BRUCIA IL CENTRO SUD, IN PUGLIA ALMENO DUE MORTI *
Sono due i morti accertati, secondo la Protezione civile e i Vigili del Fuoco, nell’incendio di oggi a Peschici. Si tratta delle due persone trovate carbonizzate in un’ auto, come aveva riferito l’assessore ai servizi sociali della Regione Puglia, Elena Gentile.
Lo stesso assessore aveva successivamente comunicato che erano state segnalate altre due persone trovate morte su una spiaggia di Peschici, probabilmente asfissiate.
IN MILLE SALVATI VIA MARE - Sono state complessivamente mille le persone che erano assediate dalle fiamme a Peschici e che sono state tratte in salvo via mare. Lo rende noto la Guardia costiera precisando che l’ operazione di salvataggio è praticamente conclusa.Per l’ evacuazione sono state utilizzate, oltre alle motovedette della Capitaneria di porto, anche imbarcazioni private.Tutte le persone tratte in salvo sono state portate a Manfredonia.
CENTRO DI PRIMO SOCCORSO A S.G.ROTONDO - Un centro di pronto soccorso e’ stato allestito in un una scuola di Peschici e qui gli operatori sanitari hanno prestato cure a circa 350 persone, la maggior parte delle quali in preda a crisi di panico, crisi di abbandono perche’ impossibilitate a ricongiungersi con i famigliari. Gli altri hanno riportato ferite leggere, ustioni o contusioni. Solo per una signora e’ stato richiesto il ricovero a causa di una forte tachicardia. Lo rende noto il direttore generale della Protezione civile Agostino Miozzo, che si trova a Peschici. Al momento, afferma Miozzo, ’’si sta provvedendo al trasporto di circa 700 persone a San Giovanni Rotondo dove sono state requisite stanze negli alberghi’’. Si tratta dei villeggianti fatti evacuare dai camping e dalle strutture alberghiere che si trovano in zone interessate dal fuoco e che sono state danneggiate o, in alcuni casi, distrutte dalle fiamme. ’’Non autorizzeremo nessuno - ha detto Miozzo - a rientrare negli alberghi o nei camping se non ci sara’ certezza assoluta che i focolai sono stati tutti spenti’’.
PIROMANE ARRESTATO MENTRE DA’ FUOCO VICINO A LATINA - Un piromane di 63 anni è stato sorpreso ad appiccare un incendio ed è stato arrestato dai carabinieri a Sezze, un paese collinare vicino a Latina. L’uomo, un operaio, incensurato, stava appiccando il fuoco alla macchia mediterranea nella zona della stazione ferroviaria ma è stato sorpreso dai militari della compagnia di Latina che avevano già predisposto servizi a seguito dei diversi focolai che si erano verificati nella zona in questi giorni. L’operaio, del quale non vengono rese note le generalità, è stato fermato intorno alle 13:30 e portato nelle camere di sicurezza in attesa del processo per direttissima che si svolgerà domani. E’ accusato di incendio doloso.
SARDEGNA: PAESI CIRCONDATI FUOCO, EVACUAZIONI - Diversi paesi sono circondati dal fuoco e si stanno predisponendo piani di evacuazione, a cominciare da Lollovve, frazione tra Nuoro e Orune. Non si attenua, ma anzi si aggrava anche per il persistere di temperature molte elevate, l’emergenza incendi in Sardegna, dove uomini e mezzi del Corpo Forestale, della Protezione civile, forze dell’ordine e volontari devono fronteggiare una situazione in continua evoluzione. Se un’ora fa il punto di maggiore crisi sembrava concentrarsi di nuovo nella zona di Nuoro, dove stavano convergendo Canadair e elicotteri, ora si sono aperti nuovi fronti, con un rogo di proporzioni devastanti tra Benetutti e Bono, dove si stanno dirigendo squadre a terra e mezzi aerei.
PARISI, DISPONIBILE A IMPIEGO FORZE ARMATE Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, per fronteggiare l’emergenza incendi in corso, ha assicurato "la massima disponibilità e ha dato immediatamente disposizioni per l’impiego di uomini e mezzi delle Forze Armate per concorrere alle operazioni di spegnimento incendi e di soccorso alla popolazione". "Questa ulteriore disponibilità per fronteggiare il gravissimo stato di emergenza che ha interessato gran parte del centro-sud - spiega il ministero della Difesa - va ad integrare gli assetti specialistici già messi a disposizione della Protezione civile da parte della Difesa nell’ambito della campagna estiva antincendio".
AMATO, USARE TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI - Per far fronte ai numerosi incendi che in queste ore stanno interessando una parte del Paese, il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, d’intesa con il presidente del Consiglio, ha dato indicazione per un "uso pianificato e coordinato a livello centrale di tutte le risorse a disposizione".Le risorse da usare contro gli incendi sono quelle dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile e della Forestale, "in modo da garantire la massima copertura con uomini e mezzi in ogni Regione interessata dall’emergenza". Tutte le Prefetture, intanto, fa sapere il Viminale, sono pienamente mobilitate per dare il proprio contributo all’interno di questo sforzo complessivo.
BERTOLASO, EMERGENZA ECCEZIONALE PER ROGHI DOLOSI - E’ un’emergenza "eccezionale" quella che sta interessando in questi giorni l’Italia perché non si verificava da tantissimi anni ed è causata da "fenomeni dolosi provocati in modo scientifico per creare disagi e fare male a questo Paese". Però - a giudizio del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, - "abbiamo un sistema che sta funzionando, altrimenti sarebbe stato il disastro più totale".
