U-mah-nita’?!!!

DONNE, UOMINI, E PERSONE: OTTO MARZO?! TETTE E GORGONZOLA, FORMAGGIO CON LE PERE: PUBBLICITA’ DI "EDUCAZIONE ALLO STUPRO", AL FEMMINICIDIO E AL "PROGRESSO"!!! Una nota di Alessandro Robecchi e un appello dell’Associazione ORLANDO. Risultato. VIETATO ANCHE IN ITALIA LO SPOT DI DOLCE § GABBANA: OFFENDE LA DIGNITA’ DELLE DONNE - a cura di pfls

giovedì 8 marzo 2007.
 

E’ la pubblicità, bellezza

di Alessandro Robecchi (il manifesto, 25 febbraio 2007)

«Non siamo mica come Zapatero!», come tutti sapete, è lo slogan coniato dall’astuta sinistra italiana per dire che di noi ci si può fidare, mica siamo pericolosi estremisti. Basterebbe questa frase per farci guardare con attenzione alla Spagna, e infatti ecco che da laggiù giunge una voce di protesta.

L’Istituto Donna (organismo del ministero del lavoro), i Verdi e alcune associazioni di consumatori hanno chiesto il ritiro di una pubblicità di Dolce&Gabbana. Nella foto, un uomo tiene una ragazza immobilizzata a terra per i polsi, e altri bellimbusti seminudi osservano la scena.

Tutto un po’ ridicolo, se è permessa una notazione artistica. Ma di fatto anche piuttosto offensivo e violento, da cui l’incazzatura delle donne spagnole.

Visto da qui sembra peccato veniale, ordinaria amministrazione. E quanto all’immagine mercificata e mortificata della donna, beh, «voi siete qui», cioè in un paese dove si usa un bel paio di tette anche per vendere il gorgonzola (claim: «Mai provato con le pere?»).

Dunque diciamo così, che noi non siamo mica come Zapatero (che si va all’inferno), ma una cosa è certa: sull’argomento dignità e diritti in Spagna tengono la guardia più alta.

Del resto l’esperienza insegna che qui parlare liberamente delle opere e della vita dei santi (D&G) è pericoloso assai. Quando un inserto del Sole 24ore ha stroncato le cotolette del loro ristorante, i due sarti hanno ritirato pubblicità per centinaia di migliaia di euro, dato della «stronza» all’autrice dell’articolo in tivù, e poi ampiamente rivendicato il gesto.

Qualche mugugno in sottofondo, ma non si sono sentiti né direttori né editori tuonare, dire che si tratta di una vera intimidazione e che così la libertà di scrivere (anche delle cotolette dei sarti) se ne va un pochino a puttane. Anzi.

Poco tempo dopo il Sole 24ore ha mandato un altro recensore a mangiare dai due sarti pubblicando un’altra recensione, questa volta favorevole. Ora bisognerà spiegare agli spagnoli che qui non solo non ci indigniamo per una pubblicità volgare e violenta, che siamo abituati, ma abbiamo anche dei problemini di libertà. «E’ la stampa bellezza e tu non puoi farci niente», era una bella frase, ma non vale più. E’ l’inserzionista, bellezza, e tu non puoi farci niente. Ecco, così va meglio.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  Uomini e donne, per un "cambio di civiltà"
-  USCIAMO DAL SILENZIO: UN APPELLO DEGLI UOMINI, CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE. Basta - con la connivenza all’ordine simbolico di "Mammasantissima" (l’alleanza edipica della Madre con il Figlio, contro il padre e contro tutti i fratelli e tutte le sorelle)!!!.

-  DIFFERENZE DI GENERE E ...UmaNITA’. PER LA GIORNATA MONDIALE, UN URLO DALL’ITALIA: NO AL "FEMMINICIDIO"!!! UN APPELLO a tutte le Istituzioni della Repubblica !!! PER UN IMPEGNO CONCRETO, PER UNA DONNA SOGGETTO DI DIRITTO E NON OGGETTO DI DIRITTI.... E I DATI DELL’ "ISTAT" SULLA VIOLENZA SESSUALE SUBITA DALLE DONNE, IN ITALIA !!!

-  DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi - nell’epoca dei Borromeo Ratzinger ... degli Innominati, e dei don Rodrigo Katzsav !!!

