ITALIA

INCENDI. EMERGENZA ECCEZIONALE. IL CENTRO SUD BRUCIA. Turisti a Peschici: ’’Incredibile ritardo nei soccorsi’’ - a cura di pfls

Emergenza a Peschici (Foggia), molti i feriti. Migliaia salvati via mare. Roghi anche nelle Marche, nel Lazio, in Campania, Sicilia, Sardegna. Situazione critica in Calabria. Bertolaso: ’’Piromani criminali’’. Esercito pronto ad intervenire
mercoledì 25 luglio 2007.
 
[...] Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, per fronteggiare l’emergenza incendi in corso, ha assicurato "la massima disponibilità e ha dato immediatamente disposizioni per l’impiego di uomini e mezzi delle Forze Armate per concorrere alle operazioni di spegnimento incendi e di soccorso alla popolazione". "Questa ulteriore disponibilità per fronteggiare il gravissimo stato di emergenza che ha interessato gran parte del centro-sud - spiega il ministero della Difesa - va ad integrare gli assetti specialistici già messi a disposizione della Protezione civile da parte della Difesa nell’ambito della campagna estiva antincendio" [...]

BRUCIA IL CENTRO SUD, IN PUGLIA ALMENO DUE MORTI *

Sono due i morti accertati, secondo la Protezione civile e i Vigili del Fuoco, nell’incendio di oggi a Peschici. Si tratta delle due persone trovate carbonizzate in un’ auto, come aveva riferito l’assessore ai servizi sociali della Regione Puglia, Elena Gentile.

Lo stesso assessore aveva successivamente comunicato che erano state segnalate altre due persone trovate morte su una spiaggia di Peschici, probabilmente asfissiate.

IN MILLE SALVATI VIA MARE - Sono state complessivamente mille le persone che erano assediate dalle fiamme a Peschici e che sono state tratte in salvo via mare. Lo rende noto la Guardia costiera precisando che l’ operazione di salvataggio è praticamente conclusa.Per l’ evacuazione sono state utilizzate, oltre alle motovedette della Capitaneria di porto, anche imbarcazioni private.Tutte le persone tratte in salvo sono state portate a Manfredonia.

CENTRO DI PRIMO SOCCORSO A S.G.ROTONDO - Un centro di pronto soccorso e’ stato allestito in un una scuola di Peschici e qui gli operatori sanitari hanno prestato cure a circa 350 persone, la maggior parte delle quali in preda a crisi di panico, crisi di abbandono perche’ impossibilitate a ricongiungersi con i famigliari. Gli altri hanno riportato ferite leggere, ustioni o contusioni. Solo per una signora e’ stato richiesto il ricovero a causa di una forte tachicardia. Lo rende noto il direttore generale della Protezione civile Agostino Miozzo, che si trova a Peschici. Al momento, afferma Miozzo, ’’si sta provvedendo al trasporto di circa 700 persone a San Giovanni Rotondo dove sono state requisite stanze negli alberghi’’. Si tratta dei villeggianti fatti evacuare dai camping e dalle strutture alberghiere che si trovano in zone interessate dal fuoco e che sono state danneggiate o, in alcuni casi, distrutte dalle fiamme. ’’Non autorizzeremo nessuno - ha detto Miozzo - a rientrare negli alberghi o nei camping se non ci sara’ certezza assoluta che i focolai sono stati tutti spenti’’.

PIROMANE ARRESTATO MENTRE DA’ FUOCO VICINO A LATINA - Un piromane di 63 anni è stato sorpreso ad appiccare un incendio ed è stato arrestato dai carabinieri a Sezze, un paese collinare vicino a Latina. L’uomo, un operaio, incensurato, stava appiccando il fuoco alla macchia mediterranea nella zona della stazione ferroviaria ma è stato sorpreso dai militari della compagnia di Latina che avevano già predisposto servizi a seguito dei diversi focolai che si erano verificati nella zona in questi giorni. L’operaio, del quale non vengono rese note le generalità, è stato fermato intorno alle 13:30 e portato nelle camere di sicurezza in attesa del processo per direttissima che si svolgerà domani. E’ accusato di incendio doloso.

SARDEGNA: PAESI CIRCONDATI FUOCO, EVACUAZIONI - Diversi paesi sono circondati dal fuoco e si stanno predisponendo piani di evacuazione, a cominciare da Lollovve, frazione tra Nuoro e Orune. Non si attenua, ma anzi si aggrava anche per il persistere di temperature molte elevate, l’emergenza incendi in Sardegna, dove uomini e mezzi del Corpo Forestale, della Protezione civile, forze dell’ordine e volontari devono fronteggiare una situazione in continua evoluzione. Se un’ora fa il punto di maggiore crisi sembrava concentrarsi di nuovo nella zona di Nuoro, dove stavano convergendo Canadair e elicotteri, ora si sono aperti nuovi fronti, con un rogo di proporzioni devastanti tra Benetutti e Bono, dove si stanno dirigendo squadre a terra e mezzi aerei.