Bertolaso rivolge l’invito a una collaborazione generale: "Non basta la flotta aerea dello Stato, che pure sta facendo miracoli e , purtroppo, paga anche duramente questo impegno", aggiunge facendo riferimento all’incidente mortale avvenuto ieri ad Acciano (L’Aquila). Le squadre di terra stanno lavorando ovunque - sono stati mobilitati tutti i volontari dell’antincendio delle regioni dell’arco alpino, le uniche - ricorda Bertolaso - che non stanno subendo questo "attacco frontale". "Purtroppo - avverte il capo della Protezione Civile - siamo destinati a un combattimento duro. Le previsioni meteorologiche non sono buone. Vi sarà una lievissima diminuzione delle temperature al centro e poi nel fine settimana ricomincerà il caldo". Bertolaso rivela che si sta pensando a "soluzioni aggiuntive", evidenziando che "in Europa mezzi adatti non ce ne sono più. Tutto quello che era disponibile fuori dai nostri confini lo abbiamo ’sequestrato’ per integrare la nostra flotta. Ogni tanto gli aeroplani vanno in avaria, ogni tanto i piloti si devono riposare, altrimenti possiamo conoscere situazioni peggiori". Secondo Bertolaso l’impegno deve essere quello di fronteggiare l’emergenza degli incendi quando questi non ci sono: "abbiamo lavorato moltissimo come programmazione, pianificazione, lotta ai piromani. Tutto deve essere intensificato in modo che quando diamo l’allarme, facciamo le previsioni, diciamo che c’é un grande rischio incendi, il sistema funzioni nel suo complesso". Bertolaso ripete il suo appello alla collaborazione da parte dei cittadini: "Abbiamo ancora un patrimonio ambientale che va salvaguardato e protetto da parte di tutti".
ALTRA GIORNATA CAMPALE - Un’altra giornata campale sul fronte incendi dopo quella di ieri, costata la vita al pilota di un Canadair della Protezione civile caduto mentre era impegnato a spegnere le fiamme in Abruzzo. Alle prime luci del giorno tutti i Canadair e gli elicotteri della Protezione civile si sono alzati in volo per intervenire sui numerosi roghi che stanno interessando le regioni del Centro-Sud. Subito 30 le richieste di intervento: per la maggior parte dei casi riguardano incendi ancora attivi dalla serata di ieri, quando con l’arrivo delle ore notturne si è reso impossibile l’impiego dei velivoli in condizioni di sicurezza. Le operazioni di Canadair ed elicotteri della Protezione civile proseguiranno per l’intera giornata. A Castelgandolfo una delle situazioni più critiche: sono andati in fumo cento ettari di vegetazione la notte scorsa nell’ incendio divampato su un costone della montagna che sovrasta il lago. Le fiamme hanno messo in pericolo due alberghi - evacuati, come 25 ville - mentre sono state danneggiate due abitazioni. Ad Ortona dei Marsi (L’Aquila), a causa di un vasto incendio che minaccia il paese, sono stati evacuati 250 abitanti.Roghi anche nelle Marche, in Campania, in Sardegna ed in Sicilia. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, dall’Abruzzo, dove è andato a visitare il copilota ferito del Canadair caduto ieri, parla di "situazione sempre molto difficile e critica in alcune regioni. La coperta - sottolinea - é quella che è. Noi abbiamo la più grande flotta dello Stato che c’é nel Mediterraneo, però quando vi sono centinaia e centinaia di incendi non possiamo intervenire dappertutto. Dobbiamo per forza scegliere delle priorità, che sono basate sui cosiddetti ’incendi di interfaccia’, laddove cioé, può esserci il rischio che le fiamme possano colpire paesi, infrastrutture e quant’altro". In riferimento al Canadair caduto, Bertolaso spiega che si è trattato di una "tragedia" consumatasi in una "guerra dichiarata" da "criminali" sfruttando il caldo di questi giorni. E’, aggiunge, "una lotta durissima, pagata anche a carissimo prezzo, ma non per questo ci fermeremo".
* ANSA» 2007-07-24 22:46
Turisti a Peschici: ’’Incredibile ritardo nei soccorsi’’
di Armando Damiani *
Una "vera apocalisse", lasciati "in balia di noi stessi", "soccorsi quando il peggio era ormai passato": stanchi, distrutti, ancora increduli di quanto è successo e sta ancora succedendo, i turisti di Peschici vivono ancora le scene dell’incubo, delle fiamme che per diverso tempo li hanno gettati nel terrore. Qualcuno di loro é ancora in cerca dei propri cari persi di vista durante il fuggi fuggi dopo lo scoppio dell’incendio, ma molti sono soprattutto inferociti per i ritardi - dicono - dei soccorsi. Parla per tutti Nicola, ospite degli appartamenti ’Serena’ nella baia di San Nicola di Peschici. Una baia distrutta dalle fiamme, che "non esiste più", dice la titolare di un bar.Il racconto di Nicola è impressionante: "Abbiamo cominciato a vedere un fumo denso arrivare dalla parte alta della collina. Sulle prime ci siamo peroccupati, perché era piuttosto vicino e di grandi dimensioni, ma siamo stati tranquillizzati. Ci hanno detto che non era nulla di particolarmente grave, che non sarebbe successo nulla".
Rassicurazioni che però non rassicuravano per niente, giacché le fiamme incalzavano e si ingrossavano. Allora i turisti hanno chiamato i carabinieri, ma loro "non ne sapevano nulla più di noi", poi i vigili del fuoco. "Qualcuno - dice Nicola - ci ha consigliato di prendere un mezzo e di uscire da quella strada, ma era ormai impraticabile". "Intanto - prosegue rivedendo quei momenti terribili - il fumo aumentava e rendeva irrespirabile l’aria. Io e mia moglie, con un bambino di un anno e mezzo, abbiamo cercato un varco attraverso il quale fuggire, ma non lo abbiamo trovato, non c’era. Non abbiamo visto uno straccio di soccorsi. In preda alla disperazione ci siamo nascosti in acqua, tra gli scogli e così ci siamo salvati. Sulla baia non c’era più alcuna via di fuga". E i soccorsi? "I soccorsi sono arrivati quando ormai eravamo salvi - dice l’uomo visibilmente scosso - le fiamme erano basse e non c’era più alcun pericolo. Scene da apocalisse. La cenere ci finiva addosso, mio figlio che urlava e io mi sentivo impotente. Un incubo a occhi aperti. I soccorsi...
