Suggerimenti

Antonio Bitonti propone un tema interessante da discutere: il ruolo parassitario della burocrazia amministrativa a San Giovanni in Fiore e nel Sud. La Voce pubblica il suo articolato testo e inaugura, così, la rubrica "Suggerimenti dei lettori"

sabato 18 novembre 2006.
 

Tra i temi filosofici e politici che tocca ultimamente chi scrive su questo giornale vorrei suggerire questo: il ruolo regressivo e parassitario svolto dalla buroocrazia amministrativa, a San Giovanni in Fiore e nel Sud-Italia in generale. Il Salvemini scrisse un libro su questo, il cui sostanzioso succo è: i lavoratori, la classe operaia e le altre classi lavoratrici sono tenute in Italia sotto gli artigli famelici non solo della borghesia capitalistica localizzata fisicamente in parte del territorio nazionale, dove ha impiantato e conduce industrie e il dominio del mercato del consumo delle merci materiali e spirituali, ma anche sotto la zampa famelica della borghesia burocratica. E’ questo il ceto peggiore della pluristratificata classe borghese italiana. E, infatti, non bisogna confondere nel concetto "classe borghese" ogni singolo concreto borghese perchè ve ne sono, e sono parte importante dei proprietari dei mezzi produttivi, di assai più progressivi e rivoluzionari di taluni operai stessi (aristocrazie e "borghesie" operaie). Questa borghesia oggettivamente rivoluzionaria è fatta dai medio e piccoli imprenditori, agricoli e non, dagli artigiani, dagli impegati e dai "collaboratori" intellettualmente sottooccoputati ecc. Questa borghesia sta con le classi lavoratrici, produce riproduce assieme a essi le condizioni materiali di base dell’intera sopravvivenza umana e si contrappone perciò radicalmente all’altra parte della borghesia conservatrice e reazionaria, nella quale i burocrati vegetano e prolificano grazie ai privilegi e guarentige e prebende che l’organizzazione sociale e politica della comunità loro accorda, e sguazzano in compagia dei commercianti, grandi e piccoli e dei medi e grandi capitalisti, su su fino ai capitani dell’industria e della finanza, alle banche.

Questi burocrati sono collocati nei livelli medi e superiori e nei primi si "toccano" con i borghesi piccoli piccoli, che popolano tutta la sfilza di gangli dell’immenso apparato amministrativo Statale, para-Statale, partitico, sindacale, delle "professioni liberali" ecc. non meno che delle istituzioni internazionali. L’antropologia di questi borghesi reazioni sarebbe un aspetto da sviscerare, senza scadere nell’immondezzaio delle anguste e fetide loro aspirazioni personali e di carriera. La loro psicologia e la loro personalità morale è altro aspetto assai importante. Si potrebbero fare microstorie grottesche e tragiche ma in ogni caso è necesario illuminare il nesso con l’assetto attuale del potere e la struttura della loro ideologia politica. Con Salvemini e oltre Salvemini si dovrebbe inquadrarli in una analisi concreta della situazione concreta, secondo quel punto di vista o criterio interpretativo della realtà storico-sociale.

Antonio Bitonti


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