PARISI, DISPONIBILE A IMPIEGO FORZE ARMATE Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, per fronteggiare l’emergenza incendi in corso, ha assicurato "la massima disponibilità e ha dato immediatamente disposizioni per l’impiego di uomini e mezzi delle Forze Armate per concorrere alle operazioni di spegnimento incendi e di soccorso alla popolazione". "Questa ulteriore disponibilità per fronteggiare il gravissimo stato di emergenza che ha interessato gran parte del centro-sud - spiega il ministero della Difesa - va ad integrare gli assetti specialistici già messi a disposizione della Protezione civile da parte della Difesa nell’ambito della campagna estiva antincendio".

AMATO, USARE TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI - Per far fronte ai numerosi incendi che in queste ore stanno interessando una parte del Paese, il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, d’intesa con il presidente del Consiglio, ha dato indicazione per un "uso pianificato e coordinato a livello centrale di tutte le risorse a disposizione".Le risorse da usare contro gli incendi sono quelle dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile e della Forestale, "in modo da garantire la massima copertura con uomini e mezzi in ogni Regione interessata dall’emergenza". Tutte le Prefetture, intanto, fa sapere il Viminale, sono pienamente mobilitate per dare il proprio contributo all’interno di questo sforzo complessivo.

BERTOLASO, EMERGENZA ECCEZIONALE PER ROGHI DOLOSI - E’ un’emergenza "eccezionale" quella che sta interessando in questi giorni l’Italia perché non si verificava da tantissimi anni ed è causata da "fenomeni dolosi provocati in modo scientifico per creare disagi e fare male a questo Paese". Però - a giudizio del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, - "abbiamo un sistema che sta funzionando, altrimenti sarebbe stato il disastro più totale".

Bertolaso rivolge l’invito a una collaborazione generale: "Non basta la flotta aerea dello Stato, che pure sta facendo miracoli e , purtroppo, paga anche duramente questo impegno", aggiunge facendo riferimento all’incidente mortale avvenuto ieri ad Acciano (L’Aquila). Le squadre di terra stanno lavorando ovunque - sono stati mobilitati tutti i volontari dell’antincendio delle regioni dell’arco alpino, le uniche - ricorda Bertolaso - che non stanno subendo questo "attacco frontale". "Purtroppo - avverte il capo della Protezione Civile - siamo destinati a un combattimento duro. Le previsioni meteorologiche non sono buone. Vi sarà una lievissima diminuzione delle temperature al centro e poi nel fine settimana ricomincerà il caldo". Bertolaso rivela che si sta pensando a "soluzioni aggiuntive", evidenziando che "in Europa mezzi adatti non ce ne sono più. Tutto quello che era disponibile fuori dai nostri confini lo abbiamo ’sequestrato’ per integrare la nostra flotta. Ogni tanto gli aeroplani vanno in avaria, ogni tanto i piloti si devono riposare, altrimenti possiamo conoscere situazioni peggiori". Secondo Bertolaso l’impegno deve essere quello di fronteggiare l’emergenza degli incendi quando questi non ci sono: "abbiamo lavorato moltissimo come programmazione, pianificazione, lotta ai piromani. Tutto deve essere intensificato in modo che quando diamo l’allarme, facciamo le previsioni, diciamo che c’é un grande rischio incendi, il sistema funzioni nel suo complesso". Bertolaso ripete il suo appello alla collaborazione da parte dei cittadini: "Abbiamo ancora un patrimonio ambientale che va salvaguardato e protetto da parte di tutti".

