Per l’Italia

SCUOLA. PAROLA CHIAVE: "PRECARI’"(firmato decreto). ONORE A PIETRO CITATI PER IL SUO URLO. Non è più possibile continuare a pagare i professori delle medie e dei licei, che devono tornare ad essere un’élite, con gli stipendi di oggi. Gli stipendi vanno almeno raddoppiati!!! - a cura di pfls

Fioroni ha firmato il decreto. Verranno assunti 50.000 docenti e 10.000 Ata: "sono tutti precari storici".
mercoledì 4 luglio 2007.
 

Gli insegnanti sono diventati una specie di sotto-proletariato

-  Raddoppiamo gli stipendi
-  ai nostri professori

di PIETRO CITATI *

SONO così vecchio, che i professori della mia giovinezza avevano studiato ai tempi della Riforma Gentile. Non vorrei sopravvalutarla. Né vorrei sopravvalutare l’insegnamento dei miei professori di ginnasio e di liceo: conoscevano male le letterature straniere, e avevano la pessima abitudine di discutere interminabilmente le opinioni di Benedetto Croce su Dante o Leopardi o Ariosto. Ma ce n’erano alcuni straordinari. In primo luogo, meravigliosa conoscenza del greco e del latino, tanto che Giorgio Pasquali sosteneva che i migliori filologi classici provenivano dalle cattedre dei licei.

Poi alcuni avevano un modo d’insegnamento che, in parte, si è perduto. Oggi la letteratura è studiata soprattutto come storia della cultura. Allora, i professori più intelligenti parlavano di Dante o Petrarca o Ariosto o Leopardi come se fossero una parte essenziale della vita quotidiana di ogni ragazzo. Vivevamo in loro e per loro. Uno dei miei professori discorreva di Machiavelli e di Guicciardini con tale passione e divertimento, che noi ne discutevamo tornando a casa e poi ne parlavamo a pranzo con nostro padre e nostra madre, come se tutti i problemi della vita moderna fossero illuminati dal Principe e dai Ricordi.

Molti maestri, e soprattutto maestre, erano meravigliosi: molto più bravi di quelli ai quali De Amicis innalzò un monumento nel Cuore. Appena aprivano bocca, tutto diventava chiaro, limpido, luminoso: i numeri si addizionavano, moltiplicavano e dividevano per conto loro: i verbi irregolari non avevano più misteri; la storia diventava un romanzo d’avventure. Avevano un grande dono comunicativo: uno spirito materno maggiore, probabilmente, di quello che esprimevano a casa; e le violente o pacate tirate d’orecchie, e i rapidi colpi di bacchetta sulle mani, venivano accettati senza ribellione.

Nei piccoli paesi, ogni maestra insegnava a due o tre classi, districandosi non si sa come in quel fantastico garbuglio. Ciascuna aveva un linguaggio e un timbro: tanto che si poteva ritrovare nelle voci dei bambini la voce delle insegnanti. E poi, la bellezza delle calligrafie (io scrivo orribilmente): tondi perfetti, linee slanciate, filettature, eleganze neogotiche. Credo che la perdita della bella calligrafia e dello studio delle poesie a memoria sia stata, come diceva Italo Calvino, una delle principali sconfitte dell’età moderna.

Tutti sapevano che gli stipendi delle maestre e dei professori non erano alti. Ma, in generale, era una cosa dimenticata. Nemmeno i più altezzosi borghesi o aristocratici di Torino ricordavano che gli educatori dei loro figli erano pagati meno dei loro autisti, e che le professoresse non frequentavano le grandi sarte. Esisteva l’inconscia convinzione che i professori non appartenessero a nessuna classe sociale: ma ad uno strano regno, dove né danari né vestiti né vacanze costose avevano importanza.

Sulla condizione dell’insegnamento nei licei, non posso che rinviare ad un libro preciso e piacevole di Paola Mastrocola, che possiede un’esperienza molto più diretta della mia. Ci furono periodi relativamente decorosi. Quello, per esempio, nel quale l’insegnamento nelle medie e nei licei fu assunto, quasi esclusivamente, dalle donne: lo stipendio era basso, ma integrava quello del marito; e poi rimaneva tutto il pomeriggio libero da dedicare ai figli. Ma questo interludio non fu lungo. Presto il Ministero elaborò una quantità mostruosa di materiale burocratico o semiburocratico e paraburocratico - riunioni, commissioni, moduli, discussioni, aggiornamenti, delirii - che distrussero i bei pomeriggi liberi, nei quali passeggiare o giocare con i figli.

