Politica

SENATO. L’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di senatore a vita.

lunedì 27 novembre 2006.
 
[...] Mi hanno illuminato - aggiunge - le prese per i fondelli nei miei confronti da parte di Giulio Andreotti (’non osserva neanche l’orario dei barbierì. Dio mio, non riesce proprio a perdonarmi di averlo nominato senatore a vita...). Così come mi ha illuminato la qualifica di ladro datami con bonomia dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli perché percepisco, cosa che non sapevo e che è un bene sia tolta anche agli altri senatori a vita, l’indennità di presenza anche pur non partecipando alle sedute dell’Assemblea e delle commissioni [...]

COSSIGA, LE MIE DIMISSIONI MI LASCIANO TRANQUILLO *

ROMA - "Sono tranquillo perché, estraneo come sono da politico della prima Repubblica all’atmosfera ed ai giochi della ’transizione infinita’, la mia scomparsa dal Senato non ha alcuna rilevanza. Perché a differenza degli altri colleghi senatori a vita non ho la loro autorità e autorevolezza politica, culturale e professionale".

Nel giorno delle sue dimissioni da Palazzo Madama Francesco Cossiga è, appunto, tranquillo, e nella sua abitazione incontra il cronista dell’Ansa per spiegargli le ragioni di queste sue dimissioni, senza perdere mai la sua solita ’verve’. "D’altronde - dice mentre mangia un pezzetto di cioccolata - anche un amico come Giuliano Amato mi ha trattato recentemente a pesci in faccia facendo rispondere ad una mia delicata interpellanza dal noto ex sindacalista Roberto Sgalla, manutengolo del capo della Polizia. Non credete che per tornarmene a casa ce ne sia abbastanza?".

Ma insomma, perché si dimette da senatore a vita?. "Cerco di spiegare tutto in modo piano nella lettera che ho fatto pervenire all’amico presidente del Senato Franco Marini tramite il segretario generale di Palazzo Madama Antonio Malaschini. Certo, per motivi di correttezza quella lettera avrei voluto consegnarla personalmente a Franco; ma lui ha trovato difficoltà a fissarmi un’udienza in tempi brevi, incasinato com’é in tutti i pasticci della Margherita...". Si insiste un po’, e Cossiga dice i motivi che lo hanno spinto a decidere le dimissioni.

"Innanzitutto - afferma - l’età e la salute, anche per gli evidenti ostacoli che mi creano alla mobilità fisica. Poi c’é la particolare sindrome di stanchezza, malattia rara che condivido con la duchessa di Kent e che mi costringe a lunghi periodi di pausa. Mi hanno illuminato - aggiunge - le prese per i fondelli nei miei confronti da parte di Giulio Andreotti (’non osserva neanche l’orario dei barbierì. Dio mio, non riesce proprio a perdonarmi di averlo nominato senatore a vita...). Così come mi ha illuminato la qualifica di ladro datami con bonomia dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli perché percepisco, cosa che non sapevo e che è un bene sia tolta anche agli altri senatori a vita, l’indennità di presenza anche pur non partecipando alle sedute dell’Assemblea e delle commissioni".

Cossiga non ha dubbi sull’ammissibilità delle dimissioni dalla carica di senatore a vita, che mantiene da 16 anni, da quando ha lasciato il Quirinale (ma siede in Parlamento ininterrottamente da 48 anni). "Con una delibera del Senato su proposta dell’allora presidente Marcello Pera, dietro l’unanime e conforme parere della conferenza dei Capigruppo e delle giunte per il regolamento e per le elezioni - spiega - le dimissioni dei senatori a vita, sia di diritto sia di nomina presidenziale, sono state ritenute ammissibili. E ciò anche in forma di un principio ritenuto valido nel diritto pubblico civile e canonico. E cioé che nessuno può essere costretto ad accettare una carica o a permanere in essa. Pensi che può abdicare persino il Papa...".

PRODI, NON SO SE POSSIBILI DIMISSIONI "Mi pongo qualche problema perché essere senatori a vita vuol dire appunto esserlo a vita". Così il presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervistato a Telelombardia, ha commentato le dimissioni del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. "Vorrà dire - ha aggiunto - che non si presenterà in Senato. Vedremo".

BERTINOTTI, CI RIPENSI Francesco Cossiga "ci ripensi": è l’auspicio del presidente della Camera Fausto Bertinotti rispetto ale dimissioni di Senatore a vita annunciate dall’ex presidente della Repubblica. "Esprimo i voti - dice Bertinotti - che Cossiga ci ripensi e che possiamo considerare tutto questo come una provocazione nel senso di indicare un problema".

CHITI, CI RIPENSI NE HA BISOGNO L’ITALIA "Mi auguro che Cossiga ci ripensi, torni sui propri passi e continui a svolgere il suo ruolo autorevole di senatore a vita: non ne ha bisogno il centrosinistra, ma ne ha bisogno l’Italia". Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, a margine dell’assemblea provinciale della Confesercenti fiorentina, commenta la notizia delle dimissioni da senatore a vita di Francesco Cossiga. "Non è un problema per il centrosinistra - ripete Chiti -, ma è un problema per il contributo che Cossiga, un ex Presidente della Repubblica, ha dato anche in questi ultimi mesi". Secondo il ministro, le dimissioni di Cossiga "sono anche il frutto di una campagna indegna di certi settori della destra contro i senatori a vita, che non sono considerati delle personalità indipendenti al servizio del Paese, ma soggetti che possono essere attaccati a seconda delle scelte che fanno".

DI PIETRO, MI AUGURO CAMBI IDEA "Mi auguro che una chiamata del Capo dello Stato possa indurlo a cambiare idea": così il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, commenta la decisione dell’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga di dimettersi da senatore. "E’ un senatore a vita, è un peccato che lasci il Parlamento".

ANSA » 2006-11-27 09:51


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