Quando è arrivato il primo gommone di soccorso si sono fermati in acqua e pretendevano che fossimo noi a raggiungerli perché avevano paura che si bucasse, pensate un po’. Li abbiamo convinti ad avvicinarsi, urlando. Quando sono arrivati vi abbiamo spinto a bordo le mamme e i bambini che avevano in braccio. Una situazione infernale". L’impressione di Nicola è comune a tanti altri: a Peschici oggi si è assistito a "scene apocalittiche". E in serata c’é ancora chi cerca mogli o figli separati durante i soccorsi.
* ANSA» 2007-07-24 18:42
SCHEDA GRAFICA - LA STAMPA - GLI INCENDI NELLA PENISOLA
In processione sino alla chiesa risparmiata dal fuoco
Un’anima antica oltre il rogo del Gargano
di Francesco Ognibene (Avvenire, 04.08.2007)
C’è una immagine della Madonna di Loreto dentro la chiesetta tra i boschi affacciati su Peschici. È davanti alla porta del piccolo santuario che il fuoco si è fermato, martedì scorso. Il giorno del grande rogo del Gargano a un certo punto sembrava dovesse bruciare tutto, la gente fuggiva via mare perché alle sue spalle le fiamme stavano correndo dalla montagna verso la spiaggia, spinte dal vento. Nulla pareva poterle più fermare, non i lanci d’acqua dagli elicotteri, né il prodigarsi di pompieri, protezione civile, abitanti. Via tutti, su barche e gommoni, prima che sia troppo tardi. Ore di lotta hanno dapprima assediato e infine vinto l’incendio. Ma sul campo sono rimaste vittime, rovine, ceneri, case e negozi devastati, un paese in lacrime. Un colpo che non basta l’atteso pienone agostano a gettarsi alle spalle.
Poi i primi che si sono spinti sulla montagna hanno trovato quel piccolo spiraglio di fiducia, il confine della rovina a pochi metri dalla chiesa intatta. S’immagina lo stupore, e la notizia che corre. Lo sappiamo bene, dentro di noi, ma forse ci pare cosa d’altri tempi, che sa di Medioevo: l’Italia è disseminata di posti così, il terremoto, l’epidemia, la guerra o il fuoco che risparmiano un’immagine venerata, o chi le si è affidato, il disastro più cattivo che sembra improvvisamente non poter osare un passo in più. Forse anche incoraggiati dalla piccola Vergine lauretana restata integra, a Peschici non sono rimasti a guardare sconsolati la piaga nera che ora chiazza la montagna. E l’arcivescovo di Manfredonia, Domenico D’Ambrosio, che è uno di questa terra coraggiosa, ha dato voce alla speranza invitando la gente del paese e della vicina Vieste a una processione, questa sera, fino alla chiesa dentro il bosco, in testa la statua del patrono Elia. Così insegna la tradizione cristiana che lastrica la nostra terra e vibra ancora nella gente, così propone di fare oggi il pastore della Chiesa garganica: è la fede che parla attraverso un gesto antico che no n è folklore, e che spinge a darsi da fare. Domani, infatti, la diocesi vivrà poi non solo una giornata di preghiera ma di concretissima raccolta di fondi per realizzare un’opera che sarà definita insieme alla Caritas. L’anima e le mani, il Cielo e la terra, il cuore e la fatica umana: è così che si fascia e si cura una ferita, per grande che sia.
La Chiesa chiama tutti, credenti e agnostici, gente del Gargano e i suoi ospiti, perché tutti apparteniamo a una storia cristiana che ha insegnato a non lasciarsi piegare dall’imprevedibile rovescio del destino, anche quando dietro la furia della natura si agita l’ombra di una criminale regia umana. La rabbia, la legittima richiesta di aiuti, la ricerca delle responsabilità, l’impegno per non perdere la stagione turistica sono una parte della risposta, ma non tutto quello che si sa di poter fare: «Non possiamo rimanere estranei - ha scritto D’Ambrosio alla sua gente -. C’è bisogno di solidarietà». La processione di stasera e la preghiera "operativa" di domani sono i gesti che consentono di sentirsi capaci di rialzarsi. Così è sempre stato, ed è bello che si torni a farlo dove la cronaca parlava solo di una sconfitta. È una comunità che si riconosce e si ritrova, proprio quando le era sembrato di sentirsi perduta.
Sul Gargano la nostra sconfitta
Quarant’anni di battaglie per il parco e contro lo scempio ambientale, tra miopie dei Comuni e minacce di speculatori edilizi grossolani e violenti
di SABINO ACQUAVIVA (La Stampa, 27/7/2007)
Mentre scorrevano sullo schermo televisivo le immagini di tanta rovina ricordavo un altro Gargano, alla cui difesa in pochissimi abbiamo dedicato tanta parte della nostra vita. La lotta cominciò, forse quaranta anni or sono, quando l’allora direttore della Gazzetta del Mezzogiorno inviò un giornalista a verificare alcune mie affermazioni, provocate dal fatto che lo scempio era già cominciato. Gli dissero, dopo due soli giorni: «Se non se ne va le spariamo in bocca».
Chi si trovò esplosivo sotto casa
A quei tempi la speculazione edilizia era più grossolana e più violenta. Cominciai la battaglia e la continuai con tre libri che dedicai alla Montagna del Sole e con l’aiuto di una cultura regionale che si stava risvegliando. Lo scontro durò anni, e arrivarono persino a collocare dell’esplosivo sotto la casa di una persona che coraggiosamente lottava per il Gargano. Ricordo ancora un convegno, mi sembra a Rodi Garganico, in cui un sindaco, dopo aver ascoltato il mio intervento, si alzò e disse: «Il parco non lo farete mai, dovreste passare su molti cadaveri!».
Invece il parco è nato, più piccolo di quello proposto, con un regolamento edilizio debole, che non assicura una vera difesa dell’architettura tradizionale, cioè di una architettura simile a quella che tutela l’immagine urbanistica di molte isole della Grecia. Erano anche escluse aree importanti, che però interessavano troppo alla speculazione edilizia. Alcune regole riguardanti la vegetazione permettevano la creazione di ampie zone boschive di conifere, quindi assolutamente inadatte al clima del Sud, dove dovrebbe essere semplicemente vietata la loro diffusione.
