Lo scopo è quello di rilanciare il settore e l’immagine nel mondo. E presto sul web arriverà anche il sito internet "Italia.it"
Turismo, è "It", il nuovo marchio italiano. "Riprenderemo il posto che ci spetta" *
ROMA - Un nuovo logo per l’Italia: una grande "It" con la ’t’ a forma di penisola, accompagnato dalla scritta "L’Italia lascia il segno". Presentando il simbolo questa mattina a Palazzo Chigi Prodi ha spiegato che "nel mondo di oggi l’immagine di un paese si gioca anche sulla riconoscibilità di un simbolo e sulla sua identità. Era ora che l’Italia avesse un marchio del turismo".
Una visualizzazione grafica del Belpaese che il premier non ha esitato a giudicare "estremamente bella". Un marchio, spiega ancora Prodi parlando del logo, "non basta certo, ma è una splendida opportunità". Questa iniziativa "è parte integrante della nostra strategia", una strategia "per fare sistema".
"Riporteremo l’Italia al posto che gli spetta" è stato invece il commento del vice premier Francesco Rutelli, che ha anche sottolineato lo scopo di coordinamento tra le regioni, essendo la ’dispersione’ un problema concreto: "Troppe iniziative di promozione al di fuori di un marchio unitario". Il ministro dei Beni Culturali ha inoltre annunciato un sito internet collegato al marchio: "Adesso vi saranno tante declinazioni possibili anche sul web, di grande interesse: infatti tra gli impegni del governo c’è la presentazione domani a Milano del portale Italia.it, frutto della grande collaborazione tra il governo, il ministro Nicolais e le Regioni italiane, che è bene che lavorino insieme".
* la Repubblica, 21 febbraio 2007
Sul tema, nel sito, si cfr.:
IN PRINCIPIO ERA LA PAROLA ("LOGOS"), NON IL "LOGO".
PAESE IMPAZZITO: "FORZA CHE.RUBINO"!!!
W o ITALY!!! LUNGA VITA ALL’ITALIA. "Restituitemi il mio urlo"!!!
fallimenti web
Il cetriolo italiano, una questione di logo *
«Mi vergogno di avere quel portale sul mio browser». Questa la reazione inorridita di un amico alla comparsa sul monitor di Italia.it, il sito per il turismo italiano autoelogiato dal ministro Rutelli. In pochi giorni si è registrata un’incredibile unanimità di dissensi nella rete italiana: dall’indignazione per la somma stanziata, alla tecnologia, alla struttura e agli errori. Soprattutto al logo, da qualcuno felicemente definito un cetriolo in erezione. Le somme stanziate sono 21 milioni per l’inserimento di contenuti da parte delle regioni; 4 milioni per l’aggregazioni delle informazioni centralizzate; 7,8 milioni a Ibm per la piattaforma tecnologica; i restanti 12,2 per completarlo. In totale 45 milioni di euro. Ma c’è un problema più a monte: è giusto e possibile, per un paese vasto e ricco come l’Italia, progettare un sito unificato del turismo? Quando venne immaginato, ed erano almeno cinque anni fa, sembra che nessuno si sia posto quella domanda, dando per scontato che essendoci l’internet globale e avendo l’Italia una carenza di narrazione di se stessa verso l’esterno, un portalone fosse la strada da battere. La risposta è no: non è sensato né possibile fare un sito unico perché l’offerta culturale, civile, artistica, enogastronomica, paesaggistica del nostro Paese è per fortuna così tanta e differenziata che nessuna guida del turista potrà mai soddisfarla, né sulla carta né sul web. Non è sensato nemmeno dal punto di vista dell’internet, dove i contenuti di valore sono prodotti solo nella «catena corta», cioè dalle comunità, a partire dai luoghi e dai protagonisti. È la stessa discussione che vive anche tra gli archivisti: seguire la tradizione settecentesca di un unico archivio nazionale oppure accettare e favorire il decentramento delle risorse, all’interno di una cornice di riferimento? La strada più giusta è la seconda.
* il manifesto, 01.03.2007
Nel mirino di blogger e webdesigner il portale che è nato allo scopo di presentare il Belpaese a tutto il mondo
Portale Italia.it, piovono critiche sul sito costato 45 milioni di euro
"E’ nato già vecchio. Noi invece lo immaginiamo così..."
di ALESSIA PIOVESAN *
PRIMA lo hanno bocciato e ora ne stanno costruendo uno nuovo. Ai blogger e webdesigner, italiani e stranieri, non è piaciuto affatto il sito Italia.it, il sito che dovrebbe presentare il Belpaese al mondo, presentato dal presidente del Consiglio, Romano Prodi e dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, alla Bit di Milano. In tanti si sono sfogati su siti specializzati come Html.it o Marketingroutes.it, ma anche su decine di blog personali. Critiche su aspetti tecnici e anche contenutistici. E poi polemiche sulla spesa eccessiva e sui tempi di realizzazione del portale. Il progetto, iniziato dall’ex ministro per l’Innovazione e la Tecnologia Lucio Stanca nel marzo del 2004 e portato a termine da Rutelli, è costato fino ad ora 45 milioni di euro, la metà cofinanziati dalle Regioni.
Contro Italia.it si è formata una community piuttosto "rumorosa", che si sta organizzando per realizzare un sito alternativo. Più moderno ed efficiente, ma soprattutto a costi inferiori. Un gruppo sta utilizzando lo spazio libero di wikipedia per decidere dove e quando incontrarsi. Un’ipotesi è il 31 marzo all’università Bicocca di Milano, ma il "summit" è ancora in via di organizzazione. Altri blogger hanno aderito al "Progetto David": si sentono un po’ Davide contro Golia, l’intelligenza e l’abilità contro la forza economica.
Un clone di Italia.it già esiste e si chiama www.pugia.com/replay/italia_it. Marco, blogger esperto, lo ha fatto in poche ore e a costo zero, subito dopo la messa on line dell’originale. E’ solo uno scheletro, per ora, ma segue metodi e regole in uso al momento nel mondo del web. Tutto cambia molto rapidamente in rete.
Ed è proprio questa la critica più pesante che i blogger fanno a Italia.it: è nato già vecchio. Un’impostazione a tabella (già superata dai moderni linguaggi stilistici Css), troppe animazioni e filmati che rallentano il caricamento e bloccano i contenuti. Troppi clic per arrivare alle pagine interne, passaggi inutili che allontanano il sito dai primi posti nei motori di ricerca.
I blogger hanno contestato tutto, dal logo con il "cetriolo" verde (a inventarlo è stata un’’agenzia americana), lo stivale senza Sardegna e Sicilia, alla ricetta dei bucatini all’amatriciana dove mancano degli ingredienti. "Chi ha disegnato questo marchio non ci conosce affatto e si vede", scrive Drudo. "Italia.it è troppo lento, non partirei mai da qui per organizzare la mia gita in Italia", ammette Arund. "Stanno provando a boicottarci?", si chiede Parolemie06.
Alex, Jacopo, Novecento, Johnnie e gli altri non hanno nessuna intenzione di fermarsi contro quelli che chiamano i "matusa digitali". Lo hanno capito anche i responsabili di Italia.it, che dopo poche ore dalla messa on line hanno tolto dal "Chi siamo" il "Per informazioni...".
* la Repubblica, 28 febbraio 2007