-  Nella "caverna a luci rosse" di Platone ... A Milano l’otto marzo una mostra di immagini tratte dal Fondo Riservata Erotica della Biblioteca Nazionale Braidense . "Nell’Enfer dei libri maledetti sfilano le porno-eroine di carta". Un "commento" di Francesco Merlo


Dolce e Gabbana: ritirate questa pubblicità violenta e sessista

-  Scritto da Associazione Orlando
-  lunedì 26 febbraio 2007 *

Su proposta di alcune socie, l’Associazione Orlando si fa promotrice della richiesta di ritiro di una pubblicità violenta e sessista di Dolce e Gabbana. Chi, singola e/o associazione, volesse aderire all’iniziativa, può inviare una mail, segnalando nome e cognome a: redazione@women.it.

Il 19 Febbraio scorso in Spagna l’Instituto de la Mujer, un ente che è parte del Ministero del Lavoro del governo spagnolo, insieme a varie associazioni femministe e gruppi dei consumatori spagnoli, ha chiesto, con una lettera aperta di protesta all’azienda di moda Dolce e Gabbana, il ritiro di una pubblicità dei loro prodotti rappresentante una scena di stupro di gruppo (o più esattamente, pre-stupro di gruppo): un giovane maschio chino su una ragazza, che lui tiene bloccata a terra per i polsi, mentre altri quattro giovani maschi stanno attorno guardando impassibili la scena.

L’Osservatorio dell’Immagine dell’Instituto de la Mujer, che si occupa di monitorare la rappresentazione della donna nei media, ha dichiarato che questa pubblicità incita alla violenza contro le donne, perché "se ne può dedurre che è ammissibile l’uso della forza come modo di imporsi alle donne" e che questo tipo di immagine "rafforza atteggiamenti che al giorno d’oggi sono un crimine, attentano contro i diritti delle donne e ne denigrano l’immagine". L’Istituto ha chiesto a tutti i mezzi di comunicazione, stampa, televisione, ecc. di non prestarsi alla diffusione di questa immagine. L’associazione dei consumatori FACUA e il partito dei Verdi spagnoli si sono associati all’appello dichiarando che l’annuncio viola l’articolo 3 della legge spagnola sulla pubblicità, che proibisce ogni annuncio che "attenti contro la dignità della persona".

Il 23 Febbraio Dolce e Gabbana in persona hanno dichiarato che avrebbe ritirato la pubblicità dalla Spagna, ma solo dalla Spagna in quanto si tratta di un paese "arretrato", e che l’avrebbero mantenuta in tutti gli altri paesi del mondo dove smerciano i loro prodotti.

Noi donne dell’Associazione Orlando troviamo intollerabile non solo l’immagine, che ci sembra senza ombra di dubbio incitamento alla violenza contro le donne, ma anche l’arroganza dei due signori della moda che pensano di diffonderla in tutto il mondo -- un mondo dove la violenza contro le donne è una piaga dilagante sempre più grave. Pensiamo che, lungi dall’essere "arretrata", la società spagnola ha dato prova in questo caso di un livello di civiltà di cui vorremmo che anche il nostro paese si dimostrasse capace. Pensiamo che questa pubblicità sia inadatta a ogni paese civile, a ogni paese che riconosce i diritti umani delle donne, fra cui quello di non subire violenza, inclusa la violenza simbolica, come in questo caso.

Chiediamo a tutte le associazioni femministe e delle donne italiane, in primo luogo le reti delle donne per non subire violenza (inclusi gli uomini che non si riconoscono in una cultura di sopraffazione e violenza), le donne attive nel campo della moda, del giornalismo, dei media, che possono avere un impatto immediato su questa vicenda, le donne attive in tutti i campi, nella scuola e nell’università, negli ospedali e nelle aule dei tribunali, dove vedono quotidianamente il costo che questa cultura della violenza ha sulle bambine, sulle ragazze e sulle donne, di sostenere iniziative di protesta e di denuncia contro Dolce e Gabbana per questa pubblicità e di associarsi al nostro appello perché la ritirino immediatamente anche in Italia, e ovunque. Lo stesso chiediamo a tutte le nostre rappresentanti e i nostri rappresentanti in parlamento e, per dovere istituzionale, al Ministero delle Pari Opportunità, di cui è compito tutelare che non vengano violate le condizioni per cui donne e uomini possano convivere civilmente in una società civile, con "pari opportunità" di non subire violenza.

Per aderire, basta inviare una mail, segnalando nome e cognome, a: redazione@women.it.