Nasceva anche un parco deformato dalle centinaia di permessi di edificazione emessi dai Comuni, selvaggiamente e in fretta, prima che una legge tutelasse (si fa per dire) il profilo urbanistico dei suoi centri urbani, la cui fisionomia è stata deformata da architetti ingegneri e geometri privi di cultura e di scrupoli. Salvo eccezioni, naturalmente. Nelle speranze, mie e di pochi altri, c’era anche il progetto di far rinascere l’antica foresta che copriva il Gargano prima dell’Unità d’Italia che, estendendo a tutta la Penisola l’infelice legislazione sarda, provocò i guasti che sappiamo.
Perduto un panorama selvaggio, affascinante
Però, inguaribile ottimista, ero comunque felice che fosse nato il parco, perché pensavo che la cultura dei parchi avrebbe salvato il Gargano. È accaduto il contrario: gli incendi, la paralisi di troppe amministrazioni locali, la speculazione edilizia, l’ignoranza anche culturale di molti, stanno distruggendo la Montagna del Sole. Sopravvivrà un altro Gargano, irriconoscibile. Ben poco è destinato a salvarsi di quel Gargano selvaggio, affascinante, che scoprii con il mio entusiasmo di allora.
Che fare dunque? Dovrà subito intervenire l’amministrazione regionale per salvare il salvabile, imponendo delle regole che consentano di non far distruggere dal fuoco, dalla speculazione e dall’ignoranza, un patrimonio che è di tutti gli italiani. Dovrà anche aiutare il Gargano a cancellare le conseguenze della più grande tragedia naturale della sua storia.
La decisione presa dal Consiglio dei ministri. Intanto la situazione migliora
I problemi maggiori in Calabria, nelle Marche e in Toscana, dove sono state evacuate 2 famiglie.
Incendi, dichiarato lo stato di calamità
nel Centro-sud ancora diversi focolai*
ROMA - Nella riunione di questa mattina, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di calamità nazionale per le regioni del Centro-sud devastate dagli incendi. La situazione, comunque, sta gradualmente migliorando. Mentre in Puglia è ormai tornata la tranquillità, in altre parti del paese le segnalazioni di roghi continuano ad arrivare, anche se con minore frequenza. Le situazioni più critiche questa mattina si sono vissute in Calabria, in Toscana e nelle Marche.
L’attesa dichiarazione dello stato di calamità è il primo passo per mettere a disposizione degli stanziamenti per le aree interessate. "Nel più breve tempo possibile saranno fatte le ordinanze per le singole Regioni", ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta. In questo modo, ha proseguito, "si punta a mettere in sesto realtà così drammaticamente colpite".
A Peschici, dove ieri si sono vissuti alcuni momenti di apprensione per lo sviluppo di alcuni focolai, tutto è ormai sotto controllo e molti turisti sono tornati nei villaggi e negli alberghi. Proseguono comunque le operazioni di monitoraggio dell’area danneggiata dalle fiamme.
In Calabria, invece, gli incendi attivi sono ancora otto, un numero nettamente inferiore a quello dei giorni scorsi ma sufficiente a mantenere alto lo stato di allerta. Tra le zone maggiormente colpite c’è quella di Morano Calabro, nel Parco nazionale del Pollino, dove un incendio divampa da domenica mattina. Altri roghi vengono segnalati anche in provincia di Catanzaro e di Reggio Calabria. Per contrastare i roghi più vasti sono all’opera due mezzi aerei, che hanno già effettuato numerosi lanci di acqua e liquido infiammabile.
Paura e danni considerevoli anche in Toscana. Un incendio sul monte Castellare, nel comune di Vicopisano (Pisa), ha finora distrutto 40 ettari di vegetazione e ha reso necessaria l’evacuazione di due famiglie. In base alle prime ricostruzioni, sembra che il rogo sia di origine dolosa.
Non smettono di bruciare neanche le Marche. In provincia di Ascoli Piceno sono attivi una decina di focolai, che tengono impegnati più di cento uomini e vari mezzi aerei. Ormai sotto controllo il rogo che ha mandato in fumo tra 70 e 100 ettari di bosco a Fabriano (Ancona).
Questa mattina, intanto, all’aeroporto romano di Ciampino è stata organizzata una cerimonia per dare l’ultimo saluto ad Andrea Golfera, il pilota morto dopo essere precipitato con il suo Canadair durante lo spegnimento di un incendio nel Parco del Sirente, in Abruzzo. I funerali si terranno invece domani a Lugo di Romagna, il suo paese natale.
* la Repubblica, 27 luglio 2007
I numeri della tragedia: quattro morti (due in incidenti causati dal fumo)
4000 sfollati, due villaggi turistici distrutti, danni all’agricoltura
Fiamme e polemiche, indaga la procura
Le accuse tra Protezione civile e sindaco
Bertolaso: "Abbiamo fatto anche più del dovuto. Siamo intervenuti in quaranta minuti"
Il sindaco di Peschici: "La prima richiesta di aiuto alle 9 e 20. Alle 12 e 30 l’elicottero" *
PESCHICI - Il giorno dopo a Peschici e in tutto il Gargano è il giorno del lutto cittadino, della conta dei danni - tantissimi - delle polemiche su interventi e soccorsi e delle inchieste giudiziarie per dare il nome ai piromani che hanno scatenato l’inferno. Forse è bene partire da qui: c’è la quasi certezza che gli incendi siano stati appiccati in modo doloso. Cioè non una cicca di sigaretta dimenticata accesa in pineta e poi alimentata dal caldo africano e dal vento. No: vastità, dimensioni e localizzazione degli incendi fanno pensare ad una regia studiata a tavolino con la complicità delle condizoni meteo. Dice Nichi Vendola, presidente dalla regione Puglia: "Il racconto degli elicotteristi sulla dinamica dei fuochi è particolarmente impressionante. C’era una geometrica potenza del fuoco nell’esplosione nel disegno di un quadrangolo del fuoco: Peschici, Vieste, lesina e Mattinata e poi Rocchetta.