ALTRA GIORNATA CAMPALE - Un’altra giornata campale sul fronte incendi dopo quella di ieri, costata la vita al pilota di un Canadair della Protezione civile caduto mentre era impegnato a spegnere le fiamme in Abruzzo. Alle prime luci del giorno tutti i Canadair e gli elicotteri della Protezione civile si sono alzati in volo per intervenire sui numerosi roghi che stanno interessando le regioni del Centro-Sud. Subito 30 le richieste di intervento: per la maggior parte dei casi riguardano incendi ancora attivi dalla serata di ieri, quando con l’arrivo delle ore notturne si è reso impossibile l’impiego dei velivoli in condizioni di sicurezza. Le operazioni di Canadair ed elicotteri della Protezione civile proseguiranno per l’intera giornata. A Castelgandolfo una delle situazioni più critiche: sono andati in fumo cento ettari di vegetazione la notte scorsa nell’ incendio divampato su un costone della montagna che sovrasta il lago. Le fiamme hanno messo in pericolo due alberghi - evacuati, come 25 ville - mentre sono state danneggiate due abitazioni. Ad Ortona dei Marsi (L’Aquila), a causa di un vasto incendio che minaccia il paese, sono stati evacuati 250 abitanti.Roghi anche nelle Marche, in Campania, in Sardegna ed in Sicilia. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, dall’Abruzzo, dove è andato a visitare il copilota ferito del Canadair caduto ieri, parla di "situazione sempre molto difficile e critica in alcune regioni. La coperta - sottolinea - é quella che è. Noi abbiamo la più grande flotta dello Stato che c’é nel Mediterraneo, però quando vi sono centinaia e centinaia di incendi non possiamo intervenire dappertutto. Dobbiamo per forza scegliere delle priorità, che sono basate sui cosiddetti ’incendi di interfaccia’, laddove cioé, può esserci il rischio che le fiamme possano colpire paesi, infrastrutture e quant’altro". In riferimento al Canadair caduto, Bertolaso spiega che si è trattato di una "tragedia" consumatasi in una "guerra dichiarata" da "criminali" sfruttando il caldo di questi giorni. E’, aggiunge, "una lotta durissima, pagata anche a carissimo prezzo, ma non per questo ci fermeremo".

* ANSA» 2007-07-24 22:46


Turisti a Peschici: ’’Incredibile ritardo nei soccorsi’’

di Armando Damiani *

Una "vera apocalisse", lasciati "in balia di noi stessi", "soccorsi quando il peggio era ormai passato": stanchi, distrutti, ancora increduli di quanto è successo e sta ancora succedendo, i turisti di Peschici vivono ancora le scene dell’incubo, delle fiamme che per diverso tempo li hanno gettati nel terrore. Qualcuno di loro é ancora in cerca dei propri cari persi di vista durante il fuggi fuggi dopo lo scoppio dell’incendio, ma molti sono soprattutto inferociti per i ritardi - dicono - dei soccorsi. Parla per tutti Nicola, ospite degli appartamenti ’Serena’ nella baia di San Nicola di Peschici. Una baia distrutta dalle fiamme, che "non esiste più", dice la titolare di un bar.Il racconto di Nicola è impressionante: "Abbiamo cominciato a vedere un fumo denso arrivare dalla parte alta della collina. Sulle prime ci siamo peroccupati, perché era piuttosto vicino e di grandi dimensioni, ma siamo stati tranquillizzati. Ci hanno detto che non era nulla di particolarmente grave, che non sarebbe successo nulla".

Rassicurazioni che però non rassicuravano per niente, giacché le fiamme incalzavano e si ingrossavano. Allora i turisti hanno chiamato i carabinieri, ma loro "non ne sapevano nulla più di noi", poi i vigili del fuoco. "Qualcuno - dice Nicola - ci ha consigliato di prendere un mezzo e di uscire da quella strada, ma era ormai impraticabile". "Intanto - prosegue rivedendo quei momenti terribili - il fumo aumentava e rendeva irrespirabile l’aria. Io e mia moglie, con un bambino di un anno e mezzo, abbiamo cercato un varco attraverso il quale fuggire, ma non lo abbiamo trovato, non c’era. Non abbiamo visto uno straccio di soccorsi. In preda alla disperazione ci siamo nascosti in acqua, tra gli scogli e così ci siamo salvati. Sulla baia non c’era più alcuna via di fuga". E i soccorsi? "I soccorsi sono arrivati quando ormai eravamo salvi - dice l’uomo visibilmente scosso - le fiamme erano basse e non c’era più alcun pericolo. Scene da apocalisse. La cenere ci finiva addosso, mio figlio che urlava e io mi sentivo impotente. Un incubo a occhi aperti. I soccorsi...

Quando è arrivato il primo gommone di soccorso si sono fermati in acqua e pretendevano che fossimo noi a raggiungerli perché avevano paura che si bucasse, pensate un po’. Li abbiamo convinti ad avvicinarsi, urlando. Quando sono arrivati vi abbiamo spinto a bordo le mamme e i bambini che avevano in braccio. Una situazione infernale". L’impressione di Nicola è comune a tanti altri: a Peschici oggi si è assistito a "scene apocalittiche". E in serata c’é ancora chi cerca mogli o figli separati durante i soccorsi.

* ANSA» 2007-07-24 18:42


SCHEDA GRAFICA - LA STAMPA - GLI INCENDI NELLA PENISOLA


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