Scarica il comunicato stampa di Donatella Linguiti, Sottosegretaria di Stato ai Diritti e alle Pari Opportunità, sull’ultima campagna di Dolce e Gabbana (file doc)

Scarica il comunicato stampa di Arianna Censi, delegata alle Politiche di genere per la Provincia di Milano e Coordinatrice della Consulta Pari Opportunità dell’Upi (file doc)

Scarica il comunicato stampa di Maria Rosaria La Morgia, consigliera della Regione Abruzzo (file doc)

* SERVER DONNE - WWW.WOMEN.IT



Vietata anche in Italia la pubblicità di Dolce&Gabbana

Scritto da Redazione, martedì 06 marzo 2007 *

La pubblicità di Dolce & Gabbana, quella che ha fatto tanto scandalo e che anche sulle nostre pagine grazie all’appello dell’Associazione Orlando ha raccolto una vera e propria mobilitazione con centinaia di firme in pochi giorni, è stata vietata anche in Italia.

La pubblicità di Dolce & Gabbana, quella che ha fatto tanto scandalo, già da ieri è vietata in tutta Italia. Lo rende noto il Comitato di Controllo, organo deputato dal Codice di Autodisciplina Pubblicitaria a tutelare gli interessi dei cittadini-consumatori. Il 21 febbraio, il Comitato di Controllo aveva emesso una "ingiunzione di desistenza": l’inserzionista, cioé Dolce & Gabbana, aveva tempo per opporsi e non l’ha fatto, quindi il provvedimento "ha acquisito efficacia di decisione definitiva il 5 marzo, e dovrà essere osservato da tutti i mezzi" del sistema pubblicitario.

L’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria, proprio perché sono state tante le richieste di vietare il messaggio (che mostra una donna, bloccata per i polsi, a terra, da un uomo a torso nudo, con altri che assistono alla scena) spiega anche che questo è stato ritenuto "in manifesto contrasto con gli articoli 9 (violenza, volgarità, indecenza) e 10 (convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del codice di autodisciplina. Il provvedimento (testo su www.iap.it) sottolinea che la donna "é rappresentata in modo svilente, quale mero oggetto della prevaricazione maschile", ha "un’espressione alienata, uno sguardo assente", non fa percepire "né intesa né complicità" con uno dei tre. Anzi "nell’ambiguità del suo atteggiamento, trasmette l’impossibilità di sottrarsi a ciò che accade, in quanto immobilizzata e sottomessa alla volontà di un uomo, nonché agli sguardi impassibili, ma in qualche modo partecipi e di attesa, degli altri due". L’immagine "pur non riportando espliciti riferimenti alla violenza fisica" proprio per l’atteggiamento passivo e inerme, "evoca la rappresentazione di un sopruso o l’idea della sopraffazione nei confronti della donna stessa". (Ansa)


Dolce&Gabbana: Giurì, Stop a spot; offende la dignità delle donne

Il Comitato di controllo di autodisciplina pubblicitaria ha deciso di sospendere la pubblicita’ di Dolce&Gabbana da tutti i media, perche’ offende la dignita’ della donna. Lo ha reso noto la ministra Pollastrini. "Con grande soddisfazione ho accolto la decisione del Giuri’ che ha sospeso la pubblicita’ di Dolce&Gabbana ritenendola lesiva degli articolo 9 e 10 del Codice di autodisciplina, come avevo sottolineato nella mia richiesta di intervento" ha detto la Ministra per i Diritti e le Pari Opportunita’, Barbara Pollastrini. "L’Istituto di controllo, con la sua decisione tempestiva divenuta operativa ieri, ha contribuito ad impedire che un messaggio pubblicitario continuasse ad offendere la dignita’ delle donne. La violenza e’ un dramma che si consuma in famiglia, nei luoghi di lavoro, per strada. Una vera e propria guerra -ha aggiunto la Ministra - tanto silenziosa quanto dolorosa che non puo’ essere trasformata in una rappresentazione per vendere qualche abito in piu’. Per quanto mi riguarda - ha continuato la Pollastrini - continuero’ a stare dalla parte delle vittime con tutti gli strumenti possibili impegnandomi, innanzitutto, per un rapido iter parlamentare del disegno di legge sulla violenza". (la Repubblica, 6/03/07)

* SERVER DONNE - WWW.WOMEN.IT


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