Situazione incendi - In mattinata i boschi del Gargano continuavano a bruciare. Solo all’ora di pranzo il responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso ha potuto dire che la "situazione non era ancora risolta ma sotto controllo".
Vittime, feriti e sfollati - Due persone, un fratello e una sorella di 71 e 81 anni, sono morte carbonizzate. Romano Fasanella era tornato in paese da pochi giorni per trascorrere le vacanze con la sorella Carmela. Romano Fasanella era un ex assicuratore in pensione e da diversi anni viveva a Milano. Insieme alla sorella possedeva un appartamento nel residence Julia e per questo motivo d’estate tornava ogni anno nel suo paese di origine per trascorrere le vacanze.
Altri due persone sono morte in incidenti stradali provocati dal fumo degli incendi. Ci sono stati 300 intossicati lievi, tre feriti, uno dei quali in modo grave perchè ustionato sul 60% del corpo e colpito da infarto. Gli altri due feriti sono persone che, in preda al panico, si sono lanciate dal tetto della loro abitazione. Molti cittadini sono stati colti da malori a causa dello spavento. Quattromila gli sfollati, per lo più turisti. Di questi in serata un migliaio hanno deciso di proseguire la vacanza. La notte scorsa sono stati tutti sistemati negli alberghi e nelle scuole.
Le polemiche. Bertolaso si difende: "Noi abbiamo fatto anche più del dovuto" - Messa l’emergenza sotto controllo, oggi è stata la giornata delle polemiche. Ritardi nei soccorsi, piani antiincendio che non sono scattati, aree già bruciate non accatastate e preda degli speculatori. Guido Bertolaso, n.1 della Protezione Civile non ci sta a finire sotto processo. E attacca: "Noi abbiamo fatto più del nostro dovere, sostituendoci a qualcuno che non ha fatto quello che doveva fare". Sui tempi di intervento, ad esempio, "ci è arrivata una prima richiesta di intervento aereo alle 11.19, ma non si trattava di Peschici, bensì di un’altra area sul Gargano. Per Peschici la richiesta è arrivata alle 11.50 ed alle 12.30 un nostro elicottero era in zona". Sono passati, sottolinea, "solo quaranta minuti dalla richiesta di intervento: mi domando quante ambulanze arrivano in così poco tempo dopo una richiesta di aiuto. E di quanto dico - aggiunge - ci sono registrazioni e certificazioni: carta canta". E’ stata, poi, un’emergenza annunciata, "avevo parlato di estate da incubo ma non sono stato creduto". Nel Duemila, poi, il governo ha passato alle Regioni la competenza contro i roghi che si devono dotare di flotte regionali di elicotteri. Al Dipartimento, osserva, "viene data la responsabilità del supporto con i mezzi della nostra flotta aerea". Ai primi di giugno, poi, due direttive che ribadivano ruoli e competenze: "Le Regioni devono far funzionare le sale operative per garantire il coordinamento degli interventi e dotarsi di una propria flotta aerea in previsione di un’estate critica".
La seconda direttiva era rivolta ai sindaci affinchè si mettessero in regola con il catasto delle aree bruciate "ma ce l’ha un comune su quattro". E con i piani di emergenza: "Ce l’hanno il 48%. Peschici non credo sia tra questi". Nel question time alla Camera, il sottosegretario dell’Interno Ettore Rosato ha ribadito che i soccorsi sono stati "immediati".
La replica del sindaco di Peschici - Francesco Tavaglione replica a sua volta con numeri e cifre. "Il dottor Bertolaso dice che la Protezione civile è stata avvisata alle 10 e 50. Io ho qui il foglio di un mio funzionario che scrive di aver dato il primo allarme alla Protezione civile preso la prefettura di Bari alle 9 e 20 minuti". Su quel foglio è scritto anche il nome della funzionaria della prefettura che ha preso la segnalazione.
I danni - Quello dei danni, come sempre nelle emergenze, è il dato che arriva per primo. Tutti pronti a presentare il conto. Li chiedono i cittadini, gli operatori turistici, la gli agricoltori. In tutto il sud la Confagri calcola un miliardo di danni. Per il Wwf in tre settimane sono state distrutte 4.500 ettari di aree protette. Trecentomila euro se ne vanno solo per demolire le macchine bruciate a Peschici. Distrutti due villaggi turistici.
L’inchiesta giudiziaria - Il procuratore di Lucera Massimo Lucianetti e il sostituto Claudio Rastrelli hanno aperto un fascicolo contro ignoti per incendio e omicidio doloso, per capire come sia cominciato e chi abbia appiccato l’incendio che ha devastato il Gargano tra Peschici e Vieste e ucciso due persone provocando danni a migliaia di turisti. Ma indagherà anche per accertare se effettivamente i soccorsi siano stati tempestivi ed adeguati. Il procuratore rinvia qualsiasi ipotesi o commento agli accertamenti che saranno "rapidi" e riguarderanno "i tempi dei soccorsi, il numero dei mezzi aeronavali impiegati e anche la loro qualità per controllare l’adeguatezza qualitativa e quantitativa". Domani il primo vertice con carabinieri, guardia forestale, vigili del fuoco, stradale e vigili urbani. Sono moltissime le cose da capire.
* la Repubblica, 25 luglio 2007
Incendi, il Gargano brucia ancora
Polemiche dopo la tragedia di Peschici
Due morti nelle fiamme.
Quattromila i turisti evacuati da campeggi e villaggi vacanze.
Nella notte hanno continuato a bruciare i boschi del Gargano tra Peschici e Vieste.
Ancora roghi in tutto il Mezzogiorno.
E il sindaco di Peschici attacca: "Gli interventi sono stati tardivi". *
15:17 Vertice in Procura Una riunione per il coordinamento delle indagini sull’incendio che ieri ha devastato il Gargano, a Peschici e Vieste, è stata convocata per domani mattina nella Procura della Repubblica di Lucera dal procuratore, Massimo Lucianetti.