Per il resto, la storia della scuola elementare, delle medie e dei licei negli ultimi trent’anni è quella di un rapido disastro. Le cause furono innumerevoli: le conseguenze del voto politico negli anni dopo il 1968: la riforma della scuola elementare, che vide la dissennata suddivisione tra i maestri (come se un solo maestro non fosse capace di insegnare sia aritmetica sia italiano): l’immissione, per motivi politici, di moltissimi pessimi insegnanti: la conseguente mancanza di posti per i giovani laureati: la confusione del Ministero; la stolidità dei programmi e dei non programmi di studio. A un ragazzo di quindici anni bisogna far leggere Delitto e Castigo, che lo sconvolge e travolge, non la per lui incomprensibile Coscienza di Zeno. A questo si aggiunse l’influenza rovinosa di alcuni libri di testo, compilati da professori universitari di tendenza strutturaliste: i quali imposero ai ragazzi di imparare a memoria gli attanti e la diegesi di Gérard Genette, invece di invitarli a comprendere la bellezza e il significato della letteratura.

Tutto questo ha portato alla degradazione della classe degli insegnanti. Cinquant’anni fa, era una non-classe, rispettata anche se non temuta. Oggi, gli stipendi miserabili hanno prodotto una sotto-classe, una specie di sottoproletariato, che possiede a malapena il danaro per vestirsi e nutrirsi, ma non per comprare un libro, sia pure in edicola. Ricordo con strazio la visione di una classe di professori, qualche anno fa: quei golfini spelacchiati, quei vestiti lisissimi. So di dire una cosa banalissima: oggi, quando la sorte della civiltà occidentale è affidata alla specializzazione, un buon liceo e una buona università sono assolutamente necessari. Invece, l’Italia ha perduto la precisione della sua vecchia cultura agricola, quando si sapeva potare un olivo e innestare una vigna. Quasi tutti lavorano in modo confuso ed approssimativo, come se la sorte del mondo non dipendesse dal dono di piantare un chiodo nel punto giusto.

Non è più possibile continuare a pagare i professori delle medie e dei licei, che devono tornare ad essere un’élite, con gli stipendi di oggi. Gli stipendi vanno almeno raddoppiati, e via via aumentati nel corso del tempo. Gli economisti mi risponderanno che i soldi non ci sono: questa proposta porterebbe a una spaventosa catastrofe, a una disastrosa inflazione. Ma so ugualmente bene che, in Italia, quando bisogna sprecarli, i soldi ci sono sempre. Se risparmiassimo sulla rasatura delle guance dei senatori, i profumi e i dopobarba dei deputati, le tinture dei capelli ahimè biancastri delle senatrici, le bare degli assessori veneti, i cuochi e i camerieri del Parlamento, i gelati dell’onorevole Buttiglione, gli stipendi delle stenografe siciliane, i premi letterari (in gran parte finanziati dalle Regioni), la politica estera del presidente Formigoni, potremmo accumulare una ricchezza immensa.

* la Repubblica, 3 luglio 2007


-  Verranno assunti 50.000 docenti e 10.000 Ata: "sono tutti precari storici".
-  Nomine entro il 31 luglio per garantire l’avvio del prossimo anno scolastico

-  Scuola, Fioroni firma il decreto
-  "Verranno assunti 60mila precari"
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ROMA - Al via 60.000 assunzioni nella scuola. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha firmato il decreto che prevede l’immissione in ruolo di 50.000 docenti e 10.000 Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). L’obiettivo è dare "un’adeguata soluzione" al fenomeno del precariato. I 60.000 sono "tutti precari storici, con il conseguente e sensibile abbassamento - fa notare il ministero - dell’età media del personale e la garanzia di una maggiore funzionalità degli assetti scolastici".

"Il contingente - si legge in una nota di Viale Trastevere - viene ripartito tra ordini e gradi di scuola, posti di insegnamento e profili professionali a livello provinciale delegando ai Direttori regionali l’emanazione delle conseguenti nomine in ruolo che dovranno essere effettuate entro il 31 luglio per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico. Con il decreto, inoltre, viene resa operativa, relativamente alla prima tranche di nomine, la norma della legge finanziaria che prevede la definizione di un piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato per gli anni 2007-2009".

Oltre alle assunzioni, il decreto contiene anche altre importanti novità. Una riguarda il meccanismo di reclutamento, che punterà ad assumere esclusivamente insegnanti non di ruolo. Fino ad ora, infatti, molti degli assunti, iscritti nelle liste dei precari, erano in realtà già di ruolo in un altro grado di istruzione o in un’altra cattedra. Questo danneggiava i precari veri che spesso si vedevano soffiare il posto da un collega più anziano e per di più di ruolo.

Le asunzioni interesseranno tutta l’Italia, ma saranno Lombardia, Campania e Sicilia le regioni che faranno man bassa di cattedre. In Lombardia andranno 7.381 cattedre e in Campania 5.635. Ma è tutto il Nord che si accaparra la fetta più grossa di immissioni in ruolo con quasi 21 mila posti, al Centro ne andranno quasi 10 mila e poco più di 19 mila in ben otto regioni meridionali.

* la Repubblica, 4 luglio 2007


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