolte da De Magistris avvengano in maniera immediata.

Il pg aveva chiesto inoltre che venisse dichiarata la responsabilità disciplinare di De Magistris riguardo a 9 degli 11 capi di incolpazione a carico del pm e che quindi ci fosse il proscioglimento per il capo che riguarda la mancata comunicazione all’ex capo della Procura di Catanzaro Mariano Lombardi del sequestro del villaggio ’Marinagri’; e per il capo riguardante le accuse al pm calabrese di aver seminato sospetti non suffragati da prove in altri magistrati.

Tra le incolpazioni per cui il pg aveva chiesto che venisse dichiarata la responsabilità disciplinare di De Magistris i rapporti "disinvolti" del pm con la stampa, le fughe di notizie in merito alle inchieste che il magistrato conduceva, le modalità con cui avrebbe emesso il decreto di perquisizione nei confronti del procuratore di Potenza Vincenzo Tufano, la secretazione in un armadio della Procura dell’iscrizione sul registro degli indagati del parlamentare di Forza Italia e avvocato Gianfranco Pittelli e di Walter Cretella, le contestate modalità di conduzione delle inchieste ’Poseidone’ e ’Why not’ che gli sono poi state avocate.

Il pm di Catanzaro, secondo D’Ambrosio, ha un "modo errato e distorto di intendere il modo di svolgere il proprio mestiere. E’ un magistrato che ha improntato la sua attività più ad un’ottica missionaria che al proprio mestiere che ha il fine del controllo della legalità".

Davanti alla sezione disciplinare del Csm il pm di Catanzaro si è rifiutato di rispondere alle domande dell’accusa: "Non posso rispondere alle domande del pg perché violerei il segreto investigativo".

Poi nelle dichiarazioni spontanee rese davanti alla sezione disciplinare del Csm prima che la stessa si riunisse in Camera di consiglio, il magistrato aveva precisato: "Se ho compiuto atti irregolari è stato soltanto per salvaguardare il mio lavoro in una terra che non è la mia ma a cui mi sono molto legato e in cui spero di continuare a lavorare come ho sempre fatto. Gli errori si commettono ma spero di avere ristoro professionale".


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