15:06 Turistici rientrano a Peschici La maggior parte dei turisti di Peschici che alloggiava temporaneamente nelle scuole di Vieste a causa dell’incendio sul Gargano è stata ricondotta in autobus nelle strutture ricettive in cui erano ospitati sino a ieri. Delle sette scuole utilizzate complessivamente per accogliere i circa 1.600 sfollati, cinque sono state sgomberate.
14:48 Aperta inchiesta sui roghi Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lucera, Massimo Lucianetti, ha aperto un fascicolo di indagine per incendio e duplice omicidio doloso a carico di ignoti in relazione all’incendio che ieri ha devastato il Gargano da Peschici a Vieste uccidendo anche due persone. Accertamenti anche sui "tempi di arrivo e l’impiego dei soccorsi".
14:27 Numero d’emergenza anti piromani
L’ispettorato generale del corpo forestale dello Stato ha attivato da oggi lo 064741360, il nuovo numero di emergenza che i cittadini possono utilizzare per denunciare chi dà fuoco ai boschi.
14:26 Pollino, emergenza roghi E’ ancora emergenza-incendi nel parco del Pollino per i roghi di boschi sia sul versante calabrese che su quello lucano dell’area protetta.
14:04 Pesaro, trovato ordigno incendiario Un ordigno incendiario è stato ritrovato dal Corpo Forestale dello Stato ieri attorno alle 19 tra Frontone e Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino, teatro nei giorni scorsi di 2 disastrosi incendi.
13:01 Incendi Calabria, arrestato un pensionato I carabinieri di Catanzaro hanno arrestato un pensionato ritenuto responsabile di un incendio doloso. Si tratta di R.G., ha 70 anni ed è stato bloccato a Montepaone, sulla costa ionica catanzarese. L’ uomo, secondo l’ accusa, ha incendiato delle sterpaglie nel suo fondo agricolo. Il rogo poi si è allargato mandando in fumo dieci ettari di macchia mediterranea, coltivazioni pregiate e bosco ceduo.
12:58 Bertolaso: "Comuni e Regioni facciano il loro dovere" Guido Bertolaso ricorda che la legge 353 del 2000 assegna a Regioni, Comuni ed altri soggetti precise responsabilità nella lotta agli incendi boschivi. "La legge - ha spiegato il capo del Dipartimento - dice che se c’è un incendio non interviene la Protezione Civile, ma le segnalazioni arrivano alla sala operativa regionale e sono le sale operative che possono richiedere l’intervento della flotta aerea dello Stato".
12:56 Bianchi: "Niente va a fuoco da solo" Il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, si scaglia contro chi appicca gli incendi. "Ci dobbiamo liberare, una volta per tutte - ha detto il ministro - dalla favola dell’autocombustione. Non brucia niente da solo, ci sono persone che vanno lì e intenzionalmente appiccano il fuoco". Poi il ministro ha sottolineato l’importanza di punire l’atto "criminoso che c’è dietro ogni incendio. Nel 99% dei casi viene appiccato da bande di delinquenti. Bisogna intervenire direttamente su questi con misure adeguate".
12:45 Bertolaso: "A Peschici primo elicottero in 40 minuti" Non ci sarebbero stati ritardi nei soccorsi per il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso che replica così: "Per l’incendio di Peschici ci è arrivata la richiesta di intervento alle 11,50, alle 12,30 il nostro elicottero era in zona". Tra la chiamata e l’intervento ci sarebbero stati quindi "solo quaranta minuti. Mi domando - ha aggiunto Bertolaso - quante ambulanze arrivano in così poco tempo dopo una richiesta di aiuto".
12:31 Bertolaso: "Ieri il peggiore giorno dei roghi nella storia" Per Guido Bertolaso, il capo dipartimento della Protezione Civile, quella di ieri può essere considerata "la peggiore giornata nella storia degli incendi boschivi".
12:29 Calabria, presidente Provincia Cosenza: "E’ emergenza" Il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, lancia l’allarme: "Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale". Per fronteggiare "questa catastrofe naturale - ha spiegato Oliverio - occorre moltiplicare gli sforzi e gli interventi. I danni sono così rilevanti che, ancora, è difficile riuscire a stimarli". Il presidente della Provincia ha amaramente concluso che "i fuochi ormai ardono dappertutto. Di fronte a questo scempio di proporzioni immani lo Stato deve intervenire tempestivamente e adeguatamente, con tutti i mezzi a disposizione".
12:25 Basilicata, oggi 35 interventi Questa mattina in Basilicata ci sono stati già 35 interventi dei vigili del fuoco e del Corpo Forestale dello Stato. Le fiamme stanno interessando un bosco nei pressi del lago Sirino (Potenza), lambendo la strada statale 19 e un’area di macchia mediterranea a Grassano (Matera). In provincia di Potenza fiamme anche a Latronico, Episcopia, Carbone, Trecchina e Cersosimo.
12:09 Pecoraro Scanio: "Indecente situazione Cfs al Pollino" Per il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio la situazione del Corpo Forestale dello Stato nel Parco del Pollino "è indecente". Il ministro, parlando del dramma degli incendi ai giornalisti, ha precisato di avere "ritrovato dopo cinque anni i forestali dello Stato più che dimezzati: 50 persone per 200 mila ettari. E’ un caso eclatante". Il ministro dell’Ambiente ha poi annunciato di avere "già attivato i Carabinieri del Noe". Pecoraro Scanio ha poi precisato che prima di ogni cosa "dobbiamo arrestare i criminali".
12:04 Coldiretti: "Colpiti oliveti e aranceti" Per la Coldiretti sono incalcolabili i danni dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e alla distruzione di ampie aree di bosco. Particolarmente gravi i danni diretti registrati alle colture agricole come gli oliveti Dop e agli aranceti Igp del Gargano mentre sono a rischio il tartufo nero nel Piceno nelle marche e lo zafferano di Navelli in Abruzzo.
11:58 Calabria, ancora incendi sul Pollino Non cenna a diminuire l’incendio che attacca il Parco del Pollino. Continunano ad ardere le fiamme sotto il Dolcedorme, la vetta più alta della Calabria, e quelle che minacciano Serra del Prete e il Pollino vero e proprio. Riprese questa mattina le azioni di spegnimento anche attraverso i mezzi aerei disponibili.
11:43 Incendio Peschici, procura Lucera coordina indagini Sarà condotta dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lucera, Massimo Lucianetti, l’indagine sull’incendio che ieri ha devastato il Gargano. Le indagini vengono condotte dai carabinieri, con la collaborazione di vigili del fuoco e Corpo forestale dello Stato. Per gli investigatori non è ancora possibile stabilire da dove sia partito l’incendio. Non c’è alcuna conferma all’ipotesi che l’incendio sia partito da un piccolo uliveto e che da questo primo focolaio si sia allargato all’esplosione delle bombole di gpl di un deposito della zona.
11:41 Eolie, in fumo decine di ettari Sono andati in cenere decine di ettari di macchia mediterranea alle Eolie, tra Lipari e Vulcano. Le fiamme sono divampate in località Monte Rosa e hanno coinvolto quasi tutta la montagna e sfiorato diverse villette nella parte bassa di Canneto. Paura per isolani, villeggianti e ospiti del camping di "Unci" situato a due passi da Monte Rosa.
Incendi, il Sud brucia ancora
Due morti, migliaia in fuga e polemiche
Le storie: "In mare o morire" / audio
Incendi, il Gargano brucia ancora
Un rogo a Messina minaccia le case
Due morti nell’inferno di Peschici.
Quattromila i turisti evacuati da campeggi e villaggi vacanze.
Nella notte hanno continuato a bruciare i boschi del Gargano tra Peschici e Vieste. *
09:18 Duemila evacuati a San Giovanni Rotondo Sono circa 2 mila i turisti evacuati da Peschici e Vieste che sono stati ospitati questa notte negli alberghi di San Giovanni Rotondo. Il paese, meta dei numerosi pellegrinaggi per Padre Pio, ha un elevato numero di strutture ricettive. Intorno alle 10 e 30 il sindaco, Salvatore Mangiacotti, si recherà nelle strutture per verificare le condizioni dei turisti.
09:11 Due Canadair a Messina Ancora incendi nel Sud. Numerosi i roghi in Abruzzo, Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna. La situazione più critica viene segnalata a Messina dove due Canadair stanno intervenendo per domare un esteso incendio in una zona in prossimità di alcune abitazioni.
09:07 Vieste, danni ai campeggi Nella località di Vieste le fiamme hanno danneggiato numerosi campeggi e strutture turistiche, raggiungendo in alcuni punti la spiaggia del lungomare.
08:48 Polemiche sul ritardo dei soccorsi I primi elicotteri sarebbero arrivati solo due ore dopo le prime segnalazioni delle 9 e 30 e quella delle 10 e 40 della pattuglia di Vieste alla centrale. I Canadair sorvolano Peschici solo alle 14.
08:31 Acquedotto Pugliese: "Interventi per favorire Vieste e Peschici" L’Acquedotto Pugliese ha deciso di mettere in atto urgenti manovre per consentire un maggiore afflusso di risorsa idrica nell’area di crisi dei Comuni di Peschici e Vieste. Ridotta invece la pressione nei Comuni di Apricena, Sannicandro Garganico, Cagnano Varano, Carpino, Rodi, Vico del Gargano e Ischitella dove gli abitanti avvertiranno delle difficoltà nell’erogazione.
08:05 32 richieste di intervento Al Dipartimento della Protezione civile sono già arrivate 32 richieste di intervento aereo arrivate stamani al Dipartimento della Protezione civile per fronteggiare l’emergenza incendi. Canadair ed elicotteri si sono levati in volo alle prime luci del giorno.
08:03 Rogo a Messina Un incendio a Messina minaccia le abitazioni.
07:40 4 mila turisti sfollati Sono in tutto quattromila i turisti evacuati. 1.800 persone in vacanza a Vieste, con l’aiuto del Comune, del 118 e della Protezione civile, hanno trascorso la notte nelle cinque scuole e negli asili nido del Paese. A San Giovanni Rotondo sono stati trasferiti 700 turisti di Vieste e circa 1.500 turisti di Peschici. Sempre a Peschici, in 200 hanno dormito nella scuola media.
07:35 Le fiamme verso Vieste L’incendio che nell’area di Peschici ieri ha provocato due morti, paura e distruzione, ora si è spostato nella zona di Vieste. Numerosi I focolai segnalati. Fiamme anche a Cagnano Varano, dove l’opera di spegnimento è resa difficile dalle condizioni impervie della zona, a Sant’Agata di Puglia e a San Marco in Lamis.
Civiltà in cenere
di GIORGIO BOCCA *
Povere case circondate dalle fiamme, nuvole dense di fumo che assediano i centri abitati; il fuoco che lambisce le spiagge spingendo i bagnanti a cercare rifugio in mare, a farsi salvare dalle barche; gente disperata, esasperata, che attende per ore una risposta dei vigili del fuoco con il fazzoletto sulla bocca per riuscire a respirare un’aria piena di ceneri, tossica: qualcuno non ce l’ha fatta, ed è morto asfissiato prigioniero nella sua auto.
È stata una giornata terribile, campale quella di ieri: sugli schermi della tv scorrevano immagini che sembravano riprese a Beirut, ed invece era Peschici, sul Gargano. La protezione civile non ha mai fatto così tanti interventi aerei, oltre cento, sono bruciati migliaia di ettari di bosco , il monte Pollino arde come una immane torcia sulle arsure calabresi, il fuoco spinto dal vento divora il patrimonio di verde nel sud.
Come ogni estate, più di ogni estate. E come ogni estate pubbliche autorità, servitori della Protezione civile, amministratori di comuni e di provincia gridano agli incendiari. Ma questo esercito di piromani, questa nazione di delinquenti pronti a tutto, anche a mandare arrosto donne e bambini alla fine della stagione della paura scompare, non ne resta traccia fra i boschi carbonizzati, il fumo stagnante e le braci ancora ardenti.
Quasi impossibile acciuffarli, se si eccettuano i due misteriosi immigrati che in Sicilia sarebbero stati sorpresi a incendiare dei cespugli rinsecchiti per un dolo che nessuno riesce a immaginare. Nell’ultimo anno, d’altronde, ne sono stati denunciati oltre quattrocento, ne sono stati arrestati appena una decina, ed è probabile che chi è stato preso in fragranza sia già stato liberato. L’ingegner Bertolaso, capo della Protezione civile, si è scagliato contro l’esercito dei criminali che provocano sciagura e appiccano incendi: "È una guerra criminale, i roghi sono quasi tutti dolosi - ha detto - i piloti dei Canadair mi dicevano che spegnevano un focolaio e ne vedevano accendersi altri quattro altrove". Non è forse vero che i delinquenti riescono a far soldi su tutto, anche sugli alberelli sparsi del Pollino? I piromani possono essere al servizio di grandi o miserabili speculazioni edilizie, possono incendiare un bosco in nome della propria riassunzione come operai dediti alla riforestazione: è accaduto più di una volta. Incendiari si può diventare per sbadataggine, menefreghismo, o perché il caos edilizio in cui la nostra città è cresciuta ci consente di tenere un deposito di bombole di gas tra gli sterpi, dove non dovrebbe essere. E basta una piccola scintilla ad avere un effetto devastante.
Sia dolo o incuria, sempre l’interesse particolare viene posto al di sopra di quello generale. La svalutazione del bene pubblico è arrivata alla sua massima ignominia, le strade di alcune grandi città coperte dall’immondizia che le autorità municipali non si occupano di trasportare altrove, o non vi riescono. Ma vi è altro e di peggiore dell’incuria ed è il vandalismo di massa. I giovanotti che lanciano sassi sulle automobili e quelli che sforacchiano con pistole e fucili i cartelli delle indicazioni stradali appartengono anche loro all’indomabile razza di bestioni che non sopportano discipline, l’esercito temuto di casseur, di gente che non solo rompe e guasta ma che lo fa con grandissimo gusto per cui non si può prevedere il tempo giusto della ragione e dell’educazione. Il mondo moderno è pieno di casseur di ritorno che arrivati dai deserti aridi e dalle notti buie spaccano le fontane e rompono le lampade. Si vede che il caldo dell’estate scatena tutti i casseur che girano per le nostre strade e sono milioni, molti pronti a uccidere chi li ha sorpassati in auto, o urtati in una folla figuriamoci cosa gli importa se una sigaretta accesa dà fuoco a un bosco e se qualche malcapitato ci brucia vivo.
* la Repubblica, 25 luglio 2007
ANSA » 2007-07-25 13:12
IN PUGLIA ANCORA FOCOLAI, MA SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO
PESCHICI (FOGGIA) - Sul Gargano tra Peschici e Vieste resistono ancora alcuni focolai che però non preoccupano Protezione civile e Corpo forestale dello Stato, che controllano la situazione anche con mezzi aerei. Il rogo di ieri sarebbe quasi un ricordo se non fosse che lungo i 25 chilometri che separano i due comuni lo scenario è di cenere e distruzione. Sulle cause dell’incendio la procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucera ha aperto un’inchiesta diretta dal procuratore, Massimo Lucianetti. Al momento gli investigatori non sono in grado di indicare con certezza da dove sia partito l’incendio e se sia stato un atto doloso. Intanto le cifre dei turisti fatti evacuare, fornite dalla prefettura di Foggia, danno l’idea del disastro.
A Peschici sono 3.500 le persone evacuate e ospitate in cinque comuni limitrofi in alberghi, scuole, abitazioni private, campeggi e parcheggi. Altre 700 persone sono rimaste a Peschici ma cambiando alloggio, mentre stamani circa 200 sfollati che avevano deciso di trascorrere la notte nella scuola media sono stati riportati nelle strutture turistiche che li ospitavano e che non hanno subito danni gravi.
Dei 4.200 sfollati complessivi, 1.600 sono stati trasferiti a Vieste, 1.339 a San Giovanni Rotondo, 190 a Mattinata, 158 a Monte Sant’Angelo e 151 a Manfredonia. Negli ultimi tre casi si tratta per lo più di famiglie munite di mezzi di trasporto. La richiesta pressante degli sfollati è di poter tornare al più presto nelle strutture turistiche in cui stavano trascorrendo le vacanze per poter recuperare ciò che è rimasto dei loro effetti personali. Completata anche dai Comuni di Peschici e Vieste la stima dei danni. A Peschici due strutture, Baia San Nicola e l’omonimo centro turistico, sono andate distrutte mentre le altre 26 strutture, alcune delle quali solo sfiorate dal fuoco, dovrebbero tornare in funzione in pochi giorni. A Vieste gli impianti hanno subito solo danni lievi senza inficiarne la funzionalità. Gravissimi invece in tutta l’area del Parco del Gargano i danni ambientali. Il vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro (Forza Italia) ha fatto sapere di aver sollecitato il governo e la Regione Puglia perché vengano erogati ai Comuni colpiti dalla calamità gli aiuti finanziari previsti dal ’Fondo di solidarieta’ Ué, così come già accaduto in passato per Portogallo, Spagna e Francia.
BERTOLASO, ANCHE OGGI DIFFICILE, GIA’ 50 RICHIESTE - "Anche oggi è una giornata molto difficile sul fronte incendi: ci sono già arrivate oltre 50 richieste di intervento aereo: più della metà sono state esaudite". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. La situazione, comunque, ha aggiunto "la stiamo fronteggiando molto meglio di ieri che è stata la giornata peggiore: stiamo intervenendo soprattutto su Sardegna, Sicilia e Calabria. Tutti i nostri mezzi